Sanitaservice, Di Biase dopo maxi sequestro: “Contestate anche spese per bimbi disabili”

L’intervento dell’ex amministratore unico della società in house dell’Asl di Foggia dopo l’operazione della Guardia di finanza

“La contestazione concernente i compensi e, conseguentemente, il trattamento di fine mandato, è destituita di fondamento”. A dichiararlo è l’ex amministratore unico di Sanitaservice, Antonio Di Biase, dopo l’operazione della Guardia di finanza di oggi che ha portato al sequestro di oltre mezzo milione di euro.

“La GdF ritiene che l’aumento del compenso e del Tfm sia vietato dal comma 6 dell’articolo 6 del DL 78/2010 (convertito in Legge n.122/2010) – spiega in una nota -. Tale comma stabilisce che i compensi ai componenti dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali delle società interamente partecipate dalla pubblica amministrazione siano ridotti del 10%. La ASL FG, invece, determinando un aumento, avrebbe violato il citato comma 6. Si osserva che la GdF dimentica che il comma 20 dello stesso Art. 6 stabilisce che tali disposizioni ( e le altre stabilite con tale articolo) non si applicano per gli Enti del Servizio sanitario nazionale. Ne discende che i maggiori compensi percepiti dall’amministratore Sanitaservice sulla scorta di quanto deciso dal rappresentante legale della ASL FG sono assolutamente legittimi e non integrano alcun danno erariale. Aggiungasi che tutti i bilanci relativi agli anni nei quali si sarebbero avute le contestate irregolarità sono stati tutti approvati dai direttori generali della ASL FG. Circa le spese la GdF ritiene alcune di esse irregolari perché non preventivamente autorizzate dalla ASL FG. Si osserva che la GdF dovrebbe anche spiegare quali sarebbero le norme del codice violate o le regole statutarie infrante. Non esistono. Circa altre spese – conclude – (spese per i meeting Sanitaservice contro la precarietà, quelli che la GdF definisce ricevimenti per centinaia di persone, oppure l’acquisto di costumi da bagno a quei dipendenti che hanno reso possibile ad alcuni bambini portatori di handicap di poter trascorrere quindici giorni al mare) quando verranno analizzate una per una, si scoprirà che le considerazioni della GdF sono inappropriate”.