Di Gioia parla da “assessore pro tempore”: “Esperienza positiva, ma non si può essere sempre in difesa”

Durante i Durum Days in Camera di Commercio a Foggia ha avuto parole forti contro chi l’attacca, ormai quotidianamente. Dalla Xylella ai ritardi del Psr

In pieno rimpasto politico pugliese ancora aperto e con diversi territori che chiedono la sua testa, domani l’assessore regionale all’Agricoltura Leo Di Gioia terrà una audizione sulle diverse problematiche del settore come da richieste dei consiglieri regionali Damascelli, Ventola, Mennea e Stea, ma quest’oggi nell’ambito dei Durum Days in Camera di Commercio a Foggia ha avuto parole forti contro chi l’attacca, ormai quotidianamente. Dalla Xylella ai ritardi del Psr. È apparso quasi sfibrato, da “assessore pro tempore”, dalle relazioni con un segmento molto complesso e così tanto fittamente rappresentato a livello sindacale e datoriale. Gli interessi in agricoltura e nell’agroindustria si vedono e si fanno sentire, la disintermediazione è impossibile.

“Essere assessore all’Agricoltura mi ha arricchito, ma non è facile stare sempre un po’ in difesa e col senso di colpa, mi piacerebbe parlare di futuro e raccontare la verità”, ha detto. E qual è la verità? Di Gioia ha fatto autocritica. “La Regione deve fare di più e alleggerire la burocrazia che ci schiaccia, c’è stata una difficoltà amministrativa a gestire le domande. C’è però da ripensare un rapporto etico con i beneficiari del Psr. Serve un maggiore livello d’onestà anche a costo di accettare livelli di impopolarità”. Sono arrivate in maniera indiscriminata troppe domande, molte delle quali irricevibili.

“Bisogna distinguere le partite Iva vere da quelle amatoriali”, ha osservato con una battuta. Su 1,6 miliardi di euro di aiuti comunitari, la Regione ha il compito, secondo Di Gioia, di selezionare le migliori richieste di finanziamento. Classificandole per territorio, colture e prodotto. “Non tutte le colture sono uguali, non tutti i territori sono uguali, non tutti i prodotti possono avere delle premialità. E invece ci troviamo di fronte a tecnici che hanno assicurato domande per tutti, come se il Psr possa essere una integrazione di reddito. Le associazioni hanno avuto il compito di accompagnarci nella definizione del Piano salvo poi indicare nel decisore politico l’unico responsabile dei ritardi, ponendo un solo capro espiatorio per l’inefficienza del sistema. Chi vuole le risorse deve essere competitivo”, ha aggiunto, annunciando un pugno più duro nei confronti degli agricoltori consorziati pugliesi che pagano oggi l’acqua per l’irrigazione a prezzi irrisori. Tariffare l’acqua secondo i reali costi, è l’obiettivo regionale, per razionalizzare una spesa pubblica che oggi è sopportata quasi interamente dai Consorzi di Bonifica e dall’Arif. Un tema spinoso che potrebbe attirargli nuove antipatie da parte di chi già ha in odio quelli che considera “carrozzoni politici improduttivi” dalle esose cartelle.

Intanto continuano le lagnanze politiche sul tema Xylella. “La Giunta pugliese sta premendo la penna sul foglio e sprecando inchiostro, laddove la prima responsabile dell’emergenza Xylella è proprio la Regione, con oltre dodici anni di gravissime omissioni. Ed ora si apprestano affannosamente a levare gli scudi della protesta, a richiedere interventi del governo italiano affinché faccia opposizione alla possibile decisione dell’Ue di estendere le ‘zone rosse’ fino ai territori di Bari, Fasano e Taranto. La cura, quindi, sarebbe inequivocabilmente peggiore del danno iniziale, un danno sottovalutato e lasciato lievitare a dismisura per arrivare al limite estremo di oggi. Se fosse stato attuato il Piano Silletti, oggi non avremmo una ghigliottina sulla testa che minaccia l’economia olivicola e vivaistica dell’intera Regione, anche nei luoghi dove le piante infette sono di numero quasi irrisorio. In questa assenza di governo forte che ha già prodotto le conseguenze che conosciamo, poi, c’è pure chi discute l’utilizzo intelligente e mirato dei fitofarmaci! Ci vorrebbe un bagno di umiltà (improbabile) da parte di chi ha fallito, ma anche forte determinazione per iniziare almeno a contenere il dilagarsi dell’infezione. Forse, solo allora l’Unione Europea mollerà la presa, dopo essersi sostituita ad un’istituzione immobile e a tratti poco credibile”, è la nota ufficiale del capogruppo di Forza Italia ed ex assessore regionale all’Agricoltura Nino Marmo.

Un altro ex assessore al ramo Dario Stefano pure interviene nel dibattito: “Mentre si continua a discutere su cosa è meglio fare, spesso senza competenza, il vero nemico – il patogeno da quarantena che ha colpito la Puglia – continua inesorabilmente la sua avanzata. Nessuno di noi è purtroppo in grado di definire cosa è meglio fare al cospetto di un batterio che gli scienziati di tutto il mondo non sono riusciti ancora a combattere. Dopo il fronte degli ambientalisti, quello dei complottisti, dei cantanti e degli attori, delle sedi giudiziarie e dei politici risolutori o delle inutili task force, ora si è aperto anche quello dei sindaci che si oppongono all’unico rimedio possibile di lotta, quella al vettore che diffonde la malattia. Io sono con Carlo Salvemini che ha saputo assumersi la responsabilità di non opporsi perché occorre rispettare la legge e seguire la strada tracciata dalla scienza”.