
Il business della droga dietro l’omicidio di Matteo Lombardozzi? Gli investigatori non tralasciano alcuna pista ma quella degli stupefacenti sembra la più accreditata. Un po’ per i precedenti del 50enne sanseverese che il prossimo 27 luglio avrebbe finito di scontare una condanna per droga, un po’ per il suo coinvolgimento – anche se non indagato – nell’operazione “Coast to Coast” della DDA di Bari e del commissariato di Manfredonia che a febbraio scorso avevano sgominato un traffico di marijuana tra Albania, Gargano, San Severo e Barletta. Inchiesta che prese il via addirittura nel 2013, a seguito di un omicidio avvenuto proprio a San Severo. In quell’indagine furono disposte intercettazioni anche per Lombardozzi. Poi emersero gli affari nel settore della droga da “costa a costa”.
Più defilata la pista relativa ai possibili collegamenti tra la morte del 50enne e i recenti fatti di sangue avvenuti nell’Alto Tavoliere. Su tutti il duplice omicidio di Nicola Salvatore e di sua moglie in una profumeria di San Severo e l’uccisione, alla periferia di Apricena, di Nicola “mezzo chilo” Ferrelli, 40 anni e di suo zio, Antonio Petrella, 54 anni. Questi ultimi eliminati, probabilmente, nell’ambito della guerra di mafia che si starebbe scatenando nella zona nord della provincia di Foggia. Sempre con la droga sullo sfondo. Al momento tutte ipotesi, in attesa di capire se Lombardozzi fosse contiguo o meno a qualche clan locale.