Tassi usurari record a Foggia. La squadra mobile ha messo fine ad anni di ingiustizie a scapito di alcuni piccoli imprenditori locali e liberi professionisti. Nell’ambito dell’operazione “Imperial”, dal nome del bar foggiano dove avvenivano numerosi versamenti di denaro che le vittime erano costrette a cedere agli aguzzini, la polizia ha eseguito quattro arresti su disposizione della Procura della Repubblica di Foggia (pm Marangelli), per il reato di usura, nei confronti di Aniello Palmieri, nato a Foggia nel 1956, pregiudicato per reati associativi di stampo mafioso, condannato in via definitiva col 416 bis nel processo Panunzio e uomo del clan Moretti; Francesco Lioce, nato a Foggia nel 1967, pregiudicato e titolare del bar incriminato; Antonio Battiante, nato a Foggia nel 1960, pregiudicato detto “pesce bianco” e cognato del boss, Franco Spiritoso e Gaetano Carella nato a Foggia classe 1955, incensurato. Quest’ultimo ai domiciliari, gli altri dietro le sbarre. “Tutti soggetti ben noti alle forze dell’ordine”, ha detto stamattina in conferenza stampa il capo della mobile, Roberto Pititto.
Le indagini, avviate dalla sezione di P.G. presso locale Procura della Repubblica, hanno avuto inizio a seguito del tentativo di suicidio verificatosi nel gennaio del 2016 di un piccolo esercente di un’attività commerciale, avvenuta a causa della sua grave esposizione debitoria con i soggetti indagati. Una importante e proficua attività di collaborazione successivamente avviata dagli investigatori con la vittima, ha consentito di carpire la rilevante situazione debitoria cui si era esposta a decorrere dall’anno 2008. A fronte di migliaia di euro nei vari anni ricevuti, il negoziante aveva dovuto versare un tasso usurario che oscillava tra il 30% ed il 580%. Gli aguzzini, infatti, dopo aver prestato somme di circa 1000 e 2000 euro, pretendevano versamenti costanti da parte delle vittime, il negoziante in modo particolare, di 200, 500 e 700 euro al mese. Così dal 2008 fino all’inizio dell’inchiesta.
Nell’ambito dell’indagine fondata su varie attività di natura tecnica è emersa inoltre la posizione debitoria di altre vittime, fra liberi professionisti, piccoli imprenditori e operanti nel mondo della scuola, anche loro costrette a versare interessi che superavano notevolmente il tasso soglia limite stabilito dalla legge. A riscontro delle attività tecniche, particolarmente importanti si sono rilevate le dichiarazioni collaborative delle vittime usurate, nonché la copiosa documentazione sequestrata negli immobili nella disponibilità degli indagati.