Inizia oggi lo sciopero della fame ad oltranza degli operatori delle postazioni 118 gestite dalle associazioni di volontariato in provincia di Foggia. Un “percorso estremo”, lo definiscono, per “far comprendere le reali condizioni in cui lavoriamo”. Chiedono l’internalizzazione dei servizi ed il passaggio a Sanitaservice. Un appello alla Regione Puglia finalizzato al “miglioramento delle condizioni di lavoro e dei servizi ai cittadini”.
“La mobilitazione scaturisce dalle continue vessazioni che i lavoratori continuano a subire dalle varie associazioni – fa sapere il sindacato Usb di Foggia -, dal mancato pagamento delle mensilità stipendiali (ad oggi non viene erogato lo stipendio di luglio 2018, ma in alcuni casi i ritardi sono peggiori), alle continue minacce di licenziamento se si continua a rivendicare il pagamento degli stessi stipendi. Da oltre 15 anni i lavoratori delle postazioni del 118 gestite dalle Associazioni di Volontariato vivono uno stato di precarietà e incertezza per il loro futuro e questo nonostante il servizio sia stato sempre svolto con abnegazione e competenza (spesso dovuto alla formazione che gli operatori pagano di tasca propria)”.
Oggi i Lavoratori hanno deciso di dire basta e metterci la faccia in una lotta che servirà non solo a migliorare le loro condizioni economiche-normative ma, soprattutto, a migliorare un servizio che dovrebbe essere il primo impatto dei cittadini con la sanità pubblica.
“Per questo – continua il coordinatore Santo Mangia -, in attesa che la Regione Puglia faccia diventare legge la proposta della Giunta regionale di creare un’Agenzia Unica per la gestione del servizio dell’Emergenza urgenza e del 118, tutti i lavoratori hanno accolto con soddisfazione la richiesta di accelerare i tempi dell’internalizzazione con il passaggio dei servizi e dei lavoratori del 118 alla società in house della ASL Sanitaservice. Non possiamo piu accettare – conclude – che una gestione nata 2003 in via sperimentale sia ancora tale nonostante nel frattempo, anche a detta dei vari direttori generali, si sia dimostrata fallimentare. La nostra lotta continuerà sino a quando non decidono di ascoltarci e mettere in pratica gli impegni”.
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