“E la storia continua, sempre la stessa, sempre gli stessi”, così scrive sui social l’oppositore numero uno dell’amministrazione comunale foggiana, il capogruppo dei Fratelli d’Italia Giuseppe Mainiero, allegando alla famosa locandina del film di Francesco Rosi “Le mani sulla città”, gli hashtag #urbanizzando, #siraschiailbarile e il #ilpugin100giorni. Altro che 100 giorni per l’approvazione del Pug, ne sono passati circa 1300 dall’insediamento del centrodestra a Palazzo di Città, avviatosi ormai al suo ultimo anno di consiliatura, e di Pug neppure l’ombra. Ma non mancano i progetti urbanistici. E non solo grazie al bando “da periferia a periferia”.
Non è un mistero che la maggioranza di Franco Landella, sotto elezioni politiche, stia pensando di arginare l’emergenza abitativa attraverso nuove lottizzazioni edilizie da realizzare al cosiddetto Comparto 28 nei pressi di Via Gandhi.
Le varianti al piano regolatore dovrebbero sorgere da una necessità di opere pubbliche o di insediamenti di interesse collettivo o speciale, ma spesso a Foggia gli interessi privati fondiari si sono tramutati in interesse generale. Anche i nuovi ragionamenti, che coinvolgono i terreni dietro Palazzo di Giustizia e l’ampia area di Via Gandhi, dove sta già realizzando Gino Boscaino, non fanno eccezione.
L’idea nacque nel 2014 ai tempi dell’amministrazione Mongelli. E in piena continuità ritorna oggi dopo più di 3 anni di governo Landella. Il 10 aprile del 2014 il consiglio comunale approvò, infatti, una delibera inerente le “norme urbanistiche finalizzate ad aumentare l’offerta di edilizia residenziale e sociale”, dicendo sì al Piano particolareggiato di Via Gandhi.
La legge regionale dell’ex assessora vendoliana Angela Barbanente prevede che i Comuni possono definire ambiti la cui trasformazione è subordinata alla cessione gratuita da parte dei proprietari, singoli o riuniti in consorzio, di aree o immobili da destinare a edilizia residenziale sociale, in aggiunta alla dotazione minima inderogabile di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi. I Comuni ad alta tensione abitativa come Foggia sono tenuti a procedere all’attuazione degli interventi previsti dalla L. R. n. 12/2008, previa valutazione del fabbisogno di edilizia residenziale pubblica.
All’epoca l’ex sindaco Mongelli sancì che la valutazione del fabbisogno di edilizia residenziale sociale (ERS) fosse pari a 954 alloggi. La situazione non è cambiata oggi. Gli sfrattati e i senza casa non sono diminuiti, anzi. C’è chi chiede programmi speciali all’Arca Capitanata e nuovi investimenti in edilizia pubblica.
Ebbene quel piano particolareggiato potrebbe ovviare alcune problematiche, secondo alcuni supporters dell’Ance, perché apre la possibilità di edificare in zona F, purché i soggetti attuatori siano disposti a “donare” il 70% delle volumetrie per usi pubblici. Il tutto dentro un’area compostasi anche a seguito della formale rinuncia pervenuta al Comune da parte della società “Arianna Costruzioni”.
Nel 2014 nessun imprenditore era apparso interessato all’opzione, ma oggi la crisi dell’edilizia appare lentamente rientrata e forse qualcuno potrebbe decidere di costruire nuovi palazzi con degli alloggi da assegnare all’emergenza abitativa. Sono almeno 5 gli interventi e 5 i soggetti che stanno tenendo in questi giorni fitte riunioni con gli amministratori e con gli esperti di faccende urbanistiche della maggioranza: Corrado Salice, Lillino Galano e il suo socio, gli eredi De Leo e qualche altro. La discussione per il Comparto 28 è in itinere. Si parla di ben 120mila metri cubi di edificato. Una cascata di cemento.
Ma alcuni maggiorenti azzurri più avveduti sono pronti a scommettere che non se ne farà nulla, nonostante i buoni uffici di molti tecnici. “L’operazione è troppo complicata, è più facile far abbattere le vecchie case in centro e ricostruirle”, spiegano.
Intanto l’amministrazione sta tentando anche di risolvere la complicata questione, che concerne la transazione con la Madaga srl. Come si ricorderà l’edile Saverio Normanno, titolare della Madaga srl, aveva realizzato una villetta bifamiliare in Via Regina, che si ritrovò ad essere totalmente soffocata, rimanendo così invenduta, dai manufatti delle volumetrie disperse della 167 del Consorzio Coop Casa. Normanno ha fatto ricorso e ottenuto la piena vittoria in sede giudiziaria, mentre la Coop a tutt’oggi non ha ancora consegnato i 32 alloggi popolari più le urbanizzazione più i servizi previsti. L’imprenditore ha chiesto al Comune un risarcimento danni pari a 11 milioni, laddove il Comune aprendo un tavolo tecnico ha fatto la sua offerta. Al momento l’amministrazione sembrerebbe orientata a trattare con uno scambio. Ha proposto a Normanno la realizzazione di un vecchio Pirp, il Pirp Croci, tra Via San Severo e Via Candelaro.
Insomma, la popolazione diminuisce, ma il mattone a Foggia non muore mai.