Mio Padre è un Albero, l’azienda agricola di Lidia Antonacci che ha sede a San Severo nel cuore del Tavoliere delle Puglie, è stata tra i protagonisti di Olio Officina Festival, l’annuale appuntamento dedicato all’olio e ai condimenti, il più grande happening al mondo ideato e diretto da Luigi Caricato, oleologo, scrittore, giornalista ed editore. L’ottava edizione della manifestazione (svoltasi a Milano dal 31 gennaio al 2 febbraio) ha ruotato sul tema “Nostra signora pubblicità”, concentrandosi su una questione essenziale: come sia possibile, oggi, comunicare e promuovere una materia prima nobile e preziosa come l’olio extra vergine di oliva andando oltre i consueti messaggi, sviluppando nuove idee, nuove formulazioni, nuove narrazioni. Come di consueto non è mancata l’attenzione al packaging e al visual design, mettendo in risalto le aziende che hanno sperimentato in questi ultimi anni nuovi percorsi legati all’estetica del prodotto olio. All’interno di questo stimolante contesto Mio padre è un albero ha ricevuto la menzione d’onore alla 6^ edizione del concorso internazionale di packaging e innovazione Le forme dell’olio 2019.
Venerdì 1° febbraio, nella Sala Leonardo del Palazzo delle Stelline a Milano, Lidia Antonacci ha ritirato l’attestato che premia il progetto #inVaso: un abbraccio di carta che custodisce l’olio extravergine Mio Padre è un Albero. La silhouette iconica della bottiglia si fa impronta, diventa vaso e restituisce una seconda vita al pack in cartone alveolare che, grazie ad una fessura sul top, permette di alloggiare fiori secchi ed elementi decorativi (come rametti o spighe), mestoli e cucchiai in cucina. “Sono felice di questo premio, anche perché Olio Officina Festival è un luogo di cultura alta e di confronto, e voglio condividerlo con gli architetti Giulio Mandrillo, Chiara e Laura Pirro di DDuM Studio di San Marco in Lamis che hanno curato il progetto, già premiato al Buonolio Salus Festival, andato in scena il 28 e 29 aprile scorsi a Piedimonte Matese”, afferma Lidia.
Tra una premiazione e l’altra sono intervenuti alcuni componenti della giuria – Mauro Olivieri, designer, presidente ADI Liguria Associazione per il disegno industriale e presidente della Giuria del Premio Le Forme dell’Olio; Alessia Cipolla, architetto, designer e giornalista; Marisa Fumagalli, giornalista del Corriere della Sera; Antonio Mele, direttore creativo – per fare il punto della situazione e capire le nuove tendenze intraprese dalle aziende olearie. Per dare valore al prodotto, oltre alla qualità intrinseca del contenuto, è necessaria anche la qualità della forma. La qualità a tutto campo. Ed è proprio quello a cui ambisce Lidia Antonacci che cura personalmente l’intera filiera dei prodotti Mio Padre è un Albero. Nella dispensa dell’azienda agricola oltre all’olio ci sono sottoli, paté, semola e pasta.
“Presentare e raccontare l’azienda è un lavoro continuo, che faccio tutti i giorni attraverso diversi strumenti. Anche il contenitore è un mezzo per parlare del mio olio, il monovarietale di Peranzana, l’extravergine prodotto con le sole olive della varietà Peranzana, albero presente nel mio oliveto e tipico dell’alto Tavoliere delle Puglie. Si tratta di un olio caratterizzato da un fruttato medio erbaceo con profumi freschi di carciofo, pomodoro foglia e mandorla, che al gusto si presenta con equilibrate note di amaro e piccante”, spiega Lidia che ama profondamente la sua terra, i suoi alberi e i suoi frutti.