Di fronte alle tante proteste e al ricorso dei consumeristi, il tecnico che ha disegnato l’opera sorride. La famiglia Parisi è stata inondata da critiche ma l’ingegnere è aperto al dialogo
L’ingegner Vincenzo Papa è stato incaricato dalla ditta Puglia Recupero in collaborazione col suo studio associato di Viale Michelangelo per la progettazione di una rotatoria sponsorizzata. La tanto contestata rotonda tra Via Einaudi e Via Gandhi a Foggia, che sarà a breve inaugurata dall’imprenditrice Paola Parisi.
Di fronte alle tante proteste e al ricorso dei consumeristi, il tecnico che ha disegnato l’opera sorride. La famiglia Parisi è stata inondata da critiche, ma l’ingegnere è aperto al dialogo. A l’Immediato spiega i motivi per cui la sua rotatoria, a suo dire, non solo è innovativa, ma è anche molto più “sicura” delle altre. È certo del suo lavoro.
“Parliamo di una rotatoria di nuova generazione- osserva- Che i consumatori abbiano eccepito, lo capisco, è plausibile, per la prima volta hanno visto una innovazione e si sono chiesti: che sta succedendo? Nella nostra città chi è che ha idee così bislacche? Io sono a disposizione per spiegare, i consumatori avrebbero potuto chiamarmi e io avrei illustrato loro gli elementi tecnici dell’opera. Il requisito principale da parte dei committenti era che dovesse essere una rotatoria artistica, doveva rientrare cioè in quelle rotatorie di nuova generazione, che hanno la caratteristica di un’estrema visibilità dal punto di vista architettonico e fuoriescono dai vecchi canoni. La rotatoria a cui noi siamo abituati a Foggia è un marciapiede a base circolare con un lampione centrale, che sostanzialmente tende a delimitare il traffico sul piano squisitamente stradale. Una rotatoria artistica non può avere quelle caratteristiche a cui siamo abituati, perché deve avere una connotazione di evidenza visiva”.
Vincenzo Papa
La rotatoria dell’ingegner Papa, come sottolinea, è “multilivello”. Una mini-rotatoria con un diametro dai 14 ai 25 metri. “La parte bassa ha incidenza sul piano viario, poi c’è l’elemento intermedio dell’arredo urbano e poi nella parte più alta c’è il riferimento simbolico richiesto, che richiama l’attività lavorativa della Puglia Recupero. Gli elementi artistici sono tutti richiami al riciclaggio e alla differenziata, l’obiettivo dell’azienda è di dare un’impronta ecosostenibile alla città. Con la rotatoria vogliamo dare un messaggio chiaro sul riciclo”.
Il cemento utilizzato per il primo livello è pericoloso, come sostengono tanti cittadini, incluso il funzionario al traffico? “Non possiamo parlare assolutamente di pericolosità, ho ricevuto due visite in cantiere, da parte del funzionario e dei vigili. Ad entrambi ho spiegato come si innesta la rotatoria, da tecnico devo occuparmi delle normative, che non parlano di visibilità in linea diretta. Se arrivo su un ramo viario non devo necessariamente vedere a 180 gradi, la visibilità per chi si immette deve essere garantita sul lato sinistro in un ambito di immissione. La rotatoria è diversa dall’incrocio libero. Mi approssimo all’incrocio a raso, rallento e poi devo dare precedenza a chi si immette dalla sinistra, se si immette nell’anello viario prima di me”.
L’ingegnere sulla sua scrivania sfoglia il decreto ministeriale del 19 aprile 2006 che regola i sistemi viari con intersezione a raso. “Il normatore ci dice che quando si arriva a 15 metri del perimetro dell’elemento anulare deve essere consentita una visibilità nel settore pari ad un quarto per chi si immette alla sinistra. Posso dire con molta serenità che queste verifiche le abbiamo già fatte”.
La normativa non pone dei limiti in altezza alle rotatorie. Né ci sono regole relative al cono di visibilità interno una volta imboccata la rotatoria. “Tecnicamente noi non abbiamo fatto altro che rifare una rotatoria nella parte interna a quello che già esiste, ci siamo voluti mantenere negli ambiti già esistenti. Per visibilità noi dobbiamo intendere quella che ci consente di dare la precedenza a chi ne ha diritto. Quando comincio a circolare nella rotatoria non ho bisogno di vedere altro, ma devo procedere ad una velocità ridotta. Ma a Foggia abbiamo la cattiva abitudine che una volta che intravediamo che non c’è nessuno con l’acceleratore si va decisi, molte rotatorie non sono realizzate correttamente, perché l’anello è troppo stretto. Il fatto di aver concepito la barriera tende a far decelerare”.
Per l’ingegnere le rotatorie “hanno la funzione di creare un ostacolo, che deve essere visivo, in modo tale che chi raggiunge all’anello, deve rallentare”. La prima regola è decelerare. “Se non percepisco un ostacolo non ho la necessità di rallentare”.
Papa mostra le linee guida della Regione Lombardia, che recitano: “La presenza di una collinetta sull’isola centrale è fortemente consigliata in quanto consente una maggiore percezione della rotatoria e garantisce velocità di ingresso meno elevate a causa della non completa visibilità su tutta l’area dell’intersezione”.
Insomma, carte alla mano, la rotatoria di Via Gandhi dovrebbe essere più sicura delle altre proprio per le sue caratteristiche di mancata visibilità totale. “Dobbiamo favorire gli elementi ostativi in mezzo alle rotatorie”, rileva l’ingegnere che ha visitato molte città con rotonde artistiche. Arezzo, Rimini, Milano e non ultima San Giovanni Rotondo dove è stata realizzata un’opera molto alta in marmo.
“Osservo il movimento dei veicoli nella rotatoria che abbiamo realizzato e finalmente vedo che si immettono con garbo, c’è la percezione di un ostacolo. Di sera poi è illuminata, non c’è nessuna rotatoria luminosa in città e invece sento tante critiche di conservazione inspiegabili. È come se dicessero: ridateci il nostro marciapiede col palo al centro”.