La festa pentastellata per la #manovradelPopolo sotto al balcone di Palazzo Chigi ha creato più di un sorrisetto negli avversari. A festeggiare c’erano anche i parlamentari foggiani, col senatore Marco Pellegrini in testa.
La Capitanata è molto “attenzionata” dal Movimento 5 Stelle a livello nazionale e dal capo politico, Ministro e vicepremier Luigi Di Maio. È tra le poche province ad aver quasi azzerato la classe dirigente precedente in Parlamento. La Puglia in genere, col cappotto giallo, Ilva, Xylella e Tap, è una regione in cui il Movimento non può fare passi falsi alle prossime amministrative del 2019. Se a Bari la partita appare più complessa con il sindaco uscente Antonio Decaro che si avvia ad una vittoria sofferta, ma possibile date le manovre di allargamento ai Popolari del governatore Michele Emiliano, a Foggia il Movimento, con la percentuale bulgara tributata al simbolo e a Rosa Menga il 4 marzo, la sfida interna con la Lega data al 20% e quindi col centrodestra di governo e il brutto precedente del 2014, quando ci si frantumò e si perse il brand, è chiamato a vincere. O almeno a non sfigurare. Insomma, deve arrivare al ballottaggio con una certa scioltezza. Anche perché dei sondaggi interni, a bocce ferme, stimano il M5S a Foggia intorno al 38%.
Dalla conquista di Foggia, possono partire il laboratorio e la vittoria per le regionali del 2020. In queste settimane, è emersa, chiara a chiunque, però la difficoltà dei pentastellati capitanati dalla consigliera regionale Rosa Barone nel trovare un candidato/a sindaco/a credibile, capace di dare valore aggiunto ad un simbolo che corre da solo. La base degli attivisti sta studiando alcune mosse per rendere l’investitura trasparente, partecipata e soprattutto condivisa.
Il Meetup unico potrebbe superare questo scoglio con una assemblea pubblica a metà ottobre nella quale presentare ad iscritti alla piattaforma Rousseau e simpatizzanti i possibili nomi che potrebbero guidare la lista dei 32 candidati consiglieri contro gli altri partiti. Nel corso dell’assemblea, chiunque potrà avanzare la sua candidatura, che sarà poi messa al vaglio di Sindacarie fisiche e non on line, per non incappare in giochetti da pacchetti di iscritti coi click. Vinca il migliore, scelto dalla base che vorrà presentarsi fisicamente a votare. No gazebo, anche se il modello delle Primarie del Pd sarebbe replicato alla grande.
L’attivista Maria Cassitti, come si sa, ha già dato la sua disponibilità, attirandosi un post leggermente sessista di una pagina social satirica foggiana. Molti attivisti sperano che Mario Furore (nella foto in alto con Maria Cassitti) possa decidersi a correre, il giovane giurista e collaboratore di Rosa Barone, per età ed esperienza acquisita in Via Capruzzi, oltre che vicinanza ai big del Movimento, appare a molti la persona più adatta ad incarnare i valori pentastellati. “Foggia ha bisogno di un sindaco giovane”, confidò a l’Immediato il senatore Pellegrini dinanzi al Palazzo di Giustizia.
Allo stesso modo, però, c’è chi si augura che una modifica del regolamento possa permettere a Rosa Barone di dimettersi da consigliera regionale per essere lei la candidata sindaca, dal momento che al contrario di quanto accadde in Lazio con Roberta Lombardi c’è un disallineamento tra amministrative foggiane e consiliatura regionale. Barone vincerebbe con facilità, secondo i più.
Tuttavia si cerca disperatamente un candidato della società civile, capace di sfondare a destra e a sinistra e di sottrarre consensi a Leo Di Gioia, se davvero come sembra ormai abbastanza certo, replicherà l’esperienza del 2014 con nuove liste civiche. Molti attivisti sono convinti che un candidato della società civile potrebbe attirare il voto non solo del M5S e vincere. Meglio ancora se donna. Un vecchio gossip parlava della giornalista e prof Antonella Caruso, che ha seguito estasiata il premier Giuseppe Conte a Volturara. Ma si tratta di un vecchio gossip, appunto.
Tra le ultime idee balenate ad un’anima dei Cinquestelle vicina al deputato Giorgio Lovecchio c’è anche l’ingegner Pippo Cavaliere (foto in alto), presidente della Fondazione Antiusura Buon Samaritano, che ha collaborato fattivamente, contribuendo non poco con le sue conoscenze e col suo patrimonio di relazioni e preparazione, nella Commissione Legalità presieduta da Rosa Barone in Regione.
Il supertecnico, “socialista di Dio” come lo chiama qualcuno, ex assessore alla Pianificazione della Giunta Mongelli, oltre che giovane amministratore con Chirolli nel 1992 nell’anno in cui si approvò il Prg Benevolo e si sparava a Giovanni Panunzio, accetterà?
“Ottima persona, straordinario professionista, grande personalità contro le mafie, ma non rappresenterebbe i 5 Stelle”, osserva qualcuno tranchant dall’accampamento avverso, da destra.