
C’è vita oltre le sbarre. Volti, nomi, storie, si nascondono dietro le celle e gli ambienti grigi delle carceri italiane, sempre così lontane dalla realtà. Un ponte tra la vita dentro e la vita fuori che non esiste. È da questo punto che nasce l’idea editoriale della giornalista foggiana, Annalisa Graziano con “Colpevoli. Vita dietro (e oltre) le sbarre”, che ha voluto, con fermezza e passione, tirare fuori le storie all’interno della Casa Circondariale di Foggia.
“Mi tremavano le gambe la prima volta che sono entrata nel carcere foggiano – racconta con un pizzico di emozione l’autrice del libro -. L’idea di ‘Colpevoli,’ nasce da una lunga chiacchierata con il direttore dell’istituito penitenziario Mariella Affatato, subito dopo l’esperienza della mostra e del volume fotografico “L’altra possibilità. Reportage dal mondo penitenziario”, realizzati a quattro mani con Giovanni Rinaldi. Ho pensato di raccontare la vita – e le vite – a 360°. ‘Colpevoli’, è un titolo provocatorio – spiega – perché spesso l’altro, il cattivo, il colpevole è qualcosa di diverso. L’obiettivo del libro è innanzitutto quello di raccontare il carcere a chi non lo conosce. Spesso però quello che non si conosce, spaventa. E poi, l’altro fine è quello di dare un’idea su tutto ciò che si fa all’interno del carcere e mettere a tacere chi pensa che la gente sia lì dentro solo ad oziare”.
Un viaggio nelle sezioni dell’Istituto Penitenziario foggiano, tra le celle, le aule scolastiche, la cucina e tutti i luoghi accessibili, dove la maggior parte dei detenuti chiede di poter fare qualcosa, testimoniata dai tanti volontari, in primis dall’avvocato Luigi Talienti. “È stato un iter complesso – precisa l’autrice -. All’inizio del percorso c’è stata una complicazione per chiedere l’autorizzazione a partecipare ad incontri e attività, sia perché ero giornalista, sia perché avevo anche il tesserino da volontaria. L’area educativa dei detenuti mi ha fornito un elenco di nominativi di coloro che hanno iniziato un percorso di revisione del reato e che quindi stanno riflettendo su quello che è accaduto. Uno dei temi più complessi che abbiamo affrontato – racconta – è stato il rapporto che i detenuti hanno avuto ed hanno, tuttora, con le vittime dei loro reati. Ho intervistato molti uomini che avevano rapinato in banca ad esempio, esperienza molto diversa invece, con chi aveva compiuto un omicidio”.
Una sala gremita ieri, tra amici, colleghi, rappresentanze delle associazioni foggiane che hanno preso parte alla presentazione del volume presso la Sala Rosa della Fondazione Banca del Monte. Dal presidente del Csv Foggia, Pasquale Marchese al direttore in missione del carcere di Foggia, Giuseppe Altomare, e poi ancora la vicepresidente nazionale di Libera, Daniela Marcone, il presidente della Fondazione Banca del Monte di Foggia, Saverio Russo, il sociologo e direttore del Csv Foggia, Roberto Lavanna.
Un libro che si accinge a diventare una sfida per l’intera comunità foggiana, come ha spiegato la direttrice delle edizioni La Meridiana, Elvira Zaccagnino. “Una scommessa che continua, per recuperare e valorizzare la parte migliore di sé, dando la possibilità a chi è dentro di avere un ponte con le persone sane che sono fuori. Solo così si vince la scommessa della legalità. In ognuna di quelle persone c’è un reato che hanno commesso e che nessuno può cancellare, ma dobbiamo dar loro la possibilità del riscatto”, ha spiegato la direttrice foggiana.
Non solo colloqui ma anche visite all’interno della Casa Circondariale. Annalisa Graziano ammette quasi di essere stata adottata dagli agenti della penitenziaria, che l’hanno accompagnata nel suo ‘viaggio’ fino alla scelta di redigere un volume, arricchendosi di due contributi fondamentali, la prefazione a firma di don Luigi Ciotti, e la postfazione affidata a Daniela Marcone, figlia di Francesco Marcone, vittima della mafia. L’autrice ha inoltre rinunciato ai diritti d’autore. I proventi, infatti, sosterranno attività nel carcere di Foggia.