I consiglieri comunali, Alfonso Fiore e Antonio Vigiano mollano la maggioranza. Confermate le indiscrezioni riportate in giornata dalla nostra testata. In una dichiarazione congiunta dei due consiglieri foggiani, ecco l’ufficialità: “Ci sono valori, come la dignità, l’educazione, l’amor proprio, l’orgoglio, che abbiamo il dovere di difendere strenuamente, sono il nostro biglietto da visita al cospetto della società, dei nostri amici, dei nostri genitori, per chi ha ancora la fortuna di averli, delle nostre mogli, dei nostri figli. Vivere senza questi valori, che i nostri genitori hanno avuto il merito di trasferirci e che noi speriamo di insegnare ai nostri figli, vuol significare vivere una vita grama, non sentirci uomini, non meritare il rispetto del nostro prossimo, l’ammirazione delle nostre mogli e dei nostri figli, la nostra vera forza per affrontare le difficoltà quotidiane delle nostre vite.
Certo, nel nostro ruolo di consiglieri comunali questi valori molte volte sono stati messi a dura prova dalla spietata legge della politica, dalle valutazioni e dai commenti della gente, ma mai, e ribadiamo mai, possono venir meno quali uomini, mariti, padri di famiglia. Proprio per questo motivo non riteniamo di poter tollerare il comportamento tenuto ultimamente nei confronti del nostro movimento civico da parte del Sindaco Landella, che nel pomeriggio dell’1 agosto u.s. ci ha chiamati a Palazzo di Città al fine di formalizzare la nomina dell’assessore di Matteo, tra l’altro facendola precipitare dalla sua residenza estiva, mentre il giorno seguente, quando la nomina assessorile era solo questione di dettagli, almeno così pareva, si è dileguato, facendo perdere letteralmente le sue tracce.
Qui non si tratta di dialettica politica, seppur becera, in questo caso è stata calpestata la nostra dignità, sono stati calpestati quei valori che permettono ad ognuno di noi di camminare a testa alta e di incontrare lo sguardo della gente con la fierezza del sentirsi “uomini” o “donne”. In considerazione di ciò, seppur la decisione sia sofferta, avendo sempre creduto e supportato, anche con voce critica, l’azione amministrativa dell’attuale maggioranza di centro-destra, siamo costretti a passare all’opposizione, determinando quasi certamente, salvo alchimie politiche dell’ultima ora, la fine dell’attuale consiliatura.
Ancor più sofferta è la decisione di lasciare il movimento Civica per la CapitAmata, e quindi i nostri ruoli politico-istituzionali, in quanto la nostra decisione non è stata condivisa, né tanto meno imposta agli altri due componenti, Joseph Splendido e Salvatore De Martino, che abbracciamo con affetto e ringraziamo per l’ottimo lavoro svolto insieme. Qualcuno continua a ripeterci che lasciamo nel momento in cui stiamo per ricevere dal Sindaco Landella ciò che di diritto ci spetta. Dal canto nostro riteniamo che ci sono modi e tempi per portare a compimento i processi politici e il Sindaco Landella deve ancora impararli. Ma ciò che più conta è che nessuno, neanche il Sindaco Landella, il cui comportamento, tra l’altro, dovrebbe essere improntato ai canoni del buon padre di famiglia, può permettersi di calpestare la nostra dignità di uomini, pensando di rimanere al comando della nostra amata città, che merita di essere condotta con serietà e spirito di sacrificio”.
La replica di Landella
“Ho appreso con grande stupore della decisione dei consiglieri Alfonso Fiore e Antonio Vigiano di abbandonare la maggioranza di centrodestra e di passare all’opposizione. Una decisione del tutto incomprensibile, peraltro motivata con argomenti assolutamente risibili e tutti avvitati su questioni che hanno a che fare con l’ottenimento di postazioni di governo.
Trovo inammissibile il riferimento a valori come la dignità ed il rispetto reciproco, proprio perché sventolati da chi, in questa vicenda, ha attuato forme di comportamento che nulla hanno a che vedere con questi principi. Come emerge chiaramente dalla dichiarazione congiunta dei due consiglieri comunali, l’oggetto del contendere è la firma del decreto sindacale di nomina assessorile per Leonarda Di Matteo, dunque il riconoscimento di una rappresentanza in Giunta per il Movimento Civica per la CapitAmata. Nessuno troverà una mia dichiarazione in cui io abbia escluso questa possibilità, che rientra nell’ambito della verifica politico-amministrativa che si è aperta in questi mesi.
Il motivo di frizione, come Fiore e Vigiano dichiarano apertamente, è quindi esclusivamente la tempistica della nomina, che i due evidentemente vorrebbero fosse determinata dalla loro volontà e non dai tempi della politica, ignorando – o facendo finta di ignorare – che la norma assegna il potere di nomina assessorile al sindaco e non ai consiglieri comunali. Così in questi due giorni ho assistito a situazioni paradossali. Ho assistito a fughe di notizie – chiaramente pilotate –, a selfie del consigliere Vigiano con l’assessore in pectore scattati in Sala Giunta, come se egli si trovasse in una specie di reality show, e distribuiti alla stampa come se la nomina fosse già avvenuta in via formale. Il tutto senza rispettare le istituzioni, le comunicazioni che in questi casi vengono formulate in via ufficiale dall’Ente, le forze politiche, i consiglieri comunali ed i diretti interessati, soprattutto dal punto di vista umano. Ho assistito a ricostruzioni – anch’esse pilotate – finalizzate a descrivere il sindaco di Foggia come sprovvisto di una maggioranza consiliare e, di conseguenza, soggetto talmente debole da dover cedere alla pressione dei due consiglieri. Strategie che evidentemente avevano il chiaro obiettivo di forzare la mano al sindaco circa i tempi di firma del decreto di nomina. Ho assistito alla scena grottesca dei due consiglieri comunali, arrivati appositamente a Peschici e vestiti di tutto punto, intenti ad aggirarsi sulla spiaggia alla ricerca dell’ombrellone del sindaco e poi, non contenti, recarsi presso la sua abitazione per sollecitare, con fare tutt’altro che sereno, sempre e solo la firma del decreto di nomina assessorile per Leonarda Di Matteo, finita, suo malgrado, in questa dinamica che sarebbe un’ottima sceneggiatura per un film comico se non avesse come protagonisti due componenti della massima Assemblea cittadina. In tanti anni di militanza politica e di rappresentanza istituzionale mai avevo assistito a situazioni del genere, per le quali provo francamente vergogna.
Nonostante tutto questo non ho rilasciato una sola dichiarazione polemica. Ho semplicemente rivendicato, senza darne notizia alla stampa, il diritto di consumare tutti i passaggi politici propedeutici alla chiusura della verifica amministrativa in corso. Non c’è quindi nulla di politico nella decisione dei consiglieri Fiore e Vigiano di abbandonare la maggioranza di centrodestra, nelle cui fila sono stati eletti. E non c’è neppure nulla che abbia anche solo vagamente a che vedere con la dignità umana e personale, se non per quello che riguarda le inspiegabili pressioni che i due consiglieri comunali hanno attuato nei miei confronti. In questi anni ci sono stati momenti di forte ed aspra dialettica politica, senza che però mai si scendesse ad un livello così basso.
Ciascuno è ovviamente libero di scegliere le proprie priorità e di assumere le decisioni che ritiene più opportune. Per i consiglieri Fiore e Vigiano la priorità era ed è soltanto l’ottenimento di un posto in Giunta, nei tempi e nei modi da essi stabilito, usando il ‘peso’ del loro voto in Consiglio comunale come una clava da brandire contro il proprio sindaco. Io, invece, resto convinto che la politica sia qualcosa di più nobile e di molto distante da queste pratiche, rispetto alle quali la nostra comunità esprimerà il suo giudizio”.