3mila euro e l’escort rumena, così pilotavano appalti in Puglia

di FRANCESCO PESANTE

Escort, soldi, favori, gare dirottate. C’è di tutto nell’operazione Hydra messa a segno dai carabinieri di Brindisi nelle scorse ore. Deus ex machina dell’organizzazione criminale, il 46enne potentino Giuseppe Velluzzi, direttore dell’ASE (Azienda Servizi Ecologici, estranea ai fatti, ndr) di Manfredonia fino al 31 gennaio scorso. Era soprattutto lui, secondo gli inquirenti, a favorire la Reteservizi srl nell’aggiudicazione di appalti lungo tutta la regione Puglia. Nelle carte dell’inchiesta emergono tentativi di infiltrazione (falliti) anche in comuni del Foggiano come Orsara di Puglia, Celle San Vito, San Marco in Lamis e Volturara Appula

Velluzzi si faceva nominare consulente dai Comuni (progettista e direttore dei lavori) mentre per Reteservizi occupava un ruolo da consulente “in nero” per poi far firmare gli atti redatti da lui ad altri professionisti. Così dirottava le gare ottenendo in cambio soldi (in un caso 3mila euro) e sesso con una escort rumena. La stessa prostituta che i “gestori” della ditta Reteservizi di Carovigno portavano ad altri sindaci del brindisino ma anche a notai e amici. 

Velluzzi, secondo la procura di Brindisi, si era specializzato nel dirottare il servizio di raccolta dei rifiuti nei paesi di mezza Puglia. La ditta favorita era, appunto, la Reteservizi di Carovigno, che girava bustarelle a sindaci e dirigenti comunali, assumendo persone indicate dalla politica locale. La ditta al centro dell’inchiesta era formalmente intestata a Cosima Celino e Clementina Sbano ma gestita da Pasquale Leobilla, Angelo e Francesco Pecere (tutti di Carovigno e Ostuni), promotori degli illeciti. Insieme a Velluzzi devono rispondere di associazione a delinquere, mentre agli altri indagati vengono contestati a vario titolo reati che vanno dalla corruzione al finanziamento illecito ai partiti, favoreggiamento della prostituzione, falsa testimonianza, falso in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. 

“Il contesto corruttivo – ha scritto il pm Milto De Nozza – avvince diversi comuni pugliesi: Torchiarolo, Villa Castelli, Poggiorsini, Carovigno, Biccari, Isole Tremiti e poi l’Aro Lecce/11”. In alcuni paesi la Reteservizi puntava al servizio di raccolta rifiuti. In altri, come Biccari, Poggiorsini e le Isole Tremiti alla realizzazione di siti di compostaggio, finanziati dalla Regione. Proprio alle Tremiti è stato realizzato un impianto di compostaggio non funzionante (“tanto i soldi della Regione sono buttati” si ascolta in un’intercettazione), con falso collaudo e subappalto imposto dal vicesindaco (che non risulta indagato).