Negozianti di Lucera contro i centri commerciali, tutti insieme per rilanciare economia cittadina

di ANTONELLA SOCCIO

167 negozi lucerini, tra pizzerie, ristoranti, bar, store di abbigliamento e accessori, alimentari e drogherie e punti vendita di casalinghi e articoli da regalo hanno aderito al concorso a premi “Shopping in Lucera”, versando una quota di 200 euro a testa. L’idea è quella di promuovere il commercio di prossimità dall’11 novembre 2017 al 16 giugno 2018, con un concorso a premi finale e l’estrazione di una 500X prevista per il 17 giugno in Piazza Duomo nella città sveva. Non solo la vettura Fiat, in palio ci sono altri 4 premi con dei buoni spesa consistenti. A coordinare i lavori il sindaco Antonio Tutolo, che resta un commerciante agguerrito nell’animo. Ogni attività ha già avuto 200 biglietti della lotteria in dote, però sarà possibile averne altri, dal momento che come è prevedibile l’iniziativa avrà successo. Ogni negozio, come spiega al nostro net journal lo stesso Tutolo, potrà decidere con quale spesa minima distribuire il biglietto fortunato, che rimane ovviamente gratuito e promozionale.

“Ne distribuiremo diverse centinaia di migliaia, rigorosamente gratis – osserva il sindaco -, il Comune in questo caso non c’entra nulla, io ho solo messo insieme i commercianti, facendo versare una quota di 200euro a testa per comprare. Si tratta di una iniziativa autonoma da Confcommercio, l’ho sempre fatta, siamo alla IV edizione, non è semplice da organizzare ed è stata fatta con tutti i crismi e l’autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico. È inutile dire che il commercio di Lucera come per il centro storico a Foggia sente l’aggressione dei centri commerciali e del GrandApulia in particolare. Noi vogliamo dire ai consumatori, se vuoi comprare il telefonino, compralo nella tua città. Costa lo stesso prezzo ma qui hai anche la possibilità di tentare la fortuna. È un valore aggiunto, può essere goliardico per una comitiva di amici venire a farsi la pizza a Lucera. È un modo per fidalizzare la clientela”.

Tutolo sa che i centri storici vivono un momento assai complicato. Di desertificazione e di mancanza di attrattive quando non ci sono eventi di animazione turistica. “La grande città che ti offre 300 vetrine ha un appeal diverso, i commercianti non possono aspettarsi che vinca sempre il patriottismo, occorre imbellettarsi, devi renderti più interessante affinché i consumatori decidano di acquistare a Lucera”.

Secondo il sindaco, anche con l’amministrazione c’è molto da lavorare. La deregulation dovrebbe coinvolgere anche i piccoli centri, a suo avviso. “Sono sempre stato per le chiusure domenicali, ma oggi devi fare di necessità virtù, i commercianti dei centri storici stanno combattendo una guerra, anzi c’è una resa incondizionata, è inevitabile che i cittadini vogliano fare le compere o anche semplicemente la passeggiata di domenica, per unire l’utile al dilettevole, se il piccolo commerciante non partecipa a questo rito è finito.  A Lucera nessuno sta aperto di domenica, io per primo ero assolutamente contrario, ma dobbiamo cambiare”.

Il concorso è un metodo per fare sinergia. “Con 200 euro non riesci a fare nulla come singolo, se ti metti insieme, con 33mila euro riesci a promuovere la tua attività”. È un primo passo verso la local coin? “Non mi appassiona la moneta locale, lo trovo un meccanismo molto pericolo, è come il gioco della scopa, quando si rompe, qualcuno resta col cerino in mano. Le esperienze positive francesi sono delle mosche bianche. Quella del concorso invece è una trovata pubblicitaria, andremo a fare pubblicità in 20 Comuni dei Monti Dauni. Un piccolo commerciante non potrebbe mai prevedere una campagna 6 passaggi. Con 200 euro non arrivi neanche a Porta Foggia, invece così insieme promuovi la tua attività, ti rendi interessante e dai qualcosa al cliente”.

Raggiungere Lucera per una pizza può diventare anche goliardico, secondo Tutolo, che avverte: “Alla base di tutto c’è sempre il prodotto, con quel piccolo incentivo in più. È un modo per dire che noi esistiamo. Spendere ai centri commerciali significa andare ad arricchire chi si porta i soldi fuori, quella è una ricchezza mal distribuita. Basta vedere la rotazione dei marchi, per capire che i costi sono insostenibili e che non si produce ricchezza per tutti, ma solo per pochissimi”.