Bimba foggiana colpita da Seu è in condizioni gravi, Asl convoca unità di crisi

I casi registrati in Puglia sono tre, ma gli altri due piccoli non sono in condizioni preoccupanti

A seguito del ricovero della bambina di Lucera di 13 mesi affetta da SEU (Sindrome Emolitico-Uremica) la ASL Foggia ha immediatamente convocato l’Unità di crisi composta dagli specialisti dei Servizi Veterinari, di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione e Igiene Pubblica aziendali.

Al vaglio della Unità di crisi tutti gli spostamenti fatti negli ultimi dieci giorni dal nucleo familiare della bambina colpita dalla patologia, nonché l’elenco dettagliato degli alimenti assunti e degli esercizi commerciali nei quali sono stati acquistati. Gli operatori sanitari della ASL sono attivi da questa mattina per effettuare campionamenti degli alimenti consumati che saranno analizzati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Foggia. Anche gli esercizi commerciali, gli allevamenti e i caseifici saranno ispezionati per verificarne le condizioni igieniche in modo da evitare l’insorgenza di eventuali altri casi. Sarà campionata, inoltre, l’acqua del mare nei luoghi dove la famiglia ha trascorso alcune ore nei giorni scorsi.

Per prevenire la SEU, il cui rischio di contagio cresce con l’aumentare delle temperature, si consiglia di: evitare il consumo di carne poco cotta (in particolare trita) e di latte crudo non pastorizzato e derivati; fare attenzione al consumo di insaccati; assicurarsi che l’acqua sia conservata correttamente, soprattutto in campagna, in luoghi asciutti e in contenitori chiusi; lavare accuratamente frutta e verdura; lavare frequentemente le mani, acquistare gli alimenti solo in esercizi commerciali autorizzati. È bene, si ribadisce, non esporre i bambini più piccoli a rischi inutili, quali il consumo di cozze e frutti di mare crudi e prodotti lattiero caseari per i quali viene utilizzato latte non controllato o proveniente da aziende non censite e verificate dai competenti servizi veterinari. Fondamentale è intervenire presto, fidandosi delle indicazioni dei medici che seguiranno un protocollo di “diagnosi rapida” predisposto dal tavolo di coordinamento regionale.

In caso di sintomi particolari, come diarrea con tracce di sangue, la ASL invita a rivolgersi immediatamente ai pediatri di libera scelta e ai medici di medicina generale e, nell’eventualità, a raggiungere il Pronto Soccorso più vicino. Dalla direzione generale sono state diramate raccomandazioni specifiche per allertare e sensibilizzare i medici sull’argomento. A tutti i cittadini, inoltre, la Direzione raccomanda, in via prioritaria, di affidarsi comunque, prontamente, alle strutture e agli operatori sanitari.

Cos’è la Sindrome emolitico-uremica

La sindrome emolitico-uremica è una malattia acuta di notevole gravità che colpisce soprattutto i bambini e gli anziani. Generalmente la malattia esordisce con diarrea, spesso emorragica, vomito e dolore addominale ai quali fa seguito la comparsa di anemia emolitica, trombocitopenia e insufficienza renale, che comportano nella maggior parte dei casi il ricorso alla dialisi.

Quando si verificano casi di Seu in comunità scolastiche, scrive l’Istituto Superiore di Sanità sul proprio sito web, specialmente scuole materne e asili nido, occorre prestare particolare attenzione ad evitare che l’infezione si trasmetta ad altri bambini. In tali contesti occorre osservare misure di igiene rigide (igiene personale, lavaggio frequente delle mani, cambio di indumenti che siano venuti a contatto con le feci, sanificazione delle superfici) per evitare che l’infezione possa diffondersi.

Qual è la causa della Seu?

Nel 70-80% dei casi, spiega l’Iss, la Seu è provocata da un’infezione intestinale sostenuta da un batterio capace di produrre nell’intestino una potente tossina che entra nel circolo sanguigno e colpisce soprattutto il rene. Il batterio fa parte della specie Escherichia coli e la tossina viene chiamata vero-citotossina o shiga-tossina. Il batterio viene perciò definito E. coli produttore di verocitotossina o VTEC. Il sierotipo VTEC più importante è E. coli O157. In un numero ridotto di casi la malattia è provocata da cause genetiche.

Quali sono i sintomi? 

Nelle forme associate ad infezione da VTEC, l’insufficienza renale è preceduta da diarrea (spesso con sangue) e vomito. Nel giro di alcuni giorni la tossina prodotta dal batterio e assorbita attraverso la parete intestinale raggiunge il rene e determina i sintomi di insufficienza renale: oliguria (scarsa produzione di urine) o anuria (assente produzione di urine). Oltre all’insufficienza renale nei pazienti con Seu sono presenti anemia emolitica (globuli rossi frammentati ed emoglobina ridotta) e piastrinopenia (piastrine in numero ridotto).

Come si contrae? 

I ruminanti, in particolare i bovini, sono frequentemente portatori asintomatici dei VTEC, a livello intestinale. Le loro feci possono quindi contaminare la carne e il latte durante la macellazione e la mungitura. Qualora la carne sia contaminata e venga consumata poco cotta, il germe può essere trasmesso all’uomo. Nel caso del latte, solo il latte non pastorizzato (crudo) può essere veicolo di infezione. E’ possibile, inoltre, che l’infezione venga trasmessa da una persona infetta (con gastroenterite) a una persona sana. Questa modalità di trasmissione è stata frequentemente documentata nelle famiglie con bambini (tra genitori e bambini oppure tra fratelli). Inoltre, l’infezione può avvenire per contatto diretto con gli animali o con acqua e vegetali contaminati da feci di ruminanti. Il periodo di incubazione dell’infezione da VTEC (tempo tra l’ingestione del batterio e l’inizio dei sintomi) è compreso tra 1 e 5 giorni.

Come si cura?

Nelle fasi precoci dell’infezione da VTEC la diarrea è del tutto aspecifica, cioè non presenta caratteristiche particolari che consentono di distinguere quale agente infettante ne sia la causa. Come nella maggior parte delle diarree infettive, la terapia antibiotica non è necessaria e può perfino essere controindicata. E’ opportuno monitorare il quadro ematologico e la funzione renale dei pazienti con sospetta infezione intestinale da VTEC valutando la quantità di urina prodotta e altri segni che possono facilmente essere evidenziati da un normale esame delle urine. Durante la fase di insufficienza renale è indispensabile il ricovero presso un centro ospedaliero specializzato in nefrologia. La dialisi e la plasmaferesi vengono utilizzate per supportare la funzione renale e facilitare l’eliminazione di sostanze tossiche dall’organismo.

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