La storia di una maturazione (accademica e professionale) all’interno della storia di un Ateneo divenuto maturo. I primi 18 anni di autonomia dell’Università di Foggia contengono molte storie che vanno sedimentandosi man mano che cresce la profondità della traccia lasciata dall’Ateneo nel tessuto sociale del territorio che lo ospita, Foggia e la Capitanata.
Tra queste storie particolarmente significativa quella della professoressa Marzia Albenzio, oggi docente Ordinario di Zootecnia speciale ma ieri – un non lontano ieri – studentessa presso l’allora Facoltà di Agraria (oggi Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente). Albenzio – 45 anni il 23 agosto – è la prima foggiana ad aver fatto tutta la trafila all’interno dell’Università di Foggia: da studentessa a laureata, da ricercatrice a professore Associato, fino a diventare Ordinario della Facoltà/Dipartimento in cui ha mosso i primi timidi passi. Ed è anche l’ordinario più giovane d’Italia nel proprio settore disciplinare (AGR/19) ovvero Zootecnia speciale, peculiarità che la rende una specie di punto di riferimento per specializzandi e ricercatori, che, attraverso lei, acquisiscono conferma del fatto che tenacia, talento e adeguata preparazione scientifica finiscono – prima o poi – per ripagare degli sforzi compiuti. “Vivo il mio personale – argomenta la prof – come un traguardo del mio territorio. Quando, dopo la maturità, ho deciso di proseguire gli studi, ho scelto l’Università di Foggia. Il perché era semplice: qui sono nata, qui volevo continuare la mia formazione. Ho scelto un corso di laurea afferente alla Facoltà di Agraria, e la prima lezione che ho seguito è stata di Zootecnia generale. Nel tempo questa circostanza, che a me sembrava solo casualità, si è rivelata un segno del destino”.
Albenzio si è laureata il 10 ottobre 1996 (110 con lode, tesi in Microbiologie degli alimenti presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia allora sede gemmata dell’Università di Bari): da quel momento in poi il dilemma che riguarda un po’ tutti i laureati presso gli Atenei del Sud, restare o partire. Oggi grazie all’attività di placement e alle molte conquiste socio-territoriali ottenute dall’Università di Foggia, il dubbio appare quanto meno più robusto rispetto a una scelta che – oltre vent’anni fa – appariva scontata.
Invece la professoressa scelse di restare, di restare e di investire nell’Università che l’aveva formata. “Quando mi sono laureata e abilitata all’esercizio della professione, i miei titoli erano facilmente spendibili soprattutto fuori dalla Puglia – racconta –. Ancora una volta mi sono trovata di fronte a un bivio e ancora una volta, grazie all’ammissione ad un corso di dottorato di ricerca afferente all’Università di Foggia, potevo continuare la formazione post lauream nella mia città, nel mio territorio. Per questo percorso e durante tutte tutte queste scelte, i miei genitori mi hanno sempre sostenuta e incoraggiata. Dopo i tre anni di PhD la scelta è stata definitiva e, nonostante mio marito lavorasse lontano dalla Puglia, abbiamo deciso di continuare ad investire nella nostra città, nel nostro territorio: questa, alla fine, è diventava anche una scelta familiare. Da quando ho preso servizio come ricercatore di Zootecnica speciale, le mie ricerche sono state preferenzialmente rivolte allo studio del territorio ed al suo potenziamento; in questo sono stata avvantaggiata dalla naturale vocazione agricolo-pastorale della nostra terra. Negli anni a seguire, nel ruolo di professore associato ho consolidato la passione per l’attività didattica e cercato di ottimizzare la capacità di trasferire la mia passione, le mie conoscenze, i miei studi agli studenti, per una formazione quanto più completa possibile”.
Dallo scorso ottobre, la prof.ssa Albenzio è docente ordinario dell’Università di Foggia. La prima studentessa foggiana a diventarlo, come detto la più giovane d’Italia nel proprio settore disciplinare (all’interno del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente, che è risultato il secondo d’Italia tra i medi Atenei per la VQR 2011/14 recentemente pubblicata dall’Anvur). “Abbiamo assistito alla crescita umana e professionale di Marzia – raccontano Milena Sinigaglia e Agostino Sevi, rispettivamente prorettore vicario e direttore del dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Foggia – molto da vicino, ci è sembrata anche una crescita della città e del nostro Ateneo. Il primo esempio di come, all’interno di un tessuto sociale complicato come il nostro, perseveranza e talento possano avere la meglio sulle presunte negatività vita. La storia di Marzia deve essere da monito per tutti i nostri studenti, ma soprattutto deve essere la dimostrazione di come l’Università è destinata a lasciare un solco profondissimo in questo territorio: un solco che si vedrà meglio tra trenta o cinquanta anni. Quando il processo di integrazione, tra l’Ateneo e la città che lo ospita, sarà praticamente completato”.
Albenzio, inoltre, è il secondo ordinario donna in un settore, quello della Zootecnia, caratterizzato da una preponderante presenza di uomini. “Quando penso a questo traguardo al femminile – conclude la docente – penso alle mie figlie, al dono della maternità, a come loro vivono la mia e nostra UniFg, con un senso di appartenenza assoluto. Scegliendo di rimanere nella mia città, mi sono, in qualche modo, fatta scegliere dall’Università di Foggia, che mi ha riservato un importante percorso professionale, ma anche e soprattutto di vita”.