Un altro piccolo passo del percorso di Vazapp per raccontare le persone. Così Giuseppe Savino ha presentato in Fiera il nuovo format “A cena con i tuoi”, nato dalla lettera scritta 3 anni fa proprio da Giuseppe a suo padre, quando gli ha spiegato la sua scelta di lasciare il posto fisso e di tornare alla terra.
Vazapp in questi anni, ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Leo Di Gioia, non è solo marketing o comunicazione. “Qual è l’età giusta per il passaggio generazionale? Noi abbiamo fissato il primo insediamento quando i genitori sono pensionati, è importante che i ragazzi si affranchino. Tra le altre condizioni c’è quella che l’azienda non possa essere frazionata. Avremmo potuto ragionare solo sul premio di insediamento. Qual è la vocazione dei figli? Il rapporto conflittuale produce competizione, tutte le difficoltà amministrative trovano un risvolto familiare. Giuseppe ha saputo cambiare la prospettiva. Noi dobbiamo finanziare 1000 giovani su 5200 domande, ma il primo elemento da caratterizzare è il luogo. Un dato oggettivo c’è: abbiamo l’esigenza che in azienda ci siano i giovani, per un salto generazionale e culturale, perché i nostri ragazzi sono nativi digitali. Le nostre misure non devono essere un modo per mascherare gli investimenti degli adulti che continuano a condurre l’azienda. Quello dell’agricoltore è un lavoro meraviglioso che incrocia sanità, turismo e paesaggio”, è stato il commento di Di Gioia.
Vazapp anche stasera ha raccontato “semi di futuro”. “Quanto siamo consapevoli di essere in una terra fantastica?” l’interrogativo dell’imprenditore di Borgo Turrito, Luca Scapola, il cui padre vignaiolo e cantiniere non ha voluto esserci.
15 padri e 15 figli si sono raccontati ai tavoli seduti sulle balle. Tra loro anche contadini “vip” come Peppe Zullo o Enzo Smacchia. I padri però hanno incontrato altri giovani, non I loro figli, per incrociare domande, esigenze e problemi differenti.