
di MOLLY CLAUDS
Vincenzo Rizzi, Giuseppe Mainiero, Marcello Sciagura e Rosario Cusmai. Non si schioda dalle 4 firme dei quattro eletti di minoranza, la mozione di sfiducia presentata la scorsa settimana dall’ex pentastellato Vincenzo Rizzi nei confronti dell’amministrazione di Franco Landella al Comune di Foggia, nonostante le diverse opposizioni contino ormai ben 18 eletti, almeno sulla carta.
Ricontiamoli, per esercizio di stile. Nella minoranza sancita dalle urne nel 2014, ci sono i cinque piddini: il capogruppo Augusto Marasco, i campioni di consensi Sergio Clemente, Alfonso de Pellegrino e Pasquale Russo e la new entry renziana Luigi Buonarota. I due civici, Rosario Cusmai e Paolo Citro. I due civici di Alternativa Libera, Vincenzo Rizzi e Marcello Sciagura; Saverio Cassitti, il socialista rinnegato dal neo segretario Leonardo de Santis e l’Udc Leo Iaccarino. Nel centrodestra, eletti con Franco Landella sindaco, si registrano: l’oppositore numero uno, il capogruppo dei Fratelli d’Italia Giuseppe Mainiero, l’indipendente Giuseppe Pertosa, il fittiano Raimondo Ursitti, i due civici di CapitAmata Antonio Vigiano e Alfonso Fiore e i due ultimi “dissidenti”, il forzista Nicola Russo e l’ex presidente della Commissione Ambiente e Territorio Pasquale Cataneo.
La mozione ex Art. 52 del Decreto Legislativo 267/00, è stata avanzata per “gravi inadempienze programmatiche” dell’amministrazione. Manutenzione delle strade, verde pubblico, pubblica illuminazione, la privatizzazione dei servizi. Nulla ha creato esternalità positive, secondo Rizzi. “Lo stato di degrado è un dato di fatto incontrovertibile, balzano immediatamente agli occhi come l’attività politico amministrativa di questa amministrazione di centrodestra è pesantemente bloccata, che gli Uffici comunali non riescono ormai a dare risposte ai bisogni elementari dei nostri concittadini anche semplicemente per richieste di ordinaria amministrazione per non parlare dei tanti finanziamenti persi – si legge nell’atto -. Malgrado le promesse elettorali nessun aumento della qualità dei servizi comunali è stato garantito ai cittadini. Il pesante stallo istituzionale, in cui si trova l’Ente Comune ha generato effetti deleteri per la città e per la comunità, la quale lamenta una totale assenza di risoluzioni”.
Il consigliere ed ex candidato sindaco non nasconde la sua delusione davanti alle poche firme raccolte sinora. “Bisognerebbe provare a chiedere copia a chi prima sui social si strappava le vesti perché nessuno gli firmava delle mozioni inesistenti”, spiega. “Buonarota mi ha chiamato per firmare, Iaccarrino invece mi ha detto che firmerà dopo, perché io non ho firmato la sua mozione, che a onor del vero non ho mai visto”.
Accanto a chi sta elaborando integrazioni, come il Partito democratico, c’è chi preferisce fingere di ignorare l’intera vicenda. Interpellato da l’Immediato, Ursitti ha risposto con un’altra domanda: “Quale mozione?”.
“È in ultimazione la stesura con alcune integrazioni, pochi giorni e sarà pronta”, assicura Luigi Buonarota. “Senz’altro la firmerò, ma sono dell’opinione che per mandare a casa il sindaco bisogna adottare una procedura diversa, io l’ho proposta e vedremo se sarà accolta e cioè depositare le firme dal notaio. Ad ogni modo firmerò questa mozione di sfiducia”, è il commento di Leo Iaccarino. Non è stato in Commissione in questi giorni Pasquale Cataneo. “Potrò leggerla solo domani”, replica. Stessa risposta anche da Nicola Russo: “Devo ancora leggere la mozione di Rizzi”.