
“Non riesco a sopportare quelli che non prendono seriamente il cibo”. Per Oscar Wilde il cibo era una cosa seria e certamente lo è. Protagonista da sempre indiscusso di opere d’arte, film e, oggi, anche di programmi televisivi, il cibo e la gastronomia sono stati anche al centro del FRI – Festival della Ricerca e dell’Innovazione dell’Università di Foggia che ieri, sabato 27 maggio, ha portato a termine il lungo ed interessante calendario di appuntamenti, facendo calare il sipario su una manifestazione che ha riscosso un grande successo per l’Ateneo e la Città.
Così, dai quadri di Arcinboldo, alle tavole imbandite dei film di Ferzan Ozpetek, anche l’Università di Foggia ha puntato sulla gastronomia per promuovere il FRI e il Territorio. Tutti gli ospiti della manifestazione universitaria sono stati, infatti, rapiti dai prodotti e dai sapori della nostra Terra. Farinello della Foresta Umbra, aglio pendolino, pesce di Manfredonia e passata di pomodori provenienti da Segezia, tutto accompagnato da vini e drink, ideati proprio per gli ospiti del Festival.
Nicola Russo, chef del ristorante Al Primo Piano, puntando su “una cucina globale dal cuore locale”, ha rapito le papille gustative del prof. Riccardo Dalla Favera con semola battuta, in brodetto di pesci poveri e gli ha strappato un sorriso con un drink di fine pasto, a base di piante aromatiche, erbe selvatiche, arancia del Gargano e wodka, il nome di questo insolito cocktail? Facile: Dallas, acronimo usato spesso dal prof. Dalla Favera, per sintetizzare all’estero il suo cognome, troppo lungo per gli americani.
“Oltre all’interesse per la scienza e la cultura, protagonista del Festival dell’Università, la mia visita a Foggia è stata caratterizzata dal piacere della tavola – ha dichiarato il prof. Riccardo Dalla Favera – . Ho goduto molto della cultura gastronomica foggiana, ho apprezzato molto le orecchiette con erbe diverse, come nella migliore tradizione del posto. Molto gratificante, poi, il cocktail Dallas, creato in mio onore, il baccalà al vapore con le verdure, i vini di alta qualità. È stata davvero un’esperienza gastronomica di altissimo livello, pari a quella per la scienza. Il Festival dell’Università di Foggia è stato cibo per il cervello, ma anche per la gola”.
Altra serata, ospiti diversi, ma con il cibo sempre protagonista, capace di raccontare storie e tradizioni, capace di raccontare del mare del nostro Gargano e dei profumi dell’orto. Anche il ristorante Terra Arsa ha puntato sul locale per conquistare il palato degli ospiti del FRI. Lo chef Lele Murani ha lavorato primizie di stagione per condire troccoli e polipo di scoglio.
“Tornare a Foggia è stata una bella emozione – ha dichiarato Franca De Mauro -. Ci venni da bambina con mio papà a trovare dei parenti e questa è stata una bella occasione per ricordare. Sono stata bene a Foggia e sono stata conquistata dalla vostra cucina, dai crudi di mare e dal baccalà al vapore con le verdure, davvero una prelibatezza”. L’Università, dunque, non più solo didattica e ricerca, ma anche promozione del Territorio, della sua economia e gastronomia. Perché il cibo è di certo, da sempre, uno degli strumenti più importanti per spiegare e diffondere la cultura e le tradizioni di un popolo.