Potrebbe essere diramato nelle prossime ore un documento leghista provinciale in Capitanata che sconfessa parzialmente la linea di commissariamento della segreteria di Daniele Cusmai da parte del segretario regionale Andrea Caroppo e che sostanzia che la maggioranza dei dirigenti e dei militanti della Lega in provincia di Foggia punta a rafforzare il ruolo guida del partito dentro e oltre il centrodestra. Un consolidamento che non può non passare da una forte opposizione a Franco Landella al Comune di Foggia.
Il professor Roberto D’Alimonte ha teorizzato in questi giorni la straordinaria ascesa della Lega di Matteo Salvini individuando diverse Leghe al suo interno. Da un lato la vecchia Lega Nord, che resta tale nelle regioni settentrionali, dall’altro la Lega nelle regioni meridionali dalla crescita vertiginosa a doppia cifra che solo pochi anni fa era composta da una sparuta minoranza di pionieri con Noi con Salvini, che oggi invece attrae tutto il vecchio ceto decisore notabilare del berlusconismo, del civismo sbandato e dell’ex An. In mezzo infine c’è la Lega dei social, dalle migliaia e migliaia di condivisioni, che ha nel suo “capitano” il leader più popolare d’Europa.
“I meridionali sono gente pratica cui non interessano le utopie rousseaiuane ma i rapporti con il potere locale. Sono orfani della Dc e di Berlusconi, Salvini sta diventando il loro punto di riferimento”, ha scritto il politologo dei flussi elettorali sul Sole24Ore. Pertanto lo svuotamento di Forza Italia da parte dei trasformisti deve essere totale. Molti leghisti individuano nelle elezioni europee il vero punto di svolta di Matteo Salvini, il confronto si svolgerà all’interno del recinto UE, dove la maggioranza è già cambiata. E la Germania, ancora una volta, sta dietro con Angela Merkel che esce di scena ed entra Weber. Ossia la destra della CDU. A questa compagine mira Salvini e molti del centrodestra che lo hanno compreso e che sentono il vento di destra che spira in Europa.
È questo il motivo per cui Forza Italia ha finito i suoi giochi, come dimostrano i tanti abbandoni, ultimo quello del giovane Vincenzo Riontino a Zapponeta. Ed è per questo che anche a livello locale la Lega non può allearsi o appoggiare i candidati di Forza Italia. Con quali slogan potrebbero presentarsi insieme alle amministrative e poi essere divisi alle Europee? “Ecco perché la linea Landella è perdente. A meno che il sindaco di Foggia non entri nella Lega, dopo lo sgombero dei rom”, dice ironico un osservatore.
Intanto le frizioni leghiste di questi giorni confermano l’idea di chi già aveva abbandonato la Lega mesi fa, come il cerignolano Vito Diciolla. Nella città mascagnana, l’avvocato Marco Trombetta potrebbe presto essere investito della responsabilità del partito di Salvini per costruire qualcosa che superi il trasversalismo di Franco Metta e rinnovi il campo. Diciolla ricorda la sua militanza. “Ho lasciato il partito a giugno, rifugiandomi in Puglia Popolare dove avevo più agibilità politica, chi ha lavorato per il partito è stato fatto fuori, lo spettacolo offerto con Fariello è sintomatico di alcuni meccanismi. A livello locale puntano a distruggere quanto c’è di buono nel partito del leader. Io credo che non vogliano governare nel Mezzogiorno, se nella Lega non mettono la testa a posto si faranno terra bruciata”, osserva, sottolineando di stare sempre dalla parte di coloro che dialogano per un’alternativa al sindaco Franco Metta.