Nel pomeriggio di sabato 12 scorso, nell’ambito di un’attività coordinata dalla DDA di Catanzaro e che ha visto coinvolti, la Squadra Mobile di Catanzaro ed il Servizio Centrale Operativo, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Foggia hanno notificato in carcere, la misura restrittiva della custodia cautelare, nei confronti di Carmine Fratepietro di Andria classe 1978 e Matteo La Dogana di Cerignola classe 1972, entrambi pregiudicati.
Le indagini svolte hanno acclarato la piena responsabilità degli stessi in ordine alla rapina a mano armata consumata in data 4 dicembre 2016 presso l’istituto della Sicurtransport di Caraffa di Catanzaro, allorquando vennero portati via oltre 8 milioni di euro.
In particolare gli investigatori in ordine a La Dogana, a seguito di accurata attività investigativa, hanno compreso che l’uomo potesse avere ancora la disponibilità di una parte del provento della rapina. L’intuizione si è rivelata vincente in quanto, a seguito di accurata perquisizione effettuata a Cerignola nell’ottobre 2017 in un’abitazione nella disponibilità di una persona apparentemente estranea ad un contesto criminale, ma molto vicina a La Dogana, è stata rinvenuta la somma di 119.000 euro, di cui una banconota da 100 euro riportava il timbro della Sicurtransport.
Fondamentali sono state le attività tecniche effettuate a carico di Fratepietro che, colloquiando in particolare con la moglie all’interno del carcere, ha fornito elementi tali da dimostrare la sua partecipazione attiva alla rapina presso il caveau di Catanzaro. I due non erano stati attinti dai provvedimenti di fermo emessi alcune settimane addietro dalla DDA di Catanzaro, in quanto già in carcere per altri reati.
Contestualmente si è provveduto a rinotificare la misura cautelare in carcere emessa dal gip di Catanzaro nei confronti di Mario Mancino, di Cerignola classe 1981, già destinatario del provvedimento di fermo. Sono attivamente ricercati altri due destinatari dei provvedimenti restrittivi tra cui il capo della banda, il 37enne cerignolano, Alessandro Morra.