Iolanda Rolli, commissaria straordinaria del Governo per l’area del Comune di Manfredonia per l’emergenza immigrazione ne aveva parlato in maniera generica nel corso di uno dei seminari pomeridiani della Giornata Nazionale della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia, lo scorso 21 marzo a Foggia. Sta lavorando su tutto il territorio di Capitanata alla creazione di villaggi attrezzati, con trasporti regolari, per ospitare i migranti stagionali per sottrarli alla vita dei ghetti e allo sfruttamento del caporalato.
Circa un anno fa la Rolli ha chiesto ai veri enti provinciali di mettere a disposizione degli immobili per l’emergenza migranti e la Provincia di Foggia con il presidente Francesco Miglio, il dirigente Bux e la funzionaria Denise Decembrino ha candidato l’ex istituto agrario di Torre di Lama, ormai abbandonato, per uno dei progetti di inclusione sociale per accedere ad un finanziamento europeo e riqualificare l’area e la struttura. L’idea, come trapela nei corridoi di Palazzo Dogana, dal momento che la Provincia non può alienare la scuola e cederla come una mera struttura di accoglienza, è quella di trasformare l’ex sede dell’istituto professionale per l’agricoltura e per l’ambiente Einaudi in un centro di formazione per migranti. Per giovani, bambini e famiglie. L’ex Agrario dovrebbe diventare insomma un convitto per inserire i migranti nel mondo del lavoro regolare e strapparli al caporalato, per un processo di accoglienza strutturato “in grado di rispondere in maniera dignitosa e rapida all’arrivo di migranti, adulti, famiglie e minori non accompagnati”. Non un altro Cara quindi, ma un luogo in cui dedicare dei corsi di formazione per migranti, del tutto assenti al momento nel sistema della formazione della Regione Puglia. Solo pochissimi privati organizzano corsi professionali per stranieri. Nella struttura dovrebbero pertanto sorgere corsi per potatori, manutentori, autisti di veicoli agricoli. Ma l’edificio va riqualificato: va ancora quantificato il costo per la rigenerazione della struttura, alla quale ancora oggi mancava la verifica di vulnerabilità. Un documento che sta bloccando i piani della Rolli, la quale proprio oggi chiedeva conto della documentazione all’amministrazione provinciale.
Intanto la notizia, seppur non in forma precisa, sta allarmando molto gli agricoltori e i residenti della zona. Si è costituita ed è in fase di registrazione l’associazione Arpinova Borgo Rurale, che annuncia di dar battaglia, non contro i migranti, perché non sono razzisti, ma contro l’idea di un territorio asservito alle logiche degli appalti, improduttive. In passato l’ordine degli agrotecnici, ex alunni di quella scuola, aveva chiesto di avere la sede per realizzare progetti e studi agricoli, ma la Provincia la negò. Oggi invece in sordina, ben conoscendo i gravi disagi del territorio, che a pochi metri accoglie un campo rom ed è disseminato di ghetti, si studiano piani per scuole di formazione per migranti, primo passo per la creazione di un villaggio “assistito”.
Nei mesi scorsi, l’ente provinciale ha fatto di tutto per far vandalizzare la struttura. alcune ditte avevano anche presentato dei preventivi per l’impianto di sorveglianza nel mese di ottobre 2017: con una spesa di poche migliaia di euro la struttura avrebbe potuto essere messa al riparo da furti e saccheggi. Oggi il plesso dell’alberghiero è semi distrutto, sebbene i residenti si siano visti rispondere che a breve sarebbero iniziati i lavori di ripristino e che avrebbero provveduto anche al ripristino della sorveglianza per mettere in sicurezza la struttura da atti vandalici. Ci sono stati alcuni lavori di impermeabilizzazione, ma senza provvedere minimamente alla messa in sicurezza. Secondo Arpinova Borgo Rurale i dirigenti della Provincia erano a piena conoscenza di ciò che stava succedendo. “L’architetto Decembrino ci aveva assicurato che avrebbe fatto ripristinare allarme e sorveglianza e questi sono stati i risultati. La distruzione di quel plesso significherebbe privare il territorio dauno dell’unico strumento in grado di rilanciare la nostra cultura contadina Made in Italy, fatta di agricoltura e di eccellenze agroalimentari che il mondo intero ci invidia. I cittadini di Arpinova più volte hanno espresso la loro volontà di mettere la struttura dell’alberghiero al servizio del Territorio fornendole un adeguato servizio di custodia e di sorveglianza ma non sono stati ascoltati. Hanno preferito sacrificare una scuola agraria al servizio dei cittadini e del territorio pur di raggiungere il loro scopo”.