La tanto attesa “alleanza” tra Movimento 5 Stelle e Lega, con un patto anche geografico Nord Sud, si è compiuta oggi con la elezione di Roberto Fico alla Presidenza della Camera e di Maria Elisabetta Alberti Casellati a quella del Senato. C’è qualcuno che inneggia al “capolavoro politico” dei due nuovi potenti leader Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Tutti felicissimi i pentastellati pugliesi per la “la centralità del Parlamento” e lo “spirito di cambiamento e superamento dei privilegi della politica con un ritorno ad una vera sovranità popolare e dei cittadini!”, di cui ha parlato il napoletano Fico nel suo discorso di insediamento. “La prima donna seconda carica dello Stato, Presidente del Senato, Elisabetta Casellati… buon lavoro!!!”, ha twittato la sconfitta dirigente azzurra foggiana Michaela Di Donna.
Soddisfatti anche i renziani nostrani. “Un partito che esce da una brutta sconfitta. Il fatto che abbia retto all’urto delle sirene che volevano spaccarlo in queste settimane è un fatto positivo”, ha scritto Lorenzo Frattarolo.
Nessuno ha tentato di analizzare la ramanzina di ieri del presidente emerito Giorgio Napolitano sulle classi dirigenti meridionali e sul clientelismo al Sud, che si è ribellato ad un establishment politico, restio ad ogni rinnovamento.
“Tutti gli Italiani saranno rappresentati con l’elezione odierna dei Presidenti di oggi. La Lega ha rinunciato alla presidenza sia della Camera che del Senato pur avendo i numeri. Non hanno vinto i partiti, hanno vinto i cittadini. E adesso andiamo a governare, per il bene dell’Italia”, ha detto il leghista pugliese neoparlamentare Rossano Sasso. Proprio sulla Lega oggi si concentrano le maggiori attenzioni. Si agita e molto nelle ultime ore il vicepresidente del Consiglio regionale pugliese Giandiego Gatta, terzo classificato in Puglia alle Politiche in quanto a numeri e performance. 40mila preferenze nel suo collegio Manfredonia-Cerignola-Bat, con una percentuale del 35%, la terza in tutta la Puglia. “Non mi sento uno sconfitto, ma amareggiato”, ha detto a tutti.
Numeri che non sono bastati alla sua elezione, per via della composizione delle liste che ha premiato, come si sa, la ex miss Molise Annaelsa Tartaglione, che in alcuni rumors nazionali lo stesso Silvio Berlusconi ammette di non conoscere affatto.
L’attacco oggi è al segretario Gino Vitali, entrato in Parlamento. Nei giorni scarsi Gatta insieme all’altro escluso Massimo Cassano avrebbe tentato di aprire un varco nella dirigenza pugliese, ma la segreteria regionale del partito per lui è cosa alquanto ardua, dal momento che tutto passa da Bari, dove le elezioni amministrative del 2019 sono considerate essenziali e cruciali anche per le Regionali del 2020.
Non sono pochi coloro che auspicano un ingresso di Giandiego Gatta nella Lega, che oggi con 2 parlamentari pugliesi e il vento in poppa è il vero asse del centrodestra. La strada per lui nel Carroccio sarebbe spianata. Ma Gatta, è noto, è molto guardingo, già nel 2010 non seguì Gianfranco Fini nella sua avventura con Fli ed è improbabile che abbia la temerarietà di lasciare oggi Forza Italia, ancor più perché a Foggia dovrebbe scontrarsi con dei leghisti assai litigiosi e volubili.
Che sia però la Lega il nuovo polo del centrodestra lo dimostrano dati non solo di Foggia, ma anche di Cerignola, dove ha ottenuto un ottimo 7.6%, nonostante la presenza di 3 ex An, come Gatta appunto, Sergio Silvestris che tiravano per Fi e Gianvito Casarella candidato in FdI.
Qualcuno ascrive meriti a Fabrizio Tatarella e all’iniziativa del 9 dicembre a Foggia, ma è chiaro che sono il simbolo della Lega e il leader a tirare e non solo gli uomini col loro appassionato impegno, mentre Forza Italia appare digradante. “La campagna acquisti non è mai conclusa, ogni riferimento ai consiglieri regionali è puramente casuale”, scherzano dalla Lega in Capitanata, alla vigilia di un congresso che sarà scoppiettante e che potrebbe premiare l’avvocato Giovanni Riviello di Santeramo in Colle per il dopo Rossano Sasso.
In questo scenario confuso di berlusconismo morente, Gatta secondo qualcuno mirerebbe a minare l’unico avversario rimasto in Forza Italia, ossia il sindaco Franco Landella, per dire la sua alle prossime comunali foggiane, consegnando la candidatura a primo cittadino all’avvocato Luigi Miranda (così da neutralizzarlo come possibile candidato per Via Capruzzi), e per destinarlo definitivamente alla ipotesi delle elezioni Europee.
“Il coordinamento provinciale di Raffaele Di Mauro è troppo prono a Landella e potrebbe essere a rischio. Di Mauro ha accettato supinamente la prevaricazione di Vitali e non ha tutelato le risorse locali, imbambolato dalla possibilità di scattare per via dell’incrocio tra Molise e Capitanata. Ma è stato beffato dai resti”, dicono ambienti vicini all’avvocato manfredoniano Gatta, fuori dalla liturgia delle interviste di rito, rilasciate alla stampa.