Via Lanza cambia faccia, perplessità sulle panchine: sembra di viaggiare su un Regionale

La nuova isola pedonale non smette di scaldare gli animi e di accendere infervorate polemiche social tra i cittadini e le cittadine foggiane. Polemiche progettisti e costi opera

Via Lanza a Foggia non smette di scaldare gli animi e di accendere infervorate polemiche social tra i cittadini e le cittadine foggiane. All’inizio, quando il sindaco Franco Landella introdusse i lavori nel piano triennale delle opere pubbliche, nelle primissime settimane del 2017 fu l’ordine degli architetti a protestare, dopo aver scoperto che nonostante il concorso di idee aperto sul sito istituzionale col coinvolgimento dei cittadini, il Comune di Foggia avesse optato per la strada dell’invito ai tecnici, iscritti nell’elenco dei professionisti di fiducia dell’ente a voler rappresentare la propria disponibilità ad accettare l’incarico presentando una propria offerta economica di circa 30mila euro per l’idea progettuale su Via Lanza.
Furono invitati in tre: l’ingegner Francesco Corbo, l’architetto e urbanista docente all’Università di Pescara Antonio Alberto Clemente e l’architetto Antonio Sollazzo.
Vinse il secondo con grande ira del presidente dell’Ordine Gaetano Centra da sempre suo acerrimo nemico.
Archiviate le polemiche tra progettisti vennero quelle sul costo dell’opera, più di 1 milione di euro messo a bando e vinto dalla Opera srl di Luca Leccese. Un prezzo subito giudicato spropositato, se parametrato alle tante strade groviera e alle buche senza fondo di molti quartieri della città.

Ma in tanti difesero l’opera e per l’aumento di pedonabilità in una città dalla mobilità ingessata all’auto privata e perché l’isola pedonale allargata rimarrà il segno tangibile di una amministrazione di centrodestra meno operosa e discontinua rispetto al passato di quel che ci si attendeva (soprattutto tra quanti boicottarono la vittoria di Augusto Marasco).
Ora è la volta delle panchine inchiodate con una strana direzione modello treno Regionale o autobus, forse per una recondita nostalgia delle circolari Ataf, che pure non hanno avuto vita facile con la chiusura di Via Lanza.
Fonti vicine al progettista lo raccontano come profondamente depresso per una città “senza sentimento” e senza rimedio.
Ad uno sguardo rapido del progetto appeso al cantiere si può notare che il rifacimento di Via Lanza è stato totalmente stravolto nella sua realizzazione. Senza che vi fossero dei risparmi in termini di costi. È questo l’aspetto tragicomico. Ma solo per “indolenza”, “mancanza di rispetto” e “ignoranza grassa”, spiega qualcuno che chiede a l’Immediato di poter rimanere anonimo.

Le aiuole si sono drammaticamente ridotte di numero. Non solo. Quelle presenti dalle originarie misure 120 x 240 centimetri sono diventate dei quadrati da 120×120. L’isola pedonale avrebbe dovuto rappresentare un aumento esponenziale del verde pubblico ed invece a conquistare spazio è stata solo la pavimentazione, anche essa stravolta. A tutto vantaggio di una specie di “corridoio lunare” che di certo non potrà essere attraversato nelle ore dell’afa foggiana, che presto arriverà.
Ma qual è il motivo della riduzione del numero e  della lunghezza delle aiuole? Perché si è voluto depennare un progetto immaginato per un viale alberato consono ad una città in cui sono familiari i 40 gradi? Le voci si rincorrono. I cittadini che avevano offerto il loro parere sul sito avevano chiesto a gran voce più verde pubblico, ma secondo i rumors i commercianti avrebbero reclamato delle modifiche sia sulle panchine, oggi posizionate perpendicolarmente alle loro vetrine, sia sulla superficie verde. Di certo l’impresa ha offerto delle migliorie, ma queste non possono stravolgere l’idea progettuale. Del resto anche la pavimentazione nel progetto originario seguiva il ritmo delle aiuole, che una volta scomparse hanno causato una modifica della tessitura a terra dei materiali, trasformando il disegno in un banale corridoio. Senza contare l’illuminazione a terra, anche quella montata male, secondo gli esperti.

L’opera avrebbe dovuto rispondere a due obiettivi ben precisi. Il primo riguarda l’azzeramento di quota tra strada e marciapiede, il secondo invece era inerente al rinfoltimento della zona alberata per rendere più piacevole la passeggiata. Un obiettivo ormai del tutto mancato perché ogni aiuola potrà ospitare un solo albero e neanche di quelli molto ombreggianti.
l’Immediato ha tentato di vederci più chiaro interpellando il direttore dei lavori, l’ingegner Roberto Pollio. Ma il tecnico è stato vago, rinviando le responsabilità all’amministrazione. Ecco la sua versione: “Sono stato tempestato di telefonate, io sono solo una piccola ruota del carro. Per coerenza e scelta di noi tecnici sarà l’amministrazione ad illustrare il perché di alcune decisioni. Molte varianti nascono da esigenze pratiche, architettoniche ed urbanistiche e anche da un adeguamento delle nuove normative datate 27 luglio 2017 sopraggiunte dopo la pubblicazione del bando”.
Il 19 marzo 2018 la direzione dei lavori ha redatto infatti una relazione tecnica che ha ampliato i sottoservizi, predisponendo a futuri adempimenti in base alle ultime normative sulla sicurezza dei luoghi di aggregazione, con l’obiettivo del miglioramento degli impianti fognanti e la predisposizione di nuovi cordoli in pietra lavica.



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