Le dimissioni di Leo Di Gioia da assessore regionale all’Agricoltura non sono una “exit strategy”. “Non è il comune di Foggia il mio obiettivo”, ha detto ripetutamente in conferenza. “Se uno dice che vuol fare il sindaco lo dice e non si dimette da assessore. Spero di aver seminato e di aver conquistato la stima di quelli che ho incrociato in questi anni. Non sono nato e non sono stato formato per l’agricoltura, ma l’agricoltura mi ha rapito e mi ha valorizzato, grazie alla Puglia ho avuto l’onore di essere indicato nel consiglio di amministrazione di Ismea, un legame stretto con questo mondo rimane”, ha osservato.
E sui tanti rumors del suo ritorno a destra è stato netto. “Rimarremo dove siamo stati eletti. Il presidente Emiliano è impegnato nelle trattative per la sua coalizione: sarei propenso a fare un investimento sul presidente nella misura in cui convogli risorse sull’agricoltura”. E ha specificato ancora, anche in relazione agli amici e all’elettorato che non capirebbe: “Rimango dove sto, ho già provato cosa significa mettermi a disposizione pur on essendo stato eletto nella coalizione, non traggo una utilità specifica nel percorso inverso. Siamo con Emiliano ed Emiliano dimostri di stare con l’agricoltura”.
È tale la decisione di non candidarsi a sindaco e di non cambiare campo politico da parte di Di Gioia che nelle scorse ore l’ex assessore ha sollecitato l’iniziativa politica di un suo potenziale candidato sindaco ideale, ossia l’ingegner Pippo Cavaliere (foto in alto by Michele Sepalone), presidente della Fondazione Antiusura Buon Samaritano, corteggiato da più parti a scendere in campo. Da Puglia Popolare ad Iniziativa Democratica di Sergio Clemente fino addirittura a pezzi da 90 dell’esecutivo di Franco Landella, che stando a dei rumors della maggioranza su suggerimento della tecnostruttura si sarebbero andati a “raccomandare” dal progettista del Deu, pregandolo di candidarsi. Per veder salvata la loro poltrona.
A Foggia con Cavaliere andrebbe in scena il modello Barletta, una alleanza molto larga e totalmente post ideologica ed europeista anti Salvini, che ha la regia di Di Gioia e dell’ex senatore Lucio Tarquinio insieme ai socialisti Franco Colucci e Pino Lonigro. Ad oggi manca all’appello solo il Pd inclusi i renziani, anche se l’ispiratore di Azzurro Popolare è convinto che “la sinistra si accoderà”. È naturale che l’ingegnere non senta di poter correre se non avrà anche la “benedizione” del Governatore Michele Emiliano. La segretaria provinciale dem Lia Azzarone è vaga. “Siamo concentrati sulle provinciali, alle comunali penseremo dopo”.
In Azzurro Popolare insomma il tavolo delle Primarie del centrodestra a cui sedevano è stato totalmente ribaltato. “Non ha più senso fare le primarie. La Lega non può uscire col candidato sindaco Luigi Miranda. Nel frattempo non possiamo stare fermi. Dobbiamo lavorare a 360 gradi e tentare di comporre una coalizione vincente per la rinascita di Foggia. Ripeto non possiamo stare fermi, gli altri si sono addormentati, ma il tempo stringe. Siamo ormai all’Antivigilia. E si è pensato con Lonigro e Di Gioia che l’ingegner Pippo Cavaliere potesse incarnare questa coalizione per il bene della città. Dell’Udc, da parte di Angelo Cera non abbiamo notizie, ma siamo fiduciosi”, spiega Mimmo Verile a l’Immediato.
Queste manovre rompono un po’ i piani del segretario e commissario della Lega Andrea Caroppo, che domani, alle ore 10.30, a Foggia, in Viale XXIV Maggio 15, terrà una conferenza stampa intorno alle iniziative del partito sul territorio dauno, anche in vista delle imminenti scadenze elettorali, ed inaugurerà la nuova sede del coordinamento cittadino e provinciale in pieno Quartiere Ferrovia.
Il giovane consigliere regionale ex fittiano, che prima di Natale ha dialogato costantemente con Lucio Tarquinio per disarcionare Landella, appare sereno. “Stiamo attendendo la decisione di Forza Italia, è di martedì quella presa a Bari. Aspettiamo Foggia. Il fritto misto a cui pensa Azzurro Popolare non è la nostra prospettiva. Landella lo sosteniamo solo se vince le Primarie, se deciderà di non sottoporsi decideremo di conseguenza. Più chiari di così”.