Alla conferenza di servizi dell’Asl di Foggia non si è visto nessun esponente regionale. Eppure, erano previsti gli interventi del governatore Michele Emiliano, del direttore del dipartimento della Salute Giancarlo Ruscitti e dell’omologo all’Ares, Giovanni Gorgoni. “Impegni istituzionali a Roma”, è stata questa la risposta ufficiale all’invito del direttore generale dell’Asl, Vito Piazzolla. Quest’ultimo, ha preso al balzo le parole del collega degli Ospedali Riuniti, Antonio Pedota, per evidenziare la necessità di un intervento celere della Regione Puglia per sbloccare la macchina sanitaria ferma al palo da troppo tempo.
“Spesso c’è la solitudine dei direttori generali”, ha dichiarato il dg degli OO.RR. citando il noto romanzo di Paolo Giordano, frase alla quale ha fatto eco il manager di viale Fortore (“almeno in queste occasioni siamo in compagnia”). Un modo per sottolineare lo stallo nella programmazione degli investimenti, sia infrastrutturali che nel personale. “Spesso intraprendiamo iniziative a costo zero, che danno buoni risultati – ha commentato Pedota -, ma non possiamo continuare ad operare in eterno con risorse scarse. Quando leggo i dati sugli sprechi e sulla corruzione in sanità, circa 60 miliardi per qualcuno (su poco più di 110 in Italia, NdR), mi infastidisco: questa cosa mi fa sentire un delinquente. In questi anni, nessuno mi ha chiesto alcunché, nemmeno la politica. Basta avere i rapporti chiari sin dall’inizio”. Poi prosegue: “Le cifre ballerine sulla corruzione mi fanno pensare che ci può essere l’interesse a demolire il sistema, perché questo tema sta diventando decisivo per la limitazione delle risorse nella sanità. Se così non fosse, c’è qualcosa che non quadra…”.
La necessità di arrivare ad una maggiore integrazione tra sistema pubblico e privato, tema sollevato dal direttore generale di Casa Sollievo della Sofferenza, Domenico Crupi, è stato condiviso dai colleghi. Ma tra gli addetti ai lavori, è emersa la sensazione che le aziende siano ingessate, quasi “commissariate” nella sostanza seppur non di fatto. Uno scenario che all’Asl di Foggia fa il paio con la tecnostruttura ormai all’osso, soprattutto tra dirigenti e funzionari. Ultimamente, è scaduto il contratto del dirigente del controllo di Gestione, Cesare Cervia; l’ex senatore Franco Carella, a capo del dipartimento di Prevenzione, andrà in pensione a marzo 2017, mentre il direttore della Riabilitazione, Leonardo Trivisano, starebbe valutando l’ipotesi di un ritiro anticipato.
Uno scenario da incubo per un’azienda con un fatturato di 1,2 miliardi di euro. Per questo il management attende con ansia il 2017, anno che negli annunci della Regione Puglia sarà contrassegnato dalle nuove assunzioni. “Dagli anni Novanta – ha chiosato Crupi – in questo tipo di incontri si parla delle stesse cose, nonostante i problemi sollevati ai diversi direttori generali che si sono avvicendati. Evidentemente, i percorsi intrapresi sinora sono stati fallimentari. Bisogna cambiare strada”. “Bisogna trovare soluzioni adeguate – ha concluso Pedota -, in questa situazione un manager potrebbe anche incrociare le braccia e fermarsi. Ma abbiamo l’obbligo di migliorare i livelli di assistenza, nonostante il sistema di regole che ci ha ingessato e non ci permette di accogliere nelle nostre mani i pazienti”.