“Sappiamo cosa ci attende. Siamo ben consci di avere una grande responsabilità. I nostri principi ispiratori sono gli stessi del fondatore di quest’opera meravigliosa, Don Pasquale Uva: lealtà, chiarezza, sacrificio, impegno e amore verso i nostri pazienti”. L’amministratore di Universo Salute, Paolo Telesforo, sintetizza così lo spirito che ispirerà il nuovo corso della Casa Divina Provvidenza. “Credo sia stato proprio Don Uva – ha aggiunto l’ad – a guidarci dall’alto affinché la Universo Salute si prendesse cura della sua maestosa Opera, salvaguardando in primis quelli che lui amava definire gli ultimi tra gli ultimi…”
Monsignor Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria e commissario apostolico, ha benedetto il nuovo corso dell’opera, da oggi denominata “Universo Salute – Opera Don Uva”, subentrata alla Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza in smministrazione straordinaria, celebrando la Santa Messa in una Basilica di San Giuseppe gremita in ogni ordine di posti. Numerose le autorità istituzionali, religiose, politiche e civili presenti, provenienti dall’intera regione, insieme alle associazioni di volontariato e a tanta gente comune, da sempre legata affettivamente all’Opera.
Presenti e visibilmente commosse anche le Ancelle della Divina Provvidenza, con le quali la Universo Salute ha inteso ricucire il rapporto interrotto nella fase di commissariamento.
“Il servo di Dio Don Pasquale Uva – ha sottolineato Pisanello – aveva a cuore la centralità del malato: questo nuovo inizio ha un significato ben chiaro e cioè che questi malati ci stanno a cuore”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente del cda di Universo Salute – Opera Don Uva, Michele D’Alba: “La nostra è una missione nel solco tracciato da Don Uva, seguendo le sue coordinate. Teniamo – ha evidenziato D’Alba – a rilanciare l’Opera non solo a livello regionale, ma anche nazionale. Il nostro obiettivo è soprattutto quello di migliorare la qualità della cura e dell’assistenza dei nostri pazienti. In tal senso contiamo tantissimo sulla collaborazione del nostro personale, al quale intendiamo garantire tranquillità e serenità per favorire l’avvio di una nuova stagione di impegno reciproco e di grande prospettiva”.
Boccia: “Universo Salute rispetti accordi, Stato vigilerà per due anni”
“In meno di quattro anni la Casa della Divina Provvidenza-Opera Don Uva è uscita dal baratro. Ci sono momenti che impongono il bilancio di vicende complesse. Questo è uno di quelli. Oggi è il giorno del passaggio di consegne tra il Commissario Straordinario Bartolo Cozzoli e Universo Salute, azienda acquirente che ancora per due anni sarà sottoposta alla vigilanza del commissario e del Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). La storia di questi anni impone di tirare una riga chiara”. A dichiararlo è Francesco Boccia, presiedente della commissione Bilancio.
“Nel 2013, quando la Procura della Repubblica di Trani guidata da Carlo Capristo chiese l’amministrazione straordinaria, l’azienda era agonizzante, di fatto tecnicamente fallita. 642 milioni di debiti, 23 milioni di perdite annue, stipendi pagati sempre con molti mesi di ritardo, centinaia di lavoratori in mobilità, qualche migliaio di creditori e neppure un centesimo di imposte pagate allo Stato. La fotografia di un disastro aziendale shock. Era stato necessario l’intervento della magistratura per supplire alle tante amnesie che avevano caratterizzato le relazioni tra l’ente ecclesiastico, i territori e le comunità di appartenenza. Quella della CDP è una storia che incrocia la vita economica e sociale di tre città importanti (Bisceglie, Foggia e Potenza) e due regioni del mezzogiorno (Puglia e Basilicata) considerate tra le più sviluppate al sud”.
“Nel baratro la Cdp ci finisce dopo una progressiva regressione avvenuta in almeno vent’anni – ha continuato – ma con gli ultimi dieci caratterizzati da un vero e proprio saccheggio. Se le responsabilità penali saranno accertate dalla magistratura, quelle morali portano la firma di tutti coloro che servendo la chiesa ne hanno tradito la missione e di chi rappresentando cittadini e lavoratori ha tradito la missione politica o sindacale. La storia si incrocia con quella della sanità ecclesiastica italiana fatta di luci, grandi eccellenze ma anche ombre con conseguenti disastri. La Cdp era nata come eccellenza per opera del suo fondatore, don Pasquale Uva, partendo da Bisceglie e attraversando la storia di diverse città (un tempo c’era anche Guidonia) per poi trasformarsi in un drammatico disastro che non va mai dimenticato. Il costo del disastro è stato elevatissimo e senza l’intervento dello Stato non saremmo qui a parlare della ripartenza.
Uno Stato che ha dimostrato quanto può essere forte ed efficiente anche al Sud. Uno Stato che ha saputo costruire attraverso il lavoro paziente e rigoroso del Commissario Cozzoli (che non si è fermato nemmeno di fronte a gravissime minacce che lo hanno costretto a una vita sotto scorta) una forte filiera istituzionale sempre connessa: dal Comitato di Sorveglianza del Mise alla Procura di Trani prima con i procuratori Capristo e Giannella, oggi con il nuovo procuratore Di Maio avvalendosi dell’eccellente nucleo della Guardia di Finanza, fino all’attento monitoraggio delle Regioni Puglia e Basilicata affiancando l’azienda”.
“Oggi inizia una nuova stagione che mi auguro onori l’opera di Don Uva nata nel 1922 seppur con orizzonti differenti. Si riparte da 1500 posti di lavoro diretti salvati, e diverse centinaia indiretti con il numero zero nella casella licenziamenti, un miglioramento del risultato operativo di 21 milioni di euro dall’anno del crack e 42 milioni di imposte versate. Tutto questo avendo assistito oltre 25mila pazienti. L’ha fatto lo Stato mettendo insieme le forze, dimostrando che si può fare. Ora tocca ai privati dimostrare di essere all’altezza della straordinaria doppia sfida che hanno davanti. Prima di tutto la sfida morale che questa storia impone dopo tutto quello che è accaduto (amnesie sulle responsabilità di rappresentanti ecclesiastici, politici e sindacali sarebbero inopportune) e in secondo luogo la sfida del rispetto delle norme sulle quali vigilerà quotidianamente lo Stato dopo questo straordinario risultato: massima puntualità negli investimenti, cura dei pazienti e tutela dei lavoratori. Dopo 95 anni l’Opera Don Uva riparte da Universo Salute con il rigoroso monitoraggio dello Stato. Buon lavoro a tutti i prestatori d’opera, alla nuova proprietà e grazie ancora al commissario Cozzoli per aver dedicato con tutti i suoi collaboratori, quattro anni intensi di vita professionale al salvataggio di un pezzo di storia della Sanità italiana”.