
di IULA E PESANTE
“Vedi il figurone che hai fatto con Crupi, mo’ vedi quanti soldi ti recuperi là! Su… con due sentenze favorevoli!”. Non aveva dubbi l’allora capo del reparto contenzioso dell’Agenzia delle Entrate di Manfredonia, Salvatore Cocomazzi, nel sottolineare i vantaggi che avrebbe avuto Casa Sollievo della Sofferenza grazie al “sistema” messo in piedi per pilotare le sentenze delle commissioni tributarie in cambio di “mazzette”. In due occasioni (nel 2013 e nel 2015) risultano presunte corruzioni per veicolare in favore dell’ospedale di San Pio procedimenti tributari. Così si scopre che nel 2013 “Nicola Cardellino, segretario della sezione 25 della commissione tributaria di Foggia, riceveva indebitamente da Cocomazzi, all’epoca capo reparto del contezioso presso l’Agenzia dell’Entrate di Manfredonia, la somma di 1.000 euro in cambio di rassicurazioni in ordine all’esito del giudizio favorevole all’appellante“, ovvero la fondazione. Altre 5mila 500 euro sarebbero state pagate illecitamente per “sensibilizzare” altri soggetti della commissione tributaria. Medesimo giro di tangenti ci sarebbe stato anche nel 2015: circa 1.500 euro sarebbero state date da Cardellino a Cocomazzi per agevolare Adriana Benigno, segretaria del giudice Lorenzo Nicastro (nel registro degli indagati, ndr), ex pm e assessore regionale all’Ambiente della Giunta Vendola, il quale le aveva affidato il fascicolo col presunto scopo di “deciderne e di redigere la relativa motivazione”.
Due sono i contenziosi che interessano la Casa Sollievo, rispetto ai quali sono emersi accordi correttivi funzionali a orientarne la definizione in senso favorevole al contribuente, il quale in entrambi i casi era difeso da Gianluca Orlandi. Nel primo caso, l’appello è stato definito in senso favorevole al contribuente con sentenza della sezione 26 della commissione tributaria regionale di bari, sezione distaccata di Foggia: giudice relatore Antonio Merra, presidente Matteo Solimando, l’altro giudice Antonio Cerase. Stando all’ordinanza dell’operazione “Giustizia Privata”, le sentenze della commissione tributaria erano direttamente scritte da personale amministrativo. Un particolare rivelato nell’interrogatorio di un dipendente della commissione, Nicola Cardellino. “Quando arrivava un nuovo cliente (…) mi recavo nello studio per concordare il da farsi (…) Quando viene da me la persona che vuole essere aiutata mi segnala la pratica, io prendo tempo per guardarla e studiarmi il fascicolo. Una volta capito che il contribuente può ottenere un provvedimento favorevole, o procedo prima all’assegnazione senza alcun criterio se non quello del collegio favorevole, oppure più raramente prima dell’assegnazione chiedo al giudice amico se vuole o può prendere in carico il fascicolo”. L’indagato racconta che “in più occasioni per conto di questi giudici ho scritto personalmente i provvedimenti sia quelli per i quali avevo interesse sia quelli per i quali lo stesso giudice mi chiedeva un parere o un aiuto”. Gli inquirenti, oltre alle intercettazioni e alle riprese video, hanno spulciato nelle agende degli indagati. Qui si leggono annotazioni precise, dal tenore inequivocabile: “Cardellino € 1.000 (casa sollievo)”. Il giro di denaro, secondo gli indagati, sarebbe servito a “sensibilizzare” le pratiche in commissione.
Orlandi e Cocomazzi vengono intercettati nella reception dell’albergo Santa Maria delle Grazie di San Giovanni. L’incontro sarebbe servito a Cocomazzi “per riscuotere il compenso per il suo interessamento in un contenzioso”. I due discutono a lungo, facendo riferimento al precedente procedimento. “Già l’altra volta… – dice quest’ultimo – sai come ha funzionato, la sentenza l’altra volta l’ho fatta io l’ho fatta”, evidenziando che “la vittoria in due controversie sicuramente aumenterà l’apprezzamento di Orlandi presso i vertici dell’ente”. “Sei contento almeno o no? – prosegue – Vedi il figurone che hai fatto con Crupi (direttore generale di Casa Sollievo, NdR), mo’ vedi quanti soldi ti recuperi là! Su… con due sentenze favorevoli!”, precisando: “Le sentenze favorevoli te le ho fatte io, oh!”. Nei messaggi WhatsApp tra Cardellino e Cocomazzi viene utilizzato anche un linguaggio borsistico: “Il gioco in borsa è andato secondo quanto sperato: quotazioni azioni Di Maggio + 1200 – quotazioni Casa S. +2250”.