Con soli due accapo, una maggioranza risicata in Consiglio comunale a Foggia, in seconda convocazione, ha oggi approvato, da sola, due debiti fuori bilancio del valore di oltre 1,6 milioni di euro. Si tratta dei debiti più corposi nella lista di 44 arrivata in aula, che più hanno fatto discutere l’assemblea degli eletti.
I tre neo salviniani, Joseph Splendido, Alfonso Fiore e Antonio Vigiano, si sono subito tirati fuori dalla votazione. “Chiedemmo a suo tempo di conoscere le responsabilità amministrative dei debiti fuori bilancio, responsabilità che mai nessuno ha tentato di spiegare o almeno riconoscere”, è stato il commento unanime dei tre, del tutto ignorati finora dal sindaco Franco Landella, anche dopo la loro adesione al partito di Matteo Salvini. “Il primo cittadino ha mostrato molta maleducazione non solo nei nostri riguardi ma anche nei confronti di un partito politico, la Lega-Noi con Salvini, che si è appena costituito a Palazzo di Città. Avrebbe dovuto chiamare il segretario cittadino”, rimarca a l’Immediato il capogruppo.
A tenere banco nel corso della discussione come di consueto l’oppositore numero uno, il capogruppo dei Fratelli d’Italia, Giuseppe Mainiero, il quale ha ricordato tutte le anomalie dell’ingresso del Salva Enti, alla luce del contenzioso della curatela dell’Amica, pari a 57 milioni di euro.
“Oggi i cittadini di Foggia hanno riconosciuto alla curatela di AMICA S.P.A. 700.000 euro. Questo ha deliberato il Consiglio Comunale accogliendo una “proposta conciliativa” del Giudice. Questo riconoscimento apre uno “squarcio” nel fallimento di AMICA S.P.A.. Di fatto si è riconosciuto che quel credito che la società Amica S.p.a. vantava nei confronti del Comune di Foggia e non riconosciuto nel 2010 era certo ed esigibile ed andava pagato, diversamente non se ne attestava l’implicito riconoscimento che in tal guida andava respinto, come io ho formalmente invitato a fare”, osserva il consigliere.
La sua idea è chiara. Con l’amministrazione Mongelli “si sono occultati dei debiti certi” per non perdere il treno del Salva Enti, che ammetteva una massa debitoria non superiore ai 220 euro a cittadino. Il fallimento della società della nettezza urbana foggiana e il conseguente salvataggio di Amiu Puglia è ormai storia. Nei confronti di Amica, l’ufficio di ragioneria del Comune iscrisse debiti per soli 8 milioni. Un debito che secondo la curatela Mirna Rabasco ammonterebbe invece a più di 57 milioni. Tanti ne chiede in sede giudiziale. Dov’è la verità?
Nello specifico i 700mila euro deliberati oggi dalla maggioranza riguardano un atto di citazione che risale al luglio del 2009 a mezzo dell’avvocato Vincenzo D’Isidoro al fine di condannare il Comune al pagamento di circa 1,29 milioni di euro per la gestione del servizio di Amica Gestioni, che comprendeva la guardiania e la custodia, la disinfestazione e la tinteggiatura delle pareti degli immobili comunali. Con il fallimento della società, questo pacchetto è entrato nelle istanze della massa dei creditori: al tavolo transattivo l’avvocato, per il tramite della curatela, ha chiesto 909mila euro. Si chiude a 700mila euro, molto più della metà della somma iniziale.
Un bel “regalo” prenatalizio per D’Isidoro, titolare dell’area del Mercato Ortofrutticolo in Corso del Mezzogiorno e secondo molti anche il finanziatore ombra della Cermico Energia srl, che si è aggiudicata all’asta la confinante sede di Amiu nella sorpresa generale.
Il sindaco dal suo canto si è difeso dalle dichiarazioni dell’eletto meloniano. “Ormai mi viene da sorridere quando Mainiero parla di continuità amministrativa. Il rappresentante dei Fratelli d’Italia poteva decidere di non accettare il piano di rientro. Non ha mai invitato il centrodestra a dichiarare il dissesto finanziario, solo oggi a 3 anni di governo invita a farlo. Erano sensate le nostre preoccupazioni quando eravamo all’opposizione dell’amministrazione Mongelli. Il sindaco allora ripeteva che il fallimento di Amica non avrebbe travolto il Comune. Non solo noi non fummo ascoltati, ma quel piano è stato certificato dal Mef”.
La situazione appare paradossale, al tavolo transattivo con l’assemblea dei creditori Amica, il Comune ha proposto a fronte dei 57 milioni, 4,5 milioni. “Se oggi non dovessimo chiudere la transazione, le colpe saranno imputabili solo ai governi che ci hanno preceduto. Noi stiamo cercando di dare delle risposte causando dei disservizi. Come posso fare le strade, che ogni finiscono sulla stampa, se la spesa corrente mi serve per pagare i debiti fuori bilancio? Se chiudiamo la transazione qualcuno ci dovrebbe mettere la medaglia al petto. Se perdiamo però saremo costretti a dichiarare il dissesto”, ha concluso con lo stile “surriscaldato” di sempre.
Passa anche l’altro bubbone, da 909mila euro risalente ad una vecchia questione immobiliare con la Sice, Società Impresa Costruzioni Edili di Antonio Gengari. Il Comune aveva costruito su terreni della famiglia Gengari in località Pantanella, senza dare il giusto indennizzo, che arriva oggi a distanza di moltissimi anni.
Congelati invece due debiti fuori bilancio a favore di alcuni ex amministratori dell’Ente, la prof Assunta Pinto, il dottor Ciro Mundi e Francesco Paolo De Vito, del valore totale di circa 30mila euro.