Doveva essere “il colpo della vita” ma il tentativo fallì grazie alla prontezza delle forze dell’ordine. Stiamo parlando del maxi furto alla Loomis di Chiasso in Svizzera di fine febbraio scorso, per il quale furono arrestati noti pregiudicati della provincia di Foggia. Nelle scorse ore si è costituito, presso i carabinieri di Cerignola, una delle menti del gruppo criminale ovvero il 50enne Gioacchino Capocefalo, noto come Gioacchino “il vecchio”. L’uomo, su cui pendeva un mandato di cattura europeo emesso dalla procuratrice del Ministero pubblico ticinese Chiara Borelli, si è presentato agli uomini dell’Arma in compagnia del suo avvocato. È stato necessario procedere a una verifica dei documenti d’identità per distinguerlo dal 45enne cugino omonimo, Gioacchino “il giovane”, ancora latitante. Il 50enne avrebbe fatto sapere di non voler essere estradato in Svizzera, sarà la Corte d’Appello di Bari ad esprimersi a tal proposito.
“Il vecchio” e “il giovane” sono considerati gli organizzatori del tentato furto, a capo di una banda di pregiudicati, cinque dei quali processati e condannati lo scorso 21 agosto a Lugano a pene detentive comprese tra 2 anni e mezzo e 3 e mezzo. L’idea del colpo venne proprio ai cugini Capocefalo, dopo che lo scorso anno a una festa a Taranto, incontrando un paesano ex portavalori della Loomis, seppero del quotidiano viavai di furgoni blindati carichi di oro e di valuta. Il piano, come detto, saltò grazie ad una soffiata ai carabinieri di Cerignola che informarono prontamente la polizia ticinese. Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio, infatti, un nutrito gruppo di agenti agì prontamente, senza dare scampo alla banda di malviventi.
Il colpo della vita
La location della ditta era perfetta per i due Capocefalo e i loro uomini. Posta subito dopo un bosco (“Spinaverde”), vicino al confine, facile da raggiungere e semplice per la fuga. I banditi approntarono ogni cosa. Auto rubate, niente cellulari, allarmi disattivati presso l’azienda. Ma il gruppo criminale non fece i conti con i carabinieri e la polizia svizzera che bloccarono subito i cinque uomini principali, ovvero: Fabio Natale Tressante, classe ’78, Loreto Tricarico, classe ’66, Teodato De Vitti, classe ’78, Federico Mancini, classe ’90 e Savino Zagaria, classe ’68.
Altri cinque che erano riusciti ad allontanarsi vennero arrestati dai carabinieri. Si trattava di Antonio Calvio, classe ’75, Giuseppe Claudio De Feudis, classe ’85, Franco Cappellari, classe ’75, Gerardo Conversano, classe ’93 e Antonio Salvatore, classe ’91. Gli ultimi due foggiani, gli altri cerignolani. Salvatore è ritenuto vicino al clan di Foggia, Sinesi-Francavilla e già arrestato nell’operazione “Super Soap”. Era sorvegliato speciale con obbligo di dimora a Foggia ma quel giorno di fine febbraio partì alla volta della Svizzera per raggiungere i compari, commettere il furto e tornare subito nel capoluogo dauno nella giornata di lunedì 26 febbraio.
La “Loomis” fu scelta dopo vari sopralluoghi tra Nord Italia, Svizzera e Francia e alla fine individuata come quella “ideale” per il colpo. I criminali si mostrarono scaltri e attenti ad ogni mossa. Si procurarono anche congegni “jammer” (valore 40mila euro) di ultima generazione utili a disattivare gli svariati sistemi di allarme ma non avevano fatto i conti con le forze dell’ordine, queste ultime in grado di far saltare tutti i piani sventando quello che doveva essere “il colpo della vita”.