Ai fornelli col grembiule di Mussolini, scivolone del vicesindaco di San Giovanni Rotondo. “Ma io convinta antifascista”

Nunzia Canistro: “Prendo decisamente le distanze dalle polemiche, spesso strumentali, che riguardano una mia foto postata da un’amica, senza il mio consenso…”

L’Anpi ne chiede le dimissioni, ma la vicesindaca che, “sventurata rispose” all’invito gastronomico di fascista grembiul vestita si dice “convinta e democratica antifascista”.
Un brutto scivolone quello dell’avvocato e vicesindaco di San Giovanni Rotondo, Nunzia Canistro. La sua foto poi rimossa che la ritrae intenta al soffritto con un gadget di Predappio ha scatenato il web e gli antifascisti sangiovannesi, meritandosi un articolo di Repubblica regionale.
“Prendo decisamente le distanze dalle polemiche, spesso strumentali, che riguardano una mia foto postata da un’amica, senza il mio consenso, che mi ritrae in un contesto privato, mentre partecipavo a una festa per il compleanno di un amico, indossando un grembiule che ritrae il dittatore Benito Mussolini.
La situazione, amichevole e priva di ogni ufficialità, mi ha portato dietro i fornelli per una estemporanea interpretazione del ruolo di cuoca, ruolo che non mi appartiene spesso per impegni vari”, ha scritto l’amministratrice in una nota.

E prosegue: “Non ho mai avuto pretese da chef, né tantomeno nostalgie per periodi storici che considero lontani dal mio modo di pensare e agire. Convinta democratica e antifascista, le mie convinzioni civili e politiche sono improntate all’abiura di ogni forma di prevaricazione, che è l’anticamera della dittatura. Non ho nostalgia del fascismo, così come non ho nessuna intenzione di farmi portavoce di personaggi che la storia ha condannato e che sono lontani dalle istituzioni democratiche e repubblicane.
Da quella interpretazione estemporanea di cuoca è nata la fotografia incriminata, rimbalzata sui social e su certa stampa, evidentemente in cerca di facili consensi (senza preoccuparsi di cercare la mia versione dei fatti), presa a pretesto anche da qualche rappresentante di associazioni locali, sempre pronto a strumentalizzare questioni che riguardano rappresentanti dell’amministrazione civica”. La chiama una “posa goliardica”. Ma è indubbio che solo una minoranza di italiani ha quei memorabilia e quei gadget in casa.
Fonti vicine all’amministrazione fanno sapere che la goliardata non è stata molto gradita, benché la politica centrista sia tra coloro che più si è spesa per la rimozione della denominazione di una piazza intitolata alla “rivoluzione fascista”.
Chi conosce Canistro la definisce una avvocato molto incline al gioco e allo scherzo. Ma qualcuno argomenta: “Quando si è amministratori si dovrebbe assumere un comportamento consono al ruolo”.