Alle prime luci dell’alba di oggi, agenti della Squadra Mobile della Questura di Foggia, con la collaborazione del Reparto Prevenzione Crimine, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Foggia, nei confronti di Nicola Portante, classe ’66, e dei suoi figli Salvatore classe ’92 e Ciriaco classe ’99, i primi due già noti alle forze dell’ordine, il terzo incensurato, responsabili del tentato omicidio del giovane imprenditore edile, Marco De Vito, avvenuto il 6 dicembre 2017.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, traggono origine da una richiesta di intervento, giunta alla Centrale Operativa della Questura, il 6 dicembre 2017 nel corso della quale fu segnalata, in corso del Mezzogiorno a Foggia, la presenza di tre uomini che dopo aver selvaggiamente aggredito un giovane erano saliti a bordo di un’autovettura dandosi alla fuga. Di lì a poco giunse un’altra segnalazione che diede contezza dell’arrivo presso il pronto soccorso di Foggia di un giovane in stato di incoscienza ed in gravissime condizioni a causa di una ferita di arma da taglio nella zona del rene destro che causò uno shock emorragico.
Le indagini immediatamente avviate dalla Squadra Mobile, anche di natura tecnica, hanno permesso di raccogliere importanti fonti di prova a carico dei tre Portante che in data odierna sono stati catturati in agro di Manfredonia. A fronte di una limitata collaborazione della vittima, la quale sin da subito si è mostrata reticente nei confronti degli agenti, significative sono state le immagini delle telecamere di video sorveglianza di un esercizio commerciale prossimo al luogo del tentato omicidio, da cui è stato possibile vedere i momenti più significativi dell’aggressione. In particolare che l’autovettura della vittima, una Fiat Multipla, era stata bloccata da una vecchia Fiat 500 di colore rosso, di proprietà di Carmela De Stefano, moglie di Nicola Portante. Dalla Fiat 500 scesero Nicola e Ciriaco Portante mentre a bordo di un Fiat Iveco giunse Salvatore Portante, probabilmente colui che ferì a coltellate l’imprenditore, lasciandolo agonizzante al suolo. Nel video si notano auto passare indisturbate nei pressi dell’aggressione mentre altre fanno persino inversione per tirarsi fuori dai guai. Un solo passante si preoccupò di segnalare alla polizia la targa della 500 rossa.
Importante è stata l’analisi dei tabulati che ha permesso di raccogliere gli ulteriori elementi di prova circa l’esatta posizione dei Portante sul luogo del delitto e i contatti che questi intrattenevano con la vittima e che poi hanno supportato la richiesta di misura cautelare oggi eseguita.
Molte ombre sul movente. I soggetti non risultano avere alcun rapporto lavorativo. Forse affari di droga dietro il tentato omicidio. Lo stesso imprenditore, infatti, ha alcuni piccoli precedenti proprio in materia di stupefacenti. Ma gli inquirenti non escludono motivi riguardanti la vendita di un’auto. Le indagini proseguono.