San Giovanni Rotondo piange Antonio Mangiacotti, 26enne morto in un’abitazione in via Placentino, centro storico della città. Il ragazzo, affetto da autismo, era solo in casa quando – per cause da accertare – è esploso un incendio che non gli ha dato scampo. Antonio viveva con lo zio, assente al momento della tragedia. Sui motivi del rogo indagano i carabinieri. Si pensa a una fuga di gas.
Il 26enne era noto nel paese di San Pio: i genitori morirono in circostanze drammatiche nel 2003. Il papà, Michele Mangiacotti, 42 anni, e la moglie coetanea Maria Rinaldi, entrambi di San Marco in Lamis, furono assassinati da due sicari mentre si recavano a festeggiare il 18esimo compleanno della figlia.
Un duplice omicidio rientrante nella guerra di mafia sul Gargano tra i clan della zona. Il padre di Antonio ebbe problemi con la giustizia negli anni ’90. L’agguato si consumò a luglio sulla provinciale 26, che attraversa le campagne del Gargano da San Marco in Lamis al capoluogo. Le vittime stavano andando con i tre figli in auto (tra cui il piccolo Antonio) a San Giovanni Rotondo per raggiungere la quarta figlia. Ma non arrivarono mai, uccisi senza pietà da sicari che affiancarono l’auto dei coniugi esplodendo colpi di fucile a pallettoni. L’obiettivo era Michele Mangiacotti, la donna morì solo perchè era alla guida del veicolo e inevitabilmente rimase coinvolta nella sparatoria. Sul sedile posteriore i figli che assistettero alla tremenda esecuzione dei genitori.
Il padre di Antonio non morì subito. Infatti scese dal veicolo tentando la fuga a piedi tra i campi ma i killer non gli diedero scampo. Il cadavere fu ritrovato dopo ore di ricerche tra la vegetazione.