Alcune corse ATAF potrebbero passare ad altra azienda (Metauro?). Tremano una ventina di lavoratori

Occhi puntati sulle seguenti suburbane: la 20, le 2 circolari numero 24, la LGA diretta al GrandApulia, la 33 per Segezia e la 28 per Rignano Scalo. Preoccupazione tra i dipendenti

Il neo presidente dell’Ataf, l’ingegner Stefano Torraco, potrebbe ritrovarsi presto sul tavolo della sede del Villaggio Artigiani una proposta bollente, che non piace ai dipendenti e che, secondo alcune indiscrezioni, è stata uno dei motivi che hanno indotto l’avvocato Raffaele Ferrantino a dimettersi da presidente e direttore dell’azienda di trasporto pubblico locale foggiano.

Nel dicembre 2017 il sindaco Franco Landella si presentò in azienda con una deliberazione di Giunta Comunale, mai ufficializzata e rimasta solo sulla carta, in ordine all’esternalizzazione da parte di Ataf di una quota parte del servizio di TPL in misura non superiore al 15% al fine di garantire la completa erogazione del servizio di trasporto urbano e suburbano.

In quell’atto, attualmente appeso e che con ogni probabilità potrebbe essere riproposto, si faceva riferimento ad una nota del 24 giugno 2016, nella quale Ataf comunicava al Comune di Foggia la necessità di acquistare in più anni almeno 20 autobus per non incorrere nuovamente alla decurtazione dei corrispettivi regionali. La deficienza del parco autobus è un tratto comune di tutte le aziende del settore dei trasporti pubblici locali in Italia.

Negli ultimi 4 anni Ataf in mancanza di un congruo numero di mezzi non è stata in grado di garantire il completo svolgimento del servizio. L’azienda ha dichiarato di aver registrato negli ultimi anni minori percorrenze per circa 200mila chilometri e minori corrispettivi regionali, pari a – 400mila euro nel 2016, -142mila nel 2015, -258mila euro nel 2014 e -412mila nel 2013. Con una perdita complessiva di oltre 1,2 milioni di euro di finanziamenti regionali.

La ormai costante sottoerogazione del servizio, oggettivamente ascrivibile alla mancanza di autobus, sta anche comportando una speculare flessione dei ricavi degli incassi dei biglietti e degli abbonamenti. Si perde utenza. E la perdita è già stimata in un -150mila euro all’anno.

Da qui l’urgenza, secondo il sindaco, in qualità di socio unico della partecipata, di affidare in house una parte del servizio ad un’altra azienda. Non con un appalto, ma con una concessione, come si è affrettato a verificare il dirigente dell’Ufficio Avvocatura, Contratti e Appalti, Mimmo Dragonetti. Ebbene, con la sottoscrizione da parte di Ataf di alcune quote del Consorzio Trasporti Aziende Pugliesi (il Cotrap) e la formale partecipazione al Consorzio, dal 27 novembre del 2017, l’ostacolo legislativo sembra essere stato aggirato, dal momento che il Consorzio svolge direttamente ed assegna i servizi di trasporto secondo i criteri previsti dal suo regolamento.

L’ipotesi di esternalizzare una quota parte del servizio di trasporto fino ad un massimo del 15% è apparsa alla fine del 2017 la più congeniale al sindaco Franco Landella, che l’ha ritenuta una “rapida soluzione alle diverse ed evidenziate criticità” dell’azienda. In quella delibera, poi bloccata, il primo cittadino dava ad Ataf l’indicazione di subaffidare in tempi brevi, alle condizioni correnti per il tramite e con il supporto tecnico procedurale del partecipato Cotrap a terzi soggetti sempre componenti del raggruppamento consortile il 15% del servizio fino alla scadenza del contratto, fissato al 30 giugno 2018. Nell’atto si scriveva anche di prediligere in via principale ai fini dell’esternalizzazione i servizi suburbani, mantenendo ad Ataf invece la gestione diretta delle corse urbane. L’impresa individuata all’interno del Cotrap potrebbe essere la Metauro, che ha dei mezzi suburbani e delle macchine che potrebbero svolgere quel servizio.

Nel corso dell’incontro dei giorni scorsi in Prefettura tra organizzazioni sindacali, Comune e azienda, proprio i sindacati avevano chiesto notizia della proroga dell’affidamento del servizio in house e della eventuale esternalizzazione di una parte del servizio. Secondo i calcoli un outosourcing al 15% consterebbe di almeno 6 linee su 42. L’esternalizzazione potrebbe riguardare tutte le linee esterne alla città, le suburbane, ossia la corsa 20, le 2 circolari numero 24, la LGA diretta al GrandApulia, la 33 per Segezia e la 28 per Rignano Scalo.

Insomma 6 linee che da sole valgono la parte sostanziosa dei chilometri e dei corrispettivi regionali, pari rispettivamente a 700mila chilometri l’anno e 1,4 milioni di euro. Una somma questa che andrebbe ad ingrossare per l’80% il Cotrap e nello specifico Metauro e solo per il 20% resterebbe nelle casse ormai svuotate dell’Ataf, che aveva già deciso di non presentarsi alla gara prefettizia per le corse dirette al Cara.

Con la esternalizzazione si perderebbero chilometri preziosissimi e risorse. E che fine farebbero i 20 autisti Ataf oggi impegnati nel servizio di quelle corse con un’età media tra i 45 e i 50 anni e quindi lontanissimi dall’età pensionabile? Si teme non solo per il personale, ma anche per la ristrutturazione del debito Ataf. Oltre ai corrispettivi perduti, da tempo  anche la sosta non riesce più a garantire entrate adeguate. I lavori in corso da un lato e l’assenza di segnaletica a terra, con le strisce blu ormai inesistenti, hanno ridotto gli stalli e la possibilità di multare i trasgressori. In azienda c’è preoccupazione. Tutti sperano che la delibera di Giunta non torni nuovamente in auge, sobillata dal sindaco. Ad ogni modo, la decisione è di una tale importanza che non può non passare dal Consiglio comunale.