Quattro casi di malaria in provincia di Taranto. Si tratta di braccianti immigrati (tre magrebini e un sudanese di età comprese fra i 21 e i 37 anni, residenti da circa dieci anni in Italia) che si trovano ricoverati in ospedale a Taranto perchè affetti da malaria “hanno contratto la malattia in Italia”. E’ quanto affermato dal direttore sanitario dell’Asl di Taranto, Stefano Rossi. “I migranti che sono ricoverati nel reparto Infettivi dell’ospedale Moscati di Taranto e per i quali oggi è stata confermata la diagnosi di malaria dopo gli esami di laboratorio, erano in Italia, qui da noi, da circa due mesi. Il tempo di incubazione della malaria va da 15 giorni ad un mese, ne consegue, quindi, che la malattia l’hanno contratta qui” ha proseguito Rossi.
Dopo gli esami di laboratorio eseguiti al Policlinico di Bari, la Asl di Taranto ha confermato la diagnosi: malaria. I campioni di sangue, tuttavia, sono stati inviati a Roma per un ulteriore esame molecolare. Si tratta, secondo i primi accertamenti di laboratorio, di ‘plasmodium falciparum’, il più aggressivo dei parassiti della malaria, trasmesso dalla zanzara anofele, che attacca i globuli rossi del sangue e li distrugge. “Non c’è rischio contagio”, precisano dalla Asl. “Si trasmette soltanto per via ematica, generalmente con la puntura della zanzara, e pur trattandosi di una delle più pesanti tipologie di malaria, potenzialmente letale, si può curare”.
Il primo caso si è verificato nei giorni scorsi. Un bracciante si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale di Castellaneta accusando malori e sintomi tipici della malaria: febbre, vomito, diarrea. Dopo il trasferimento nel reparto Infettivi del Moscati, per i quattro è scattato subito l’isolamento e la profilassi con l’avvio delle cure. Dopo il caso della bimba morta a Trento il 5 settembre scorso, questo è il primo caso di malaria che si verifica nel Tarantino. Secondo alcuni infettivologi, la zanzara potrebbe essere arrivata con qualche pacco di alimenti che i migranti ricevono periodicamente dal Paese di origine.
A detta della Asl tarantina “la situazione è sotto controllo, non desta preoccupazione né dal punto di vista sanitario né sociale”. Il servizio veterinario ha disposto gli interventi di tutela della salute, avviando una capillare ricerca di zanzara anofele nella zona interessata.