Al momento sono 3 le persone iscritte sul registro degli indagati della procura della Repubblica di Latino sull’inchiesta per caporalato. Sono due le Procure che indagano sulle presunte condizioni di sfruttamento dei 12 braccianti africani morti una settimana fa in un incidente stradale in provincia di Foggia mentre tornavano dal lavoro nei campi.
All’ipotesi di caporalato stanno lavorando i magistrati di Foggia e Larino (Campobasso), i primi competenti perché in quel territorio è avvenuto l’incidente mortale, i secondi perché in Molise ha sede l’azienda agricola per la quale lavoravano la maggior parte delle vittime, la ditta ‘Di Vito’ di Campomarino.
I carabinieri del comando provinciale di Foggia hanno già acquisito i documenti dall’azienda, necessari a ricostruire le condizioni contrattuali di lavoro, orari e compensi, da intrecciare con le dichiarazioni rese dai braccianti sopravvissuti. Nei prossimi giorni saranno individuate le altre aziende agricole, almeno una pugliese per la quale lavoravano alcuni braccianti deceduti, e altre tre per cui gli stessi migranti avevano già lavorato. Si indaga anche sul trasporto dei migranti nei campi. Qualche giorno prima, un altro drammatico impatto è costato la vita a 4 braccianti agricoli – altri 4 extracomunitari sono rimasti gravemente feriti – sulla strada provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri.
Negli ultimi giorni, si sono intensificati i controlli delle forze dell’ordine proprio sui mezzi di trasporto dei braccianti nei campi, con operazioni che hanno portato a denunce e sequestri.
Le indagini
L’indagine, coordinata dal Procuratore capo di Larino, Antonio La Rana, vede coinvolti tre operatori del settore agricolo. L’ipotesi di reato è sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita, secondo l’art. 603 bis del Codice penale. Sulla vicenda stanno indagando anche i magistrati di Foggia, competenti perché in quel territorio è avvenuto l’incidente mortale nel tragitto tra il luogo di lavoro e il posto in cui i migranti vivevano. La Procura di Larino, invece, indaga perché in Molise ha sede l’azienda agricola per la quale lavoravano la maggior parte delle vittime.
“Non si può speculare su chi ha bisogno”
“Un fenomeno estremamente grave quello del caporalato. Non si può speculare su persone che vivono sul nostro territorio in condizione di estremo bisogno”. Lo ha dichiarato il Procuratore capo di Larino. “Ci avvarremo di tutti gli strumenti che la legge ci consente per contrastare questa attività illecita – ha proseguito La Rana – Sono già state sensibilizzare le forze dell’ordine per alzare la guardia nel monitorare e reprimere questo odioso fenomeno”.