Si chiama STORE&GO, il progetto pilota co-finanziato (Horizon 2020) che ha visto negli scorsi mesi la realizzazione di una centrale di produzione e stoccaggio di metano liquido (LNG) mediante l’elettrolisi dell’acqua. L’ambiziosa iniziativa, unica nel suo genere in Italia e in Europa, è organizzata dal Comune di Troia, insieme ad Engineering (coordinatore del progetto) e ad ARTI (già partner del progetto INGRID).
L’impianto sito in zona Pip è una iniziativa al 100% di ricerca, unica in Europa. In altre zone europee esistono impianti di produzione, che spesso mal digeriscono la ricerca di base, perché i prototipi non hanno una convenienza economica. Il nome di Troia circola a Bruxelles per la presenza di un importante sito di ricerca di base, è il commento entusiastico di oggi. La grande presenza di pale eoliche, i meglio definiti aerogeneratori, ha reso possibile la presenza di Store&Go. È tanta e tale l’elettricità prodotta dal vento sui Monti Dauni che Troia era il posto ideale per sperimentare l’energia del futuro. Non solo stoccaggio e accumulo, ma processi di trasformazione energetica innovativa e ancora poco conosciuta. Dal vento e dall’anidride carbonica al gas liquido.
Questa mattina i tecnici insieme al sindaco Leonardo Cavalieri sono stati sul sito per spiegare a curiosi ed ingegneri la sperimentazione unica in Europa.
“L’impianto è particolarmente innovativo perché produce metano a partire da surplus di elettricità proveniente da fonte rinnovabile – ha spiegato il responsabile a l’Immediato -. La rete è caratterizzata da una congestione dovuta dalla presenza di molti parchi eolici e di parchi fotovoltaici, che sono stati realizzati in coerenza di rendere questo territorio particolarmente sensibile alla produzione di elettricità da fonte rinnovabile. Questo surplus può creare dei problemi di instabilità alla rete e di conseguenza la nostra soluzione si presenta una possibilità in alternativa ad altre come i sistemi di stoccaggio elettrico a ione di litio, che però trasferisce l’elettricità su una portata energetica diversa, ossia il gas. Il gas, in questo caso parliamo di metano, viene ottenuto dalla combinazione di anidride carbonica e di idrogeno, prodotto tramite elettrolisi dell’acqua, ossia l’acqua viene separata in idrogeno e ossigeno, l’ossigeno viene liberato nell’aria grazie all’elettricità della rete, mentre l’anidride carbonica proviene dall’atmosfera, viene sottratta dall’atmosfera con una tecnologia che convoglia l’anidride carbonica assieme all’idrogeno in un sistema di metanazione, che con una reazione chimica compone di nuovo Ch4, ossia il metano, e il vapore acqueo. Il metano prodotto è un metano che quando sarà bruciato emetterà in atmosfera la stessa quantità di anidride carbonica che è stata sottratta. È un metano ad emissione netta di Co2 nulla. Questo metano per essere trasportato viene trasformato viene in LNG ossia in gas liquefatto, viene quindi prima raffreddato, compresso ed immagazzinato in un contenitore criogenico, gli automezzi criogenici potranno trasportarlo nei siti in cui viene utilizzato”.
STORE&GO può essere definito come uno spin-off progettuale di INGRID, costituito da un impianto dimostrativo per la realizzazione del processo “Power to Gas”, che prevede l’accumulo, sotto forma di Gas Naturale Sintetico, del surplus di energia elettrica prodotta dalle fonti rinnovabili.
Allo stato attuale non c’è distribuzione di LNG perché non viene prodotto, l’impianto troiano è nella fase di commissioning, le varie parti attestate che hanno dimostrato di funzionare nei vari laboratori adesso vengono messe insieme ed interconnesse. Il commissioning, come è stato illustrato, è rappresentato proprio dal cominciare a produrre metano.
“Dovremmo essere in grado di produrre metano già nei prossimi giorni. Dalla fine di ottobre. Oggi la quantità di energia disponibile da fonte rinnovabile qui a Troia è enorme, ciononostante questo è un impianto di piccole dimensioni, perché l’assorbimento di potenza si aggira intorno ai 200 chilowatt e la produzione di metano dovrebbe essere di 8 kg all’ora. Questo è un dimostratore che serve a capire che questa tecnologia può essere un’alternativa, però oggi l’idea non è quella di produrre metano per venderlo. Il dimostratore deve tracciare la strada per un utilizzo più ad ampia scala. Il metanatore è stato costruito in modo da fare lo scaling up, ossia aggiungere altri moduli per produrre più metano qualora avessimo la possibilità di avere più anidride carbonica e più idrogeno. In effetti l’elettrolizzatore che stiamo utilizzando, che abbiamo ereditato da Ingrid, assorbe una potenzia di 200 chilowatt ma potrebbe assorbirne fino ad un megawatt, quindi in teoria potremmo produrre 4 volte l’idrogeno che noi produciamo adesso e se installassimo degli altri catturatori di anidride carbonica potremmo avere ulteriori fonti e produrre più metano”.
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