Toni confusi dal M5S e dal suo capo politico Luigi Di Maio, che invece di analizzare la sonora bocciatura del Friuli, ha cominciato ad agitare lo spettro del ritorno alle urne. Il quadro si fa complicato, con la Lega che avanza e Renzi che s’arrocca. “È evidente che di fronte ad un’opportunità di cambiamento, questi partiti resistono con tutte le forze. Deve essere chiaro, qui stanno cercando in tutti i modi di fermare un governo del cambiamento. Per mantenere i loro sporchi interessi”, ha detto Di Maio.
“In questi giorni ci siamo scontrati con chi preferisce restare sotto braccio di un pregiudicato, responsabile di una delle pagine più tristi della nostra storia, ed un partito sequestrato da uno sbruffone che ripropone al paese le stesse cose per le quali ha ricevuto la più sonora bocciatura – ha scritto la vicepresidente del Senato Paola Taverna -. Abbiamo agito guidati da quel sogno chiamato “cambiamento”. Era a portata di mano. Pochi centimetri. Una firma di responsabilità, apposta pensando solo al dolore dei cittadini.Invece abbiamo trovato egocentrismo e buffonaggine. Era questo il futuro che auspicavano? Volevano che 11 milioni di persone si arrendessero davanti alle loro misere strategie? Beh, non ci riusciranno. Non si può vincere con chi non si arrende mai. Per me, per il Movimento 5 Stelle, per 11 milioni di Italiani si deve tornare al voto. A decidere saranno i cittadini. Ora più che mai”.
“Non andremo a votare subito, Mattarella sta preparando il terreno ad un governo del Presidente ove noi ovviamente staremo fuori”, dice un autorevole esponente dello staff pentastellato foggiano.
Sembra si stia realizzando quello che da sempre viene definito uno dei piani b preferiti dal M5S, ossia l’estromissione dal governo, che con una posizione di opposizione capitalizza ancor di più il malcontento e il malanimo dei cittadini italiani.
“Scorgo all’orizzonte un governo tecnico o del presidente, con maggioranza Pd-FI, appoggio esterno di Lega-FdI”, profetizza il senatore a 5 Stelle foggiano Marco Pellegrini (nella foto in alto con Gisella Naturale).
Sarà realmente così? Una cosa appare abbastanza certa: un eventuale accordo M5S-Pd fa bene solo al centrodestra in termini di consensi e confina il Movimento nel polo del centrosinistra, rendendolo un contenitore meno post ideologico rispetto al 4 marzo. Poco importano le disquisizioni sulle parole, sui sinonimi. Foedus. No al termine alleanza, sì invece al vocabolo accordo, quando Beppe Grillo scrive “confondere un accordo su dei temi con un’alleanza è come confondere un contratto d’affetto con l’amicizia. Le parole perdono il loro significato, la politica anche, i diritti pure”. “Stiamo vivendo uno stallo soltanto apparente, è soltanto il lavorio dei vecchi partiti che tentano di rigenerarsi sfruttando l’onda provocata dalla nostra energia, la stessa che li ha suonati come campane. Questa è la logica evolutiva dei parassiti: utilizzare l’entusiasmo del nuovo per far sopravvivere il vecchio”, continua il garante in una lunga nota appena pubblicata.
Intanto tra poco dalle ore 19.30 alle ore 21.30 la senatrice Gisella Naturale sarà al gazebo del meetup Torremaggiore 5stelle davanti alla Credem. “Non cambiano le mie abitudini, sarò sempre tra i cittadini e per i cittadini”, ha annunciato.