Il PD di San Severo domenica alle ore 15 terrà un’assemblea per decidere la candidatura a sindaco sul quale c’è una piccola spaccatura. Una frangia di dissidenti potrebbe sostenere Nazario Tricarico.
Il sindaco attuale Francesco Miglio, però, secondo molti, per i demeriti del centrodestra e del M5S, potrebbe agilmente essere rieletto. L’Immediato lo ha intervistato.
Sindaco Miglio, lei è stato il precursore della fase civica. Qualcuno sostiene che il civismo è morto e che, in tempi di governo gialloverde, si sia in piena polarizzazione della politica. Lei che ne pensa?
No, non credo che si sia tornati alla polarizzazione politica, per intenderci quella che vede contrapposti centrodestra e centrosinistra. Non siamo in quel quadro, lo scacchiere politico è molto più complesso. Dobbiamo rifarci allo schema che è alla base dell’amministrazione regionale, che prevede la partecipazione di forze del centrosinistra e di forze civiche. Oggi più di ieri quello è lo schema che ci può consentire di essere competitivi e di vincere. Fuori da quello schema in maniera disarticolata, io credo che non potremo avere un successo elettorale. Quel modulo va riproposto a Foggia, San Severo e Lucera, capendo anche che rispetto al 2014 è cambiato il mondo, c’è uno scenario completamente diverso, con una Lega che prima non c’era e che adesso miete un consenso abbastanza, ne vedremo al consistenza. Io non sono convinto che i dati locali della Lega riprodurranno i dati nazionali, come non sono convinto che a livello locale i 5 Stelle possano bissare il dato del 4 marzo.
Perché?
Quello è un dato anomalo, irripetibile, che vive di una specificità data dal momento. Pensare che sia veritiero quel dato è un grande errore. Comunque questi due soggetti nuovi ci stanno e il centrosinistra è l’unico argine al populismo imperante dei 5 Stelle e al sovranismo, un elemento che non appartiene alla nostra cultura politica. La nostra cultura è di confronto, di accoglienza. Ben presto verrà compreso dalla cittadinanza.
Secondo lei il sovranismo non contagerà la popolazione? Ritiene che non sia un tratto italiano?
L’antieuropeismo non ci appartiene, non fanno parte della nostra cultura politica, che si è sempre mossa in maniera totalmente diversa. Il sovranismo è un sentimento momentaneo, non sappiamo quanto durerà, ma confido che non sarà molto lunga.
La concomitanza con le Europee la spaventa? Tanti ripetono che le amministrative sono altra cosa rispetto al voto europeo. È d’accordo?
Non mi spaventa la concomitanza. Nel 2014 il Pd raggiunse una percentuale pari al 41%, quel dato se si fosse riprodotto anche soltanto per il 50% avrebbe dovuto portare il Pd a San Severo a prendere molti più voti. Sicuramente la contestualità delle due consultazioni può essere un dato da tener bene attenzionato, ma sarà la proposta locale che orienterà i cittadini.
In questi 5 anni la amministrazione ha avuto un’opposizione molto forte su tante tematiche. Una su tutte i rifiuti. Lei è stato molto avversato, forse anche per il doppio ruolo, che lo ha visto impegnato in Provincia. Nonostante questo, non si è coagulata nessuna alleanza contro di lei. È questa una opportunità per lei?
Questi anni raccontano un’opposizione sicuramente agguerrita, ma divisa e disarticolata. Non una volta in consiglio comunale è accaduto che l’opposizione non si dividesse sul voto. Astenuti, contrari, altri non partecipavano. Un’opposizione molto disorganizzata, che avrebbe potuto lavorare di più, ma a cagione delle fratture e delle contrapposizioni che permangono anche in questi giorni. Non è stata un’opposizione molto incisiva, è mancato un quid che la qualificasse. Nel campo avverso non è venuta fuori una personalità, ovviamente sono interessato nel dire questa cosa, una alternativa all’assetto amministrativo attuale. Non c’è una novità credibile rispetto a quella di Francesco Miglio. Io mi candido. Credo mi debba candidare, perché non ho nulla di cui vergognarmi. È stata la mia una amministrazione trasparente, che si è impegnata su alcuni temi: sicurezza e infrastrutture tra le prime. Abbiamo riavviato una stagione concorsuale sul personale, fermo al 2001. A 17 anni fa. Dopo 17 anni ho fatto un concorso pubblico e mi appresto a farne degli altri, è stato possibile perché abbiamo fatto un’azione sul bilancio molto oculata.
I finanziamenti che ho avuto. Abbiamo raccontato i 130 milioni per la statale 16, ma ce ne sono molti altri sulla manutenzione degli edifici scolastici, 8 milioni di euro. Parliamo dei 7 milioni per la fogna bianca, i 4,3milioni per la ristrutturazione dell’ex macello, i 5,3 milioni della rigenerazione urbana. Il Duc, e il nostro a dire delle associazioni di categoria, è il migliore di Puglia. Abbiamo organizzato delle iniziative natalizie che San Severo non aveva mai visto in precedenza. Non ho nulla di cui vergognarmi, mi presento con la mia faccia alla cittadinanza, chiedendo ai miei cittadini di darmi la soddisfazione di essere il sindaco che taglia il nastro delle opere e dei cantieri per cui si è speso molto e ha ottenuto i finanziamenti. Non c’è stata porta alla quale il sindaco di San Severo giovandosi della carica di presidente della Provincia non ha bussato per avere attenzione per il proprio territorio. I fatti ci dicono che siamo riusciti ad avere relazioni importanti a livello regionale e ministeriale, siamo riusciti ad avere credibilità. Quando mi sono seduto non ho trovato niente nel cassetto, chi racconta eredità di finanziamenti ottenuti dice una grande frottola. Solo per inerzia in questi 4 anni queste opere, se ci fossero state sarebbero dovute andare a cantierizzazione e invece parliamo di cantieri promossi da questa amministrazione e il sindaco del prossimo mandato, che sicuramente sarà Francesco Miglio, taglierà molti nastri. Cosa che a me nel quinquennio 2014-2019 non è stato possibile, perché non era stato programmato alcunché.
Si ricandiderebbe per la presidenza della Provincia? Quanto tempo le ha sottratto quell’incarico? Se ne pente?
Alla base della scelta legislativa c’è l’errore di immaginare un presidente sindaco. Un sindaco di una città di medie dimensioni fa molta fatica a conciliare i due ruoli, è più agevolato un sindaco di un piccolo Comune, Nicola Gatta è molto agevolato perché è amministratore di un Comune più piccolo e semplice. Ho avuto l’opportunità di sedere a tanti tavoli importanti in cui si definivano strategie di rilancio del territorio, tavoli a cui il presidente della Provincia si sedeva, il sindaco di San Severo no. È stata per me un’opportunità per traguardare alcuni risultati: la Statale 16, la tangenziale Est, la Sp 109 di cui faremo la posa della prima pietra.
Nel prossimo mandato, se dovesse essere rieletto, darà più attenzione al turismo e alla città barocca?
Sì, nel mio mandato di sindaco mi sono dedicato a due aspetti: sicurezza e infrastrutture, premesse indefettibili per immaginare qualsiasi rilancio del territorio. Noi possiamo parlare di turismo, ma non c’è turismo in un territorio che non è sicuro e non è infrastrutturato. La mia città è una bomboniera, ho raccolto complimenti da tutti i miei ospiti. Ma è immaginabile il turismo in un territorio che è insicuro ed è sotto scacco di una sparuta minoranza di delinquenti? Questo mandato ha portato obiettivi su queste due direttrici, sicurezza e infrastrutture, di qui bisogna partire per riqualificare il territorio e per rianimare il turismo, con un rilancio enogastronomico.
E dello spumante
Certo, dello spumante.
La sua amministrazione è stata tra le poche in Puglia e l’unica nel territorio provinciale ad approvare i progetti di foresterie per migranti. Continuerà in questa direzione?
Bisogna fare chiarezza rispetto alla demagogia a quintalate che si fa: San Severo da sempre è un territorio che ha avuto una presenza importante di migranti. La loro presenza non è nata con Miglio, non ci siamo andati a prendere migranti che erano in altri territori e li abbiamo alloggiati qua. C’erano e ci sono e vivevano nei ghetti. Il Gran Ghetto di Rignano sorgeva in agro di San Severo. Pur correndo il rischio di avere momenti di impopolarità, abbiamo messo alla disposizione della Regione Puglia un immobile comunale, l’Arena, per facilitare l’attività di sgombero del Gran Ghetto. Quella è stata una soluzione mediana per arrivare al progetto voluto da Stefano Fumarulo, le foresterie, che abbiamo deliberato.