ATAF, il caso dei mezzi obsoleti. “Autobus pericolosi per noi autisti e per l’utenza”

Lettera cartacea da parte di alcuni lavoratori che elencano disservizi e reali difficoltà alla guida delle circolari e in azienda. “Prosegue da anni il degrado del parco macchine”

Non solo parcometri e difficile gestione del circolante metallico da parte di Protect o preoccupazione sul possibile affidamento di 20 corse extraurbane ad una delle imprese private di Cotrap, impazza in Ataf, l’azienda di trasporto pubblico locale foggiano, la diatriba sul concorso interno per sostituire la dottoressa Felicetta Rubino, capo dell’ufficio contabilità della sede di Via Motta della Regina, in quiescenza dal primo aprile.

Come se non bastasse giunge a l’Immediato una lettera cartacea da parte di alcuni lavoratori dell’Ataf, che elencano una serie di disservizi e di reali difficoltà alla guida delle circolari e in azienda.

Eccone il contenuto.

“Siamo alcuni lavoratori dell’azienda di trasporto pubblico locale Ataf. L’azienda da anni verte in un degrado relativo al parco macchine che ha permesso la perdita di chilometri da effettuare. Gli autobus, ormai obsoleti, sono diventati pericolosi sia per noi autisti sia per l’utenza. Ci sono problemi meccanici che non si riescono ad arginare, legati ai freni non perfettamente funzionanti, agli impianti di riscaldamento e condizionamento che portano ad una vera e propria asfissia d’estate all’era glaciale in inverno, al malfunzionamento delle spie del quadro elettrico e del quadro motore, ad un insopportabile rumore dovuto sia al manto stradale dissestato ma soprattutto al mezzo di trasporto, che non essendo nuovo, ha cedimenti che comportano rumorosità elevata, cigolii etc andando a “deficere” l’udito del lavoratore”, scrivono con grande pathos.

E continuano, non senza acre ironia: “Inoltre non bisogna sottovalutare l’odore repellente di gasolio che pervade più della metà degli autobus e in molti casi, essendo i mezzi sprovvisti di finestrini apribili, non è possibile arieggiare, diventando così una trappola per topi (citando la stessa Agatha Christie). Stessa cosa dicasi della mancanza totale di sicurezza all’interno del tunnel di rimessaggio dove non c’è un adeguato impianto di aspirazione. Last but non least, le officine sono insicure: fredde d’inverno (tant’è che i lavoratori sono costretti ad accendere il fuoco nei secchi, con metodi rudimentali dell’era paleolitica) e caldissime in estate (fornaci quotidiane). Tutto questo è fonte d’insoddisfazione da parte del lavoratore ma soprattutto controproducente per la nostra salute e per l’incolumità degli utenti. Purtroppo come lavoratori non ci sentiamo tutelati e siamo costretti ad esternare le nostre rimostranze nell’anonimato per la paura di futuri provvedimenti disciplinari”.



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