Ingegneri e architetti contro sindaco di Lucera. Inarcassa: “Quel regolamento è illegittimo”

Il metodo utilizzato dal Comune di Lucera sulla progettazione fa discutere e comincia a sollevare la protesta nazionale dei professionisti tanto che il caso arriva addirittura sul sito specialistico per ingegneri, architetti e geometri www.lavoripubblici.it. A l’Immediato il sindaco Antonio Tutolo aveva illustrato la metodologia, lanciata a Lucera e che divide i tecnici: il professionista dona un progetto all’amministrazione per un lavoro inferiore ai 40mila euro, candidandosi per un’area urbana da rigenerare e riqualificare e se l’Ente trova i fondi o vince un bando, non deve espletare nessuna gara di progettazione, ma assegna semplicemente la direzione a chi aveva proposto l’opera, che viene quindi eseguito secondo il progetto rimasto nel cassetto. Il professionista cioè viene retribuito solo ad opera avviata e finanziata, senza consulenze ad personam. È questa la svolta secondo il primo cittadino svevo. “Abbiamo bonificato il sistema degli incarichi agli amici degli amici che dissanguava le casse comunali, noi invitiamo i progettisti a rischiare e mettersi in gioco”, il suo commento dinanzi alle polemiche.

Sul sito degli edili però la pensano diversamente.

“Dopo Catanzaro, Solarino e Picierno, la nuova frontiera della amministrazione creativa è rappresentata dai regolamenti comunali con i quali si ammette la possibilità per l’amministrazione di accettare ed approvare progetti resi in forma gratuita. Lo ha previsto il Comune di Lucera (FG) che all’interno del “Regolamento per l’affidamento dei contratti pubblici di importo inferiore alle soglie di cui all’art. 37 comma 1) del D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50, e formazione e gestione degli elenchi di operatori economici” ha inserito l’art. 6 “Disposizioni particolari per i servizi tecnici attinenti l’architettura e l’ingegneria” che ammette la facoltà per l’Amministrazione di accettare ed approvare progetti resi in forma gratuita, ammettendo che qualora tali progetti possano essere utilizzati per la partecipazione a Bandi emessi da Enti sovra comunali volti al finanziamento di opere pubbliche coerenti con il contenuto della progettazione medesima e in caso dell’effettivo ottenimento del finanziamento dell’opera, verranno affidate allo stesso progettista gli eventuali livelli di progettazione successivi, nonché tutte le eventuali prestazioni professionali conseguenti, quali, ad esempio, la direzione dei lavori, la contabilità e misura, gli adempimenti in materia di sicurezza (sempre a condizione che l’importo delle prestazioni sia inferiore a 40.000 euro), secondo i principi e gli orientamenti vigenti in materia di cumulabilità degli importi. Niente più avvisi a 1 euro o gratuito, per aggirare la norma è sufficiente sperare nel buon cuore dei liberi professionisti che, è risaputo, hanno il cuore largo e non risentono di una crisi economica senza precedenti”, si legge.

La Fondazione Inarcassa degli ingegneri e degli architetti sta diffidando tutti i Comuni che hanno approvato regolamenti per incentivare i doni dei professionisti e l’affidamento dei contratti pubblici di importo inferiore alle soglie minime.  La Fondazione architetti e ingegneri liberi professionisti iscritti Inarcassa, assistita dallo studio S&R Avvocati Scozzari e Rotigliano di Palermo, ha scritto anche al Comune di Lucera lo scorso 18 dicembre, diffidandolo. Nella lettera si cita l’Anac quando nelle linee guida di attuazione del nuovo Codice degli Appalti sugli “Indirizzi generali sull’affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria”, osserva che per “per motivi di trasparenza e correttezza è obbligatorio riportare nella documentazione di gara il procedimento adottato per il calcolo dei compensi posti a base di gara, inteso come elenco dettagliato delle prestazioni e dei relativi corrispettivi”. E ancora: “Ciò permette ai potenziali concorrenti di verificare la congruità dell’importo fissato, l’assenza di eventuali errori di impostazione o di calcolo. Permette, inoltre, di accertare che il procedimento non produca tariffe superiori a quelle derivanti dal sistema precedente, oltre a rappresentare una misura minima a presidio della qualità della prestazione resa”.

A detta della Fondazione, il regolamento di Tutolo violerebbe la norma secondo cui “le stazioni appaltanti non possono subordinare la corresponsione dei compensi relativi allo svolgimento della progettazione e delle attività tecnico-amministrative ad essa connesse all’ottenimento del finanziamento dell’opera progettata”.

Come se non bastasse secondo la Fondazione, “la disposizione del Regolamento contrasta con la vigente normativa in materia di affidamento di servizi, perché lesiva della par condicio e del principio di concorrenza. La norma, infatti, nel prevedere che l’amministrazione affiderà direttamente al progettista “donante” eventuali livelli di progettazione successivi – nonché tutte le eventuali prestazioni professionali conseguenti – sottrae, ex ante, l’affidamento del servizio alle procedure di evidenza pubblica previste dal Codice, così precludendo a tutti i professionisti del settore di risultare affidatari del servizio”. E spiega ancora che “il Codice non consente alle Amministrazioni né la possibilità di ricevere prestazioni professionali a titolo gratuito da parte dei progettisti, né, per altro verso, la possibilità di subordinare l’affidamento del servizio all’erogazione dell’eventuale successivo finanziamento dell’opera. In conseguenza di ciò, è certamente illegittima la previsione che prevede la possibilità di affidare direttamente al progettista “donante” i successivi livelli di progettazione, in quanto tale possibilità non sostanzia alcuna delle procedure di affidamento dei servizi previste dal Codice”.

La conclusione della Fondazione Inarcassa è sconcertante: “Tali regolamenti sono illegittimi. Lo sono perché violano i principi generali in materia di affidamento di servizi pubblici e, segnatamente, le norme del d.lgs. n. 50/16 che disciplinano i servizi di architettura e ingegneria”.



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