“Se non riesco a recuperare clienti, a gennaio sarò costretto a chiudere lo studio”. Ad affermarlo è Massimo Rendine, in arte Max Tattoo, noto tatuatore foggiano, titolare di uno studio in corso Roma, finito vittima di cattive dicerie. Una brutta storia cominciata circa due anni fa quando, in alcuni ritrovi di Foggia, qualcuno ha cominciato a mettere in giro la voce che Massimo avesse contratto l’AIDS. Il passaparola su questa falsità è stato immediato creando seri danni alla sua attività: “Faccio questo mestiere da 30 anni ma ormai non lavoro più“, ha riferito alla nostra testata. “Questa voce è subito rimbalzata in alcuni dei luoghi più frequentati dai giovani a Foggia: Piazza Padre Pio, Piazza Italia e Piazza Mercato”.
Ma l’apice è stato raggiunto solo 15 giorni fa. “Mia moglie si trovava nei pressi della cassa di un negozio di viale Colombo con il mio bambino in braccio (Massimo ha due figli piccoli, ndr). La cassiera, notando i tatuaggi della mia compagna ha chiesto dove li avesse fatti. Sentita la risposta di mia moglie, alcuni motociclisti presenti nel negozio hanno commentato: ‘Signora, non si vergogna? Va a farsi i tatuaggi da Max Tattoo che ha l’AIDS’. Mia moglie ha risposto per le rime. Poi, una volta a casa, mi ha raccontato tutto. Questo episodio mi ha convinto a recarmi agli Ospedali Riuniti dove ho subito effettuato il test per l’HIV e ho realizzato anche un breve video, in compagnia del medico, mostrando l’esito negativo dell’esame. Ho anche parlato con il mio avvocato e con la polizia ma ho compreso che una denuncia contro ignoti servirebbe a poco o nulla”.
In questi giorni Massimo sta ricevendo la solidarietà dei suoi colleghi tatuatori coi quali ha realizzato anche alcuni video. Ora spera di risollevare le sorti del suo studio, diffondendo il più possibile la propria storia, per recuperare clienti prima che sia troppo tardi e mettere fine alle cattiverie.