Nuove chance per i giovani, ecco “La strada, cantieri di antimafia sociale”. Percorsi di legalità in beni confiscati ai clan

Il corso offre opportunità di formazione ed animazione, per realizzare interventi di coprogettazione e valorizzare realtà periferiche a rischio di devianza e criminalità

È stato presentato oggi a Foggia nello spazio di Parco San Felice, Parcocittà, il progetto finanziato dalla Regione Puglia “La strada, cantieri di antimafia sociale”, un percorso di 3 anni di formazione per la legalità e l’orientamento alla cittadinanza attiva e consapevole indirizzato a 20 giovani, tra i 16 e i 19 anni. 

Il corso offre nuove opportunità di formazione ed animazione dei giovani cittadini, per realizzare interventi di coprogettazione e rete per valorizzare realtà periferiche a rischio di devianza e criminalità. Il corso offre anche gli strumenti per promuovere la realizzazione e gestione di spazi individuati quali beni confiscati alla criminalità ed in uso agli Enti locali sottoutilizzati, favorendo l’attuazione di iniziative culturali e di coworking. Ed allo stesso tempo permette di acquisire le modalità di fruizione del patrimonio mediante l’ausilio delle nuove tecnologie.

1000 ore di attività, distribuite in tre anni appunto, per offrire a studenti propositivi e a giovani a rischio devianza e criminalità provenienti da tutto il territorio provinciale l’opportunità di mettersi in gioco e divenire promotori di un cambiamento concreto nella propria comunità. Ne hanno parlato oggi il vicesindaco di Cerignola Rino Pezzano, l’assessora foggiana Claudia Lioia, il presidente della Cooperativa Altereco Vincenzo Pugliese e il presidente del Csv Foggia Pasquale Marchese insieme ad Antonio Cocco, coordinatore del progetto.

I tre anni si struttureranno prima con un percorso di rafforzamento dell’antimafia sociale e con attività di brainstorming. Poi sarà la volta dello Spazio Hub Idee 2.0 in modo che insieme all’accompagnatore Sasy Spinelli di Libera alla cultura del fare impresa si unisca un percorso per la creazione di una cultura del lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale. Dopo questa prima fase ci sarà una seconda sezione di analisi e studio delle progettualità positive di riutilizzo di beni confiscati alla mafie e/o di percorsi di cittadinanza attiva con visite alle realtà analizzate. Tra gli esempi che saranno ricordati e visitati il progetto include Gridas a Napoli (Scampia), il Consorzio NCO a Sessa Aurunca in provincia di Aversa, Partecipazione a GIA’ – Giovani Innovazione e una Summer School per l’emersione di percorsi di autoimprenditorialità, d’innovazione sociale ed economia civile.

Partner del progetto Altereco, che gestisce un terreno confiscato alla mafia a Cerignola e fa impresa con le filiere agricole. “Generiamo una serie di percorsi con scolaresche di ogni ordine e grado per mostrare loro come si gestisce un bene confiscato. È necessario l’intervento dei cittadini: col il bando sicurezza lo Stato va contro il decreto Sicurezza, vorrei evidenziare questo impegno: dobbiamo lavorare ancora di più”, ha detto Pugliese. Alla formazione per la legalità seguirà una fase laboratoriale con i ragazzi, con visite e un percorso itinerante. “I progetti di antimafia sociale è l’ultimo bando scritto da Stefano Fumarulo, è uno degli ultimi suoi prodotti. Ha una valenza sociale importante se vogliamo combattere l’illegalità”, ha concluso Cocco.

Soddisfatto a l’Immediato l’amministratore cerignolano. “I ragazzi potranno presentare la loro domanda, prorogheremo il termine che avevamo stabilito per il 15 dicembre. Verranno individuati attraverso una preselezione. Non intendiamo ghettizzare questo percorso, potranno partecipare tutti. Partiremo dai beni confiscati e già gestiti da cooperative sociali, come Pietra di Scarto e Altereco, con l’ambizione che questi ragazzi possano gestire altrettanti beni sia confiscati alla mafia sia sotto utilizzati da parte della comunità. A Cerignola abbiamo un bene confiscato che si trova in città molto simile ai due già gestiti e potrebbe essere quello un primo passo. Vogliamo metterci a disposizione dell’intera Capitanata in modo che anche altri territori seguano il percorso di Cerignola”.