Pedinato e ucciso senza pietà, la morte di Lombardozzi a San Severo. Come in un film

Quattro stub eseguiti per l’omicidio di Matteo Lombardozzi, il 50enne di San Severo trucidato a colpi di fucile e kalashnikov ieri sera in un’area di servizio a pochi chilometri dal centro dell’Alto Tavoliere, sulla Statale 16. I carabinieri che indagano sull’accaduto hanno ricostruito le ultime ore di vita dell’uomo. Scene da film, con tanto di pedinamenti, tentativi di fuga e sventagliate di pallottole. Lombardozzi, noto per alcuni episodi di droga, era in regime di semilibertà e ieri sera, alle 22, doveva rientrare in carcere. Ma dietro le sbarre non ci è mai arrivato.

Secondo i militari, la vittima potrebbe essersi accorta di essere pedinata da un’auto scura, forse un suv stando ai primi estratti della videosorveglianza. Per provare a ripararsi, avrebbe poi imboccato l’area di servizio. Una volta arrivato le telecamere lo hanno immortalato mentre scendeva dal suo Fiorino per fuggire a piedi ma i sicari, forse tre, non gli hanno dato scampo. Un killer è sceso dal veicolo scuro esplodendo i primi colpi. Un complice, invece, ha sparato direttamente dall’auto in movimento. Mentre un terzo uomo è rimasto alla guida. I carabinieri del Reparto Operativo di Foggia giunti sul luogo del delitto, hanno repertato 11 bossoli di un kalashnikov e 4 cartucce di un fucile calibro 12.

Quattro, come detto, gli stub eseguiti su altrettanti sospettati per verificare l’eventuale uso di armi da sparo nelle ultime ore. Già ascoltati parenti e amici del 50enne. Si indaga soprattutto nel mondo dello spaccio di droga a San Severo. Ma non si può escludere alcuna pista. Lombardozzi, infatti, risultava ben inserito nei contesti criminali dell’Alto Tavoliere già da tempo.