I carabinieri della Stazione di Monte Sant’Angelo hanno tratto in arresto, su ordine di esecuzione emesso dalla Corte d’Appello di Bari, il “montanaro” Carlo Bisceglia, classe ’82, ritenuto “vicino” al clan Li Bergolis. Il 37enne è stato condotto nel carcere di Foggia.
Il provvedimento restrittivo giunge a seguito del rigetto per inammissibilità da parte della Corte d’Appello di Bari del ricorso presentato dalla difesa di Bisceglia contro la condanna alla reclusione di due anni, cinque mesi e venti giorni di reclusione già inflittagli dal Tribunale di Foggia per i reati di associazione per delinquere e concorso in furti e rapine in abitazione, ricettazione e detenzione illegale di armi commessi nel 2014 a Monte Sant’Angelo.
All’epoca dei fatti il Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo foggiano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che aveva coordinato con grandissima attenzione le indagini, aveva disposto provvedimenti cautelari restrittivi (custodia in carcere e domiciliare) nei confronti, oltre che di Bisceglia, anche degli altri soggetti coindagati a vario titolo e già noti ai carabinieri per i loro trascorsi giudiziari: Donato Bisceglia, classe ’86 di Monte Sant’Angelo e fratello di Carlo, Marco Piemontese, classe ’89 di Monte Sant’Angelo, Raffaele Palena, classe ’93 di Monte Sant’Angelo, Gianluca Guerra, classe ’81 di Manfredonia, Giuseppe Li Bergolis, classe ’93 di Monte Sant’Angelo, Carmela Totaro, classe ’75 di Monte Sant’Angelo, madre di Palena, Giuseppe Guerra, classe ’83 di Monte Sant’Angelo, e Bartolomeo De Benedittis, classe ’93 di Manfredonia.
All’epoca dei fatti il sodalizio criminale aveva destato non poco allarme sociale nella cittadina garganica, mettendo a segno diversi furti e rapine in abitazioni, con l’unico intento di rubare armi, da fornire a gruppi criminali del posto, nonché oro, da riciclare, attraverso alcuni “Compro oro” della zona, in denaro contante.
Nel corso delle indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Manfredonia e dalla Stazione di Monte Sant’Angelo, furono recuperate diverse armi, in particolare cinque fucili di vario calibro, nonché oro e preziosi non ancora riciclati, che poterono così essere restituiti ai legittimi proprietari.