Non si sono fatte attendere le reazioni di politica e sindacato all’ultima tragedia del Gran Ghetto tra Rignano e San Severo dove nella notte sono morti due 30enni africani carbonizzati.
“I migranti morti nell’incendio del grande ghetto che sorgeva nelle campagne foggiane sono probabilmente le vittime di chi non vuole cedere il passo allo Stato”. Lo afferma Michele Bordo (Pd), presidente della Commissione Politiche UE della Camera, esprimendo “solidarietà personale e istituzionale alle famiglie dei due migranti trovati carbonizzati e all’intera comunità di cittadini stranieri presenti nel territorio”.
“Lo sgombero del ghetto – continua Bordo – ha segnato un punto di svolta in direzione della piena affermazione della legalità e del contrasto al caporalato e ad ogni altro reato commesso in quella terra di nessuno. Lo Stato ha affermato la propria presenza e forse chi fino a ieri gestiva la baraccopoli ha prima reagito organizzando la manifestazione di immigrati davanti alla Prefettura per chiedere di rimanere nel gran ghetto, e poi probabilmente ha dato alle fiamme le baracche, se sarà confermato l’incendio doloso, provocando l’inferno che ha inghiottito le povere vite di due migranti. La loro morte deve spingere ancor di più tutti noi a moltiplicare gli sforzi per cancellare questa vergogna dalle nostre campagne – conclude Michele Bordo – e promuovere l’organizzazione di un sistema diffuso e socialmente sostenibile di assistenza ai lavoratori stagionali impiegati a migliaia dalle imprese agricole della Capitanata”.
E non manca un post su Facebook di Matteo Salvini, Lega Nord: “Due immigrati africani, sfruttati come schiavi nelle campagne (come tanti italiani) sono morti stanotte per un incendio (il settimo!) scoppiato nella BARACCOPOLI dove vivevano, in provincia di Foggia.
Altro SANGUE sulle mani lerce dei “buonisti” di SINISTRA, che fanno arrivare in Italia migliaia di disgraziati promettendo loro tutto e lasciandoli morire. Fermare le partenze, bloccare i barconi, espellere i clandestini, combattere mafie e caporalato, prevedere un SALARIO MINIMO che impedisca schiavitù e sfruttamento, difendere l’agricoltura italiana. Si può, anzi si deve”.
Infine, la segreteria provinciale della Cgil di Foggia che esprime il proprio cordoglio per la perdita di due giovani vite “nell?’ennesimo tragico episodio che coinvolge il ghetto di Rignano. Quanto accaduto deve spingere le istituzioni a procedere con maggior velocità e decisione allo sgombero definitivo garantendo a tutti i lavoratori oggi lì ospitati un?accoglienza dignitosa”.
E ancora: “Chiediamo che senza indugi ulteriori la Prefettura debba farsi promotrice di un tavolo con le parti sociali che può essere il momento istituzionale dove trovare soluzioni ? già previste dalle norme in vigore e dal protocollo sottoscritto a giugno scorso con i ministeri delle Politiche agricole e dell?Interno ? circa ospitalità, trasporti e intermediazione della manodopera. Ovvero i tre punti nevralgici su cui se arretra lo Stato e la legge lucrano sfruttatori, criminali caporali”.