
Il figlio 17enne nel carcere minorile, i genitori freddati in profumeria. In pochi mesi la famiglia di Nicola Salvatore, detto Nicolin dieci e dieci è finita al centro di una spirale di sangue e morte. Salvatore, boss di San Severo, è stato ammazzato ieri mattina mentre era in compagnia della moglie, Isabella Rotondo, titolare della profumeria, anche lei eliminata senza pietà. Due killer, giunti sul posto attorno alle 9 e 30 a bordo di uno scooter, coi volti travisati da caschi integrali, hanno fatto fuoco con una pistola calibro 9 senza dare alcuno scampo ai coniugi. Salva la suocera del boss, in quel momento in bagno. La sua testimonianza non si è rivelata utile alle indagini. Secondo le forze dell’ordine non esiste una pista privilegiata ma il fatto che sia stata uccisa anche la moglie del boss, fa pensare a un regolamento di conti per la morte del 17enne Mario Morelli, ammazzato a ottobre scorso proprio dal figlio della coppia. Si fosse trattato di un agguato nell’ambito della criminalità organizzata locale, probabilmente i killer avrebbero eliminato il solo Salvatore. Nonostante questo, restano i dubbi, soprattutto per quel colpo di grazia inferto alla testa di Salvatore, tipico rituale degli omicidi legati a questioni di mafia.
La squadra mobile di Foggia ha sentito parenti, amici e conoscenti dei coniugi ed effettuato sei stub su altrettanti sospettati. Eseguite anche alcune perquisizioni. Si spera nelle telecamere della videosorveglianza, presenti in maniera massiccia nella zona della profumeria in via Don Minzoni. Ad impressionare è la spavalderia dei killer che hanno agito in pieno giorno e in una zona piuttosto trafficata, a pochi passi dal mercato rionale.
Memo
La carriera criminale di Nicola Salvatore tiene dentro numerosi episodi legati soprattutto al mondo della mafia locale e al traffico di droga. Nel 1995 il boss fu arrestato nell’ambito dell’operazione “Day Before”, quando emersero i primi contatti collaudati tra la mala sanseverese e la “Società Foggiana”. L’ultimo arresto, invece, è quello dell’aprile 2012 (blitz “Taurus”) quando finì al gabbio per detenzione illegale di armi. Poi fu assolto. Da circa due anni era libero e non sembrava temere per la sua vita. Nemmeno dopo l’agguato del dicembre scorso, quando rimase ferito all’addome mentre era in compagnia di un altro pregiudicato.