di ANTONELLA SOCCIO
I manager turistici della catena Apulia Hotel, Gaetano Colavita e Antonio Vivo hanno accettato la sfida di rilanciare il Palace di Lucera, che dopo alterne fortune finanziarie è stato affidato alla loro gestione dal curatore fallimentare. La nuova vita della grande struttura ai piedi dei Monti Dauni nella zona Pip federiciana partirà il prossimo 6 novembre, quando le diverse anime della Puglia si incontreranno a tavola, in una serata tra “numeri primi”, con la prima tappa della XIV edizione del ‘Festival italiano della Cucina con la cozza tarantina’, organizzato dal Centro di Cultura Renoir di Taranto, che vede come elemento portante e caratterizzante proprio la cozza tarantina, rielaborata e rivisitata nelle proposte gourmet dei vari chef che duelleranno in una gara culinaria a colpi di gusto e creatività. “Questo è il primo evento, che abbiamo immaginato per il Palace, siamo foggiani anche se ci siamo trasferiti ad Ostuni, dove gestiamo due alberghi, uno con 50 camere e l’altro con 90 camere sul mare”, spiegano a l’Immediato.
La storia
Colavita e Vivo sono due imprenditori quarantenni, tra i primi a laurearsi all’Unifg al corso di laurea Economia Gestione dei Servizi turistici. “Noi siamo stati fortunati, molte persone laureatisi con noi oggi sono dei top manager del settore, ci incontriamo alle fiere. Antonio ed io ci siamo conosciuti tra i banchi universitari – continua Colavita -, abbiamo fatto tutta la carriera, mentre studiavamo abbiamo cominciato a fare gli animatori turistici, abbiamo lavorato con tour operator nazionali ed internazionali. Dapprima con Guglielmi viaggi, abbiamo lavorato per importanti gruppi del Gargano, come Maritalia. Io ho avuto un’esperienza come manager di Eden viaggi, ho lavorato in Egitto e Tunisia”. Poi la svolta. Dal settore commerciale come tour operator prima e poi come manager delle strutture ricettive sono passati all’organizzazione e al management, fino alla decisione di intraprendere l’attività di imprenditori turistici. “Siamo partiti da zero, con una prima struttura 3 anni fa ad Ostuni, che era in gravi difficoltà, ma i proprietari hanno creduto nelle nostre competenze e abbiamo raddoppiato il fatturato, erano in perdita con 350mila euro, abbiamo riportato l’hotel a 750mila euro in un solo anno”.
Non nascondono che la Puglia e la Valle d’Itria tirino molto il mercato. Ma rileva Colavita: “Un conto è gestire le strutture a livello familiare, altro conto avere una gestione manageriale, sia per la contabilità sia per le forniture. Per formazione personale, noi continuiamo ad aggiornarci, abbiamo speso 50mila euro per corsi di marketing all’estero, ci formiamo alle scuole americane, siamo stati a Vienna di recente”.
Il marketing turistico
Quali sono oggi le frontiere del marketing in un mercato sempre più targhettizzato e personalizzato e allo stesso tempo dominato dalle grosse App, come Booking e Tripdavisor e tutti gli altri? “Oggi occorre innalzare il livello del servizio, in modo scientifico abbiamo tarato il livello di clienti diretti e quelli mediati dai grossi portali. In questo momento ci troviamo al 60% di clienti diretti, un dato che ci permette di crescere. Abbiamo una politica strategia di marketing a risposta diretta, il cliente entra nel nostro imbuto panel di vendita, segue i percorsi che abbiamo deciso a monte per convertire le sue richieste e riceve da noi le informazioni. Sui nostri siti si scaricano delle guide del territorio, ci sono offerte ritagliate sul loro bisogno specifico che con strumenti automatizzati vengono inviate via mail. Per nostra formazione amiamo sperimentare, abbiamo notato che il territorio di Capitanata è ancora molto indietro. In Valle d’Itria, la stagione comincia a marzo e termina ad ottobre, avevamo l’hotel al completo in questo weekend, ma a seconda del periodo noi cambiamo il target di riferimento”. Colavita conferma i numeri dell’ultimo studio di Pugliapromozione: “Ospitiamo francesi, tedeschi e il segmento del Nord Europa, le problematiche ci sono, la Puglia non è Venezia, mancano le occasioni per viaggi culturali e di piacere, così come il settore business”.
I successi e la soddisfazione nella Valle d’Itria non hanno impedito, però, ai due soci di ritornare in provincia di Foggia. “Quella del Palace è la sfida di una struttura che noi conosciamo e che portammo ad 1 milione di euro di fatturato 10 anni fa. Noi fummo tra i primi manager della gestione iniziale, la spa l’abbiamo inventata noi e ora stiamo ripristinandola. Da quando ce ne siamo andati noi, è iniziato il declino. L’abbiamo sempre seguita a distanza, poi siamo stati contattati dal curatore fallimentare e abbiamo presentato una manifestazione d’interesse ed eccoci qui”. Colavita e Vivo credono nel prodotto, ritengono che il Palace abbia delle potenzialità, nonostante la location “misteriosa” e a tratti inquietante e la scarsa cultura turistica esistente tutto intorno.
“Secondo noi, il Palace si presta ad essere un centro servizi del territorio, dobbiamo essere bravi a collegare il wellness col segmento dei grandi eventi e meeting. In più crediamo nel Family restaurant con un intrattenimento dedicato e una alimentazione focalizzata sui bambini”. In zona ci sono pochi luoghi in cui una famiglia può rilassarsi la domenica, lasciando sbizzarrire i più piccoli. Ebbene i due soci vogliono posizionarsi in questa nicchia, offrendo un ambiente protetto ai bambini, con una cucina lontana dal luogo comune della pastasciutta+hamburger+patatine.
“Da due mesi stiamo facendo un lavoro di ricerca, per il target dei ragazzi. Non vogliamo rivolgerci proprio alla massa, ci vuole una forma mentis, la qualità si paga. Molto si giocherà sui servizi e sull’intrattenimento”.
Il Gino Lisa che non c’è
Sicurezza, clima gioviale e buona cucina basteranno per rendere appetibile una gita fuori porta al Palace? Il territorio e i vari borghi non offrono poche attrazioni per giustificare un pranzo fuori nella zona industriale lucerina? Colavita sa che i Monti Dauni non sono i Castelli romani o l’Umbria. “Si vende l’esperienza, per l’adulto quella del benessere. Stiamo provando ad allacciare una serie di relazioni con le pro loco del posto e con gli assessori dei vari comuni. Il turismo è qualcosa di integrato, il privato si integra al pubblico. Di certo, se non ci fosse stato questo legame di sangue con Foggia, non saremmo rientrati, si lavora molto meglio nella Puglia del Sud, dove abbiamo due aeroporti, essenziali per il traffico degli stranieri, ma anche per i nostri spostamenti. La formazione ad un certo livello si fa fuori, a Vienna ci sono arrivato da Brindisi. È un dato di fatto, il sud della Puglia ha altre logiche, Bari e il leccese hanno preso possesso della Puglia, ne prendo atto e faccio le mie conclusioni: la classe politica foggiana in generale da tanti anni è scesa a compromessi a danno del territorio”.
Come superare il gap aeroportuale quindi? Il Palace si sta muovendo per segmenti di mercato e ha già chiuso una trattativa back to back con tour operator tedeschi. È di qualche ora fa la notizia dei nuovi voli per Bari Lufthansa. “Andranno a Bari e poi staranno a Lucera grazie a dei i tour operator federiciani. Nel nostro caso non possiamo farne a meno, mentre con una struttura mare, posso avere pochi intermediari, con strutture come il Palace è essenziale creare sinergie”.
I segmenti
Wellness, remise en forme e leisure puro. Queste le strategie del Palace. “Uno dei motivi principali per poter andare a soggiornare è il wellness, il turista cerca il momento di relax, per staccare la spina e ricaricarsi, oggi sono cambiate le abitudini, le vacanze non durano più un mese, ognuno si concede più vacanze brevi nel corso dell’anno. Per il Palace siamo abbastanza orientati alla qualità, siamo noi genitori, andando a fare la spesa, i primi che non scendiamo a compromessi. È impossibile vendere un pasto a 9 euro, ma siamo anche consci e consapevoli che non possiamo dare un prodotto altissimo, perché siamo in fase di lancio. Vogliamo distinguerci e creare la formula del lusso accessibile, che posso permettermi come catena Apulia Hotel, avendo ottimi prezzi con dei grandi fornitori anche della Valle d’Itria. Proveremo ad allacciare la stessa sinergia anche in Capitanata”.
L’evento
Appuntamento dunque il 6 novembre, alle ore 20, con la formula “cinque chef per cinque pietanze”, per valorizzare e promuovere il turismo pugliese, che vede nell’enogastronomia, e nei frutti della terra e del mare, uno dei suoi punti di eccellenza.Cinque maestri della cucina presenteranno ad un pubblico autorevole e di settore le rispettive proposte gastronomiche nell’elegante sala banqueting dell’Apulia Hotel Palace Lucera, durante una raffinata cena-spettacolo.
Ai blocchi di partenza, per la prima serata del Festival, si presenteranno gli chef Nicola Altavilla del ristorante “Antico Frantoio” di Leporano (Taranto), Mirko Ricci del Park Hotel Ricci di San Giorgio del Sannio (Benevento), Antonio Napolitano di Villa Partenope (NA), Salvatore Abruzzese (NA), Marco D’Alessandro (NA) e Ciro Delluongo (NA). Ispettori nelle cucine, per l’occasione, saranno gli Executive Chef Alessandro Angiola dell’Hotel Apulia Palace Lucera e Nicola Ricci del Park Hotel Ricci di San Giorgio del Sannio (BN), con lo chef Ciro Delluongo (NA). L’organizzazione sta vagliando ulteriori richieste di partecipazione alla gara culinaria che, quindi, potrebbe allargarsi ad accogliere più chef e più pietanze.