Non sono bastate le rassicurazioni del neo direttore generale del dipartimento della Salute della Regione, Giancarlo Ruscitti (che ha preso da poco il posto di Giovanni Gorgoni), a convincere i commissari sul piano ospedaliero. Ruscitti ha fatto una presentazione di ampio respiro partendo dal Piano operativo, per arrivare ai Livelli essenziali di assistenza (LEA) recentemente aggiornati, agli atti aziendali da approvare da parte da ciascun direttore generale con l’imprimatur dello stesso dipartimento Salute e con l’impegno dello stesso Ruscitti a incontrare direttore generali delle aziende sanitarie e sindaci per possibili aggiustamenti in progress.
Tutto questo non è stato sufficiente. Dopo gli interventi di ben 14 consiglieri di maggioranza e opposizione (Marmo, Zullo, Borracino, Perrini, Ventola, Gatta, Galante, Conca, Manca, Damascelli, Pentassuglia, Campo, Pendinelli e Pellegrino) in cui sono stati posti diversi rilievi circa il rischio concreto di accentuare le disomogeneità nell’assistenza sanitaria tra le varie province, le perplessità di diversi commissari sono rimaste: oltre a quelle già note di Cosimo Borracino che ha presentato diversi emendamenti, si sono aggiunte quelle di Paolo Campo (PD). Le due defezioni nella maggioranza hanno avuto buon gioco nel determinare, con le opposizioni, il voto finale contrario al provvedimento e le conseguenti dimissioni del presidente della III commissione Pino Romano.
In precedenza la seduta della commissione prevista per venerdì 20 con la partecipazione dell’assessore alla sanità Michele Emiliano era stata spostata (a seguito di impegni istituzionali del presidente) a lunedì 23 gennaio per la discussione sulle “Linee ed indirizzi di politica sanitaria – Priorità“. La delibera relativa al riordino ospedaliero e della rete emergenza urgenza, modificata rispetto al testo che aveva già ricevuto un esito negativo, non ha dunque superato l’esame in Commissione sanità. Sei i voti contrari, tra i quali quelli di Cosimo Borraccino (SI) e Paolo Campo (Pd), oltre a i quattro commissari di opposizione Mario Conca e Marco Galante (M5S), Nino Marmo (FI) e Luigi Manca (Cor). La delibera ha ottenuto i cinque voti favorevoli dei commissari di maggioranza.
Anche il Pd vota contro. Le reazioni
“Ho espresso il mio voto contrario al regolamento di attuazione del Piano di riordino ospedaliero in piena coscienza ed a tutela della funzione degli ospedali di base”. Lo afferma il consigliere regionale Paolo Campo all’esito della riunione della Commissione consiliare Sanità che ha espresso parere negativo alla proposta della Giunta regionale.
“E’ la prima volta in 25 anni di attività istituzionale che voto in modo difforme dal gruppo a cui appartengo e l’ho fatto con grande rammarico, ancor più considerando che proprio il mio voto contrario ha determinato il parere negativo della Commissione. Francamente, però, non ho avuto alternative di fronte al rischio che nei 12 ospedali di base pugliesi, compreso quello di Manfredonia, non si possano istituire o mantenere le strutture organizzative complesse. Una norma introdotta nell’ultima versione del regolamento che contrasta con la normativa nazionale, da ultimo il decreto ministeriale 70, e determina il pratico venir meno della funzione stessa di questi presìdi di salute. A mio parere, invece, gli ospedali di base devono essere dotati di almeno 4 strutture – chirurgia generale, medicina generale, ostetricia e pronto soccorso – salvo riconoscerne ulteriori utili al bacino di riferimento. Dopo aver spiegato i miei ragionevoli rilievi al direttore generale del dipartimento, presente in commissione al posto del presidente Emiliano a Roma per importanti impegni istituzionali, e nonostante le sollecitazioni del presidente della Commissione Pino Romano, ho ottenuto solo che ‘laddove esistenti’ le strutture complesse potranno continuare ad operare. L’ambiguità della norma non mi ha consentito di ritenere superato il merito della questione sollevata, di ordine generale e non campanilistica, e per tale ragione ho espresso il voto contrario. Voglio ribadire che la mia opposizione è stata sul merito del provvedimento, anche se non mi sfugge il suo significato politico. Per cui ritengo necessario confermare esplicitamente la mia lealtà al presidente Michele Emiliano, con il quale avrò modo di chiarirmi a brevissimo, e alla maggioranza di cui sono parte. Ed invito il presidente della Commissione, che ha condotto con equilibrio e sagacia il confronto, a recedere dall’intento annunciato di presentare le dimissioni”. Sulla stessa linea il collega manfredoniano di centrodestra, Giandiego Gatta: “Anche oggi, in III Commissione Sanità, mi sono battuto contro il depotenziamento dell’unico ospedale di base della Capitanata, quello di Manfredonia, richiamando Emiliano al rispetto di quanto assicurato dall’ex direttore del Dipartimento sul mantenimento e sul rafforzamento degli ospedali di base”. “Il dubbio – ha proseguito – è che la Giunta persegua l’obiettivo di trasformare gli ospedali di base in semplici poliambulatori, il che penalizzerebbe in modo inaccettabile territori che, come la Capitanata, sono particolarmente vasti, orograficamente complessi e con problemi molto seri di mobilità, viabilità e distanze (basti pensare che gli ospedali di primo livello della ASL FG distano dai 55 ai 70 chilometri dall’ospedale di base di Manfredonia, che serve un bacino di oltre centomila persone)”. L’altro foggiano in via Capruzzi, Giannicola De Leonardis, parla di un “piano nato male” che non potrà essere “sistemato”. Il Movimento Cinque Stelle parla di “fallimento dell’assessore alla Sanità Emiliano”. I forzisti citano Manzoni: “Questo piano ‘non s’ha da fare'”, spiegano in una nota, attribuendo tutte le responsabilità al governatore: “Chiediamo le dimissioni da assessore alla sanità. E’ giunto il momento – concludono – di nominare per tale ruolo una figura di alta professionalità, in grado di dedicare alla Sanità pugliese tutto il tempo e la competenza che occorre e che è richiesta da una delega che pesa per l’80% del bilancio regionale”.
Emiliano: “Incomprensibile scelta Riccardi e Campo”
“Vi racconto cosa è successo oggi – ha spiegato il governatore Michele Emiliano su Facebook -. La protesta contro il piano di riordino da parte del Sindaco di Manfredonia ha oggi indotto il consigliere regionale della città a votare in Commissione contro il suddetto piano. Entrambi (il sindaco e consigliere) chiedevano che le strutture complesse (in pratica l’esistenza dei primariati) fossero rese compatibili con gli ospedali di base (l’Ospedale di Manfredonia è stato classificato come ospedale di base).
Purtroppo la legge nazionale, non il piano di riordino, non consente per il futuro agli ospedali di base di istituire nuovi primari, ma al massimo nuove strutture semplici o dipartimentali assegnate a primari aventi sede in diverse città.
Tuttavia – ha proseguito -, è stato spiegato in commissione dal dott. Ruscitti, che è possibile lasciar sopravvivere le strutture complesse esistenti (anche se l’ospedale è di base) a seguito dell’adozione dell’atto aziendale che opera una ricognizione del fabbisogno decretando la necessità del permanere delle strutture complesse. Questa disponibilità a precisare il piano di riordino anche mediante l’atto aziendale è stata verbalizzata in commissione. È dunque incomprensibile la decisione del consigliere di Manfredonia di votare, solo per questa ragione, contro un provvedimento di ben più vasta portata e importanza. Tale voto del consigliere di Manfredonia non cambierà nulla del piano di riordino. Si trattava infatti solo di un parere non vincolante.
Le esigenze di campanile, pur apprezzabili, non possono cambiare una legge nazionale che il nostro piano di riordino deve comunque rispettare. Tutto questo purtroppo – conclude – mentre io ero a Roma per discutere col Parlamento del decreto sulla sanità di Taranto per tutelare la salute dei bambini di Taranto”.