Nuova sede di Socialismo Dauno nel cuore di Foggia a pochi passi dal parco di Viale Giotto, dove è crollato il palazzo e che ricorda le vittime del 1999. L’inaugurazione, partecipata ed amicale con stappo di bottiglie e felicitazioni, si è tenuta ieri. A brindare nella sede tra Candelaro e Borgo Croci tanti amici, alcuni sindacalisti e l’eroe del giorno di ieri, il dipendente comunale Alfonso Croce, che all’isola pedonale ha sventato il furto di un sacchetto di terra da una fioriera. Con l’occhio abituato agli arredi cittadini, per la sua lunga esperienza nella manutenzione di scuole ed edifici pubblici, Croce, uno dei tanti dipendenti sviliti dalla nuova organizzazione del personale in atto al Comune di Foggia, ha convinto l’uomo nel desistere dal suo gesto vandalico. “Mi sono avvicinato e gli ho chiesto di rimettere a posto il terriccio”, ha raccontato.
Dentro Socialismo Dauno le energie sono tante. La lista civica, che fu Lavoro&Libertà, c’è già quasi tutta per intero, fatta eccezione per qualche elemento. C’è ancora vita nel riformismo e nel progressismo foggiano? Il leader socialista del movimento territoriale ed ex consigliere regionale Pino Lonigro, attorniato da militanti e simpatizzanti, è fiducioso e non è ancora stanco di fare politica dal basso.
“Noi ripartiamo dalla periferia di questa città perché riteniamo di mettere al centro della nostra azione politica amministrativa il disagio che c’è tra i cittadini per l’assenza di lavoro, per il problema della casa e delle politiche sociali. Noi ripartiamo da questi temi, tipici del socialismo e del riformismo. Rispetto ai prossimi appuntamenti elettorali, noi guardiamo alla città e alla comunità. Possiamo ben dire che Foggia è oramai alle pezze in tutti i sensi e quindi vogliamo lavorare insieme a tutti coloro che con noi vogliono farsi carico di una situazione difficile e che vogliono portare la città di Foggia ad uno splendore e ad una centralità economica e programmatica rispetto ad una provincia formata da 61 Comuni, per le infrastrutture, gli investimenti e il lavoro, la sicurezza”.
L’alleato imprescindibile resta il Pd o si può fare a meno, come nel 2014, di correre insieme con una candidatura unica per le amministrative di Foggia 2019? Lonigro è schietto, il fallimento dell’operazione Marasco è un precedente da non ripetere, tanto più con la crescita vertiginosa del M5S. “Non siamo chiusi nei confronti di nessuno – ribatte – abbiamo registrato le difficoltà dei partiti nazionali, non da ora. Anche le ultime elezioni col ballottaggio hanno determinato un risultato che non è a favore del Pd o del centrosinistra, d’altra parte oggi tanti esponenti del Pd si stanno ponendo il problema di andare oltre il Pd e oltre i confini e a guardare ai movimenti locali, ai civismi, alle liste civiche, che anche in questa tornata elettorale sono stati determinanti sia per il successo del centrodestra e anche del centrosinistra in Puglia. Se non ci fossero state tante liste civiche alleate, i partiti da soli non vanno da nessuna parte”.
Il centrosinistra sarà capace di attrarre queste forze civiche trasversali o le lascerà al centrodestra del dopo-Landella e al voto d’opinione del M5S? Tranchant Lonigro: “Io non so cos’è il centrosinistra a Foggia e in provincia, non c’è un tavolo politico e di incontro di soggetti che si richiamano a questi valori e a questa storia, c’è un problema di questa natura anzitutto. Noi ci poniamo il problema della comunità e guardiamo alle amministrative”.
Se nel centrodestra il dibattito è ormai avviato e gli esponenti e i mondi in campo sono numerosi, nel centrosinistra e nel Pd la discussione langue. Ha fornito il suo punto di vista il penalista foggiano Michele Vaira, smentendo alcuni rumors che lo vorrebbero candidato sindaco al Comune di Foggia. Ha iniziato con un gesto simbolico, iscrivendosi al Pd. Articolato il suo intervento. Eccolo.
“Il PD ha l’obbligo di provare a rivoluzionare il classico schema già visto, e che si è dimostrato perdente alle scorse elezioni. Innanzitutto, evitando le primarie – ha spiegato l’avvocato ed ex consigliere di amministrazione del Poligrafico -. Per due motivi. Primo, perché, come già visto, ciò consente agli avversari, più che agli iscritti e ai simpatizzanti, di scegliersi il candidato sindaco. Secondo, perché sarebbe l’ennesima, frustrante, occasione, di assistere al solito scontro endo-partito per pesare le varie “correnti”. Per dividersi, ancora una volta, allontanare sempre più elettori, e quindi indebolirsi. Dimenticandosi, infine, di Foggia. Delle sue anime. Dei suoi cittadini. La politica foggiana ha, ormai da tempo, perso di centralità, in provincia prima ancora che in regione. A mio parere, il PD deve farsi promotore del percorso inverso. Riunendo intorno a sé le varie anime del civismo (quello vero, non le liste civetta), del volontariato, delle professioni; le varie articolazioni della sinistra; i socialisti. Cercando di rivendicare quanto di buono si è fatto (tanto) nell’ultima esperienza di governo, con il sindaco Mongelli, e cercando di correggere gli errori di quel periodo. E, tutti insieme, incontrare la popolazione. Soprattutto i giovani. Renderli protagonisti di questo percorso. Assemblee pubbliche, non comizi. Senza spot o proclami. Ma con poche, e chiare, parole d’ordine: competenza, trasparenza, onestà, programmazione. Un percorso virtuoso, quindi, che porti all’individuazione di un candidato che possa riunire intorno a sé il consenso di tutta la cittadinanza che non si riconosce nel centrodestra o nel M5S. E che, in prospettiva del ballottaggio, possa attirare i consensi di quella parte del Movimento rappresentata dai delusi del PD e che sono alla ricerca di quei valori che il centrosinistra deve rappresentare. È del tutto prematuro, e anche inutile, fare nomi. Si può lavorare sull’identikit. Serve un vero leader, con esperienza politica e amministrativa, di comprovata onestà, che sappia dialogare con mondi differenti e fare vera sintesi. Che offra una visione di medio e lungo periodo alla cittadinanza. Per una serie di motivi, io non rientro in questo identikit”.