Inizia nel carcere di Foggia il progetto “In me non c’è che futuro”, nato dalla collaborazione tra l’azienda farmaceutica Farmalabor S.r.l, il provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per le regioni Puglia e Basilicata, la Cooperativa sociale “Pietra di scarto” e l’Istituto penitenziario foggiano.
Il progetto nasce con un obiettivo preciso: dare un’opportunità di riscatto sociale e personale ai detenuti, al fine di rendere educativa l’esperienza della reclusione. Ai detenuti verrà data la possibilità di sviluppare in loco competenze legate alla produzione farmaceutica che, oltre a restituire dignità personale e professionale, possano rappresentare uno strumento fondamentale per il reinserimento nel mercato del lavoro.
Dopo una fase iniziale di formazione tecnica, le risorse si dedicheranno all’allestimento di packaging farmaceutico in un locale attrezzato all’interno del carcere. I prodotti finiti saranno contrassegnati con un apposito bollino, in modo da informare la clientela sull’iniziativa sociale e sensibilizzare l’opinione pubblica sul reinserimento dei detenuti nel mercato del lavoro.
Oggi la presentazione ufficiale del progetto. Previsti gli interventi di Carmelo Cantone (Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Puglia e Basilicata) su “Prevenzione speciale: un’opportunità per i detenuti e per il territorio”; Rosa Musicco (Direttore Casa Circondariale di Foggia) su “Finalità e step di realizzazione del progetto In me non c’è che futuro”; Pietro Fragrasso (Presidente Cooperativa sociale “Pietra di scarto”) su “La lotta alla criminalità parte dal basso: le esperienze della Cooperativa”; Sergio Fontana (Amministratore unico Farmalabor s.r.l.) su “Responsabilità sociale d’impresa: il caso pugliese”.